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L’esordio a teatro di Nanni Moretti

L'indifferenza maschile nel rapporto di coppia viene portata in scena in uno spettacolo breve ma intenso, in cui la potenza delle parole è la vera protagonista.

2 minuti di lettura

Dal 14 al 26 novembre, il Piccolo Teatro Grassi di Milano ospita il grande regista cinematografico Nanni Moretti. Per lui nasce il desiderio di sperimentare anche la regia teatrale e per il suo esordio sceglie due commedie della grande scrittrice e drammaturga Natalia Ginzburg.

Uno spettacolo che colpisce, affascina, ma, soprattutto in questo periodo, fa pensare lo spettatore, lasciandolo senza parole.

Diari d’amore e Fragola e panna

Nanni Moretti sceglie per il suo esordio teatrale due atti unici di Natalia Ginzburg, potenti e didascalici. Gli stessi attori giocano in entrambe le commedie, senza però confondere il pubblico. La distinzione fra le due è chiara, le due storie sono diverse, ma il legame che le tiene unite è evidente: la non curanza maschile a cui le donne cercano di trovare una soluzione.

In questi due atti unici si sbaglia e si cercano soluzioni ai propri errori, senza mai trovarli veramente. Nessuno è immune allo sbaglio, ma entrambe le situazioni nascono da un uomo che non si cura della controparte femminile che ha posto accanto a lui.

In Diari d’amore, il protagonista maschile, Francesco (Valerio Binasco), scopre il tradimento della moglie Marta (Alessia Giuliani) con il proprio migliore amico. La notizia lo sconvolge ma tutto rimane sempre sul tragicomico. La sua vita non gli piace, non gli piace nemmeno sua moglie, non capisce come il suo amico Michele possa essere innamorato di lei. Ciò che importa è che tutto è cambiato senza che se ne rendesse conto, perché aveva tutto davanti ai suoi occhi, ma non ha mai osservato davvero.

In Fragola e panna, Barbara (Arianna Pozzoli) viene sedotta e abbandonata da Cesare (Valerio Binasco), avvocato di successo. Una volta che Barbara abbandona Paolo, marito violento, e cerca aiuto da Cesare, incontra solo Flaminia (Alessia Giuliani). Le due donne sono state sedotte da Cesare, lo hanno amato, e lui, dopo essersi stufato, le ha lasciate in un angolo. Cesare non aiuta Barbara a separarsi e lascia Flaminia ad annoiarsi sola in campagna.

Una luce nell’indifferenza

L’unico personaggio che porta speranza, almeno in Fragola e panna, è Tosca (Daria Deflorian). «Io non sono una signora, sono una serva», ci ricorda sempre. Umile ed oggettiva, Tosca capisce il vero centro della questione: non la paura del chiacchiericcio del paese, non la gelosia. Tosca fin da subito aiuta e comprende, nel suo modo comico, cosa serve a Barbara: aiuto e comprensione. Un personaggio che ci ricorda che come il personaggio meno affascinante, meno apparentemente importante o intelligente, nasconde il vero centro della questione, l’unico che sa cambiare le cose in meglio.

Questo concetto manca nel primo atto singolo, Diari d’amore, dove la signora delle pulizie di Francesco e Marta, viene sempre e solo indicata come “scema” o “cretina”. Non ha mai posizione di rilievo, parla sempre da fuori campo, lasciando solo i due protagonisti in scena. In questo primo atto, nessuno viene in soccorso di nessuno, nessuno cambia le cose.

Un esordio potente

Si potevano scegliere spettacoli sicuramente più d’impatto per un nome come Nanni Moretti e invece sono stati scelti due atti unici intimi e personali, che fanno pensare più che meravigliare. Per un attimo, la battuta fa nascere una risata e la situazione appare ridicola, ma poi si comincia a comprendere. Tutto cambia man mano che si ripensa a ciò che è stato visto. Non è uno spettacolo che si fa ricordare per l’aspetto visivo (che rimane molto bello ma minimalista) bensì per la potenza delle parole. Tutto viene lasciato alla recitazione di un testo potente ed estremamente attuale.

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La regia lascia brillare i suoi attori, che recitano magistralmente le proprie battute, sempre sull’orlo tra il comico e il drammatico. Un’ondulazione perenne, senza sbavature, che permette l’impatto emotivo allo spettatore.

Questo spettacolo, che unisce opere magistrali di Natalia Ginzburg, elogia la drammaturga e innalza il suo regista. Relativamente breve (40 minuti Diari d’amore e 50 minuti Fragola e panna) ma che permette agli attori di mostrare la loro capacità a tutto il pubblico, che non si annoia ma rimane ancorato alle loro parole. Uno spettacolo da vedere, osservare, e su cui riflettere, una volta usciti da teatro.

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Greta Mezzalira

Classe 1995, laureata in Filologia Moderna. Innamorata del teatro fin dalla prima visione di "Sogno di una notte di mezza estate" durante una gita scolastica. Amante di musical e di letteratura.

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