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Stranezze al Museo: i 5 musei più eccentrici del mondo

Dalle "brutture" del MOBA alle eco-sculture di Cancun, dalle toilette di Delhi ai falli di Reykjavik e alle "Luci Rosse" di Amsterdam: un viaggio alla scoperta di alcuni musei decisamente... particolari

3 minuti di lettura

Nell’immaginario collettivo il museo è il tempio della cultura e del sapere, come rimarcato anche dall’etimologia greca, μουσείον, «tempio delle Muse» -ovvero le nove figlie di Zeus e Mnemosine– nonché padrone delle arti. Siamo dunque portati ad associare l’esperienza museale a qualcosa di serioso, legato alle arti più tradizionali e connesso ad una finalità educativa. La verità è che in giro per il mondo esistono musei di tutti i tipi, alcuni nati per gioco, altri per collezionismo, altri ancora per raccontare un aspetto culturale legato a un paese. Vediamo una breve carrellata dei musei più eccentrici del mondo, in grado di soddisfare ogni tipo di curiosità.

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«The Museum of Bad Art» di Boston

Il Museum of Bad Art (MOBA) nasce nel 1993 in Massachussetts per iniziativa dell’antiquario Scott Wilson con lo specifico obiettivo di raccogliere le opere d’arte «troppo brutte per essere esposte in qualsiasi altro museo». Il MOBA oggi vanta una collezione di oltre cinquecento opere e accetta esclusivamente creazioni nate con un intento serio ma con evidenti difetti nella resa finale. Si celebrano così, il fallimento in arte e la perseveranza degli artisti che, pur non disponendo di talento naturale o formazione accademica, hanno comunque voluto esprimere la loro visione artistica

Tra le opere più note e chiacchierate dai media non si può non citare Lucy in The Field with Flowers. Di autore anonimo, è la prima opera acquisita dal Museo, trovata casualmente nella spazzatura da Sir Wilson, descritta in un articolo del Montreal Gazette come «Una vecchia donna che balla su un rigoglioso campo primaverile, i cui seni cadenti sbattono volenti e nolenti, mentre, inspiegabilmente, sembra trattenere con una mano una sedia rossa dietro di lei, ed un mazzo di margherite con l’altra».

Lucy in the Field with Flowers, olio su tela, autore sconosciuto, Moba Museum, Dedham, Massachusetts

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«The Icelandic Phallological Museum» (il Museo Fallologico Islandese)

Piccolo museo privato aperto nel 1997 per iniziativa dello storico e insegnante Sigurður Hjartarson, il Museo Fallologico Islandese è immediatamente divenuto una delle attrazioni turistiche più visitate della capitale Reykjavik, in grado di attrarre visitatori da tutto il mondo per via dell’unicità della sua collezione. Il museo comprende oltre duecento peni imbalsamati di mammiferi autoctoni e non, tra cui balene e cetacei della costa islandese, in dialogo con altrettante opere pittoriche e scultoree dalla forma fallica. Lo scopo dichiarato del museo è di «perseguire uno studio accurato ed approfondito nella branca della fallologia in modo scientifico ed organizzato», al fine di dare il giusto risalto a un ambito considerato marginale rispetto alle tradizionali discipline accademiche.

Penises of Reindeers, Museo Fallologico Islandese, Reykjavik. Fonte Wikipedia.org, CC BY-SA 4.0. Autore foto: APK

«MUSA»: il Museo di Arte Subacquea di Cancun

Suggestivo e in grado di conciliare arte e meraviglie naturali, Il MUSA di Cancun, inaugurato nel 2009, è il più grande museo sottomarino al mondo. Situato nei pressi di Isla Mujeres, presso Cancun, il museo nasce grazie alla brillante intuizione dello scultore Jason DeCaires Taylor. Egli ha trasformato i cristallini fondali messicani in un museo sottomarino installandovi oltre cinquecento sculture da lui realizzate.

Il museo può essere visitato in vari modi, dall’immersione completa (otto metri di profondità) allo snorkeling. I meno avventurosi potranno comunque osservare i fondali dal fondo trasparente della Glass Boat.

Il MUSA rientra a pieno titolo nella categoria degli Ecomuseo, realtà museali a tutela dell’ambiente, in questo caso della barriera corallina. Le sculture sono infatti realizzate in calcestruzzo a PH neutro e altri materiali che facilitano la crescita dei coralli.

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Jason de Caires Taylor, Dream collector (Collezionista di sogni), MUSA, Cancun (Messico). Fonte Wikipedia.org, CC BY-SA 2.0. Autore foto: Andy Blackledge

«Red Light Secrets Museum »: il museo della prostituzione di Amsterdam

La capitale della trasgressione e dell’erotismo ospita il primo museo della prostituzione al mondo, allestito in un ex bordello cittadino del XVII secolo nel famoso «quartiere a Luci Rosse» di Amsterdam.

Il museo ripercorre la storia della prostituzione nei Paesi Bassi, dalla nascita del famoso quartiere fino alla legalizzazione avvenuta nel 2000, e consente al visitatore di immergersi nella vita di una sex worker visitando gli ambienti del museo e ascoltando le registrazioni con le testimonianze di vita e le riflessioni delle lavoratrici del sesso.

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Red Light Secrets Museum, Amsterdam. Fonte Wikipedia.org,  CC BY-SA 4.0

«Sulabh Internationl Museum of Toilets»: il museo internazionale dei bagni di Delhi

Fondato nel 1992, il Sulabh International Museum of Toilets figura in ogni classica dei musei più eccentrici al mondo. Tuttavia, la sua nascita è legata a ragioni molto serie, ovvero la volontà di sensibilizzare sul tema dell’importanza degli impianti igienico-sanitari nella prevenzione di numerose patologie. Il suo fondatore, il Dr. Bindeshwar Pathack, è un attivista che si batte per l’accesso di tutto il popolo indiano a servizi sanitari adeguati e il Museo dei Bagni contribuisce a diffondere consapevolezza sul tema dell’igiene, ripercorrendo la storia del gabinetto dal 2500 a.c. ai giorni nostri, attraverso una ricca collezione di modelli provenienti da epoche diverse, dai primi rudimentali esemplari fino ai modernissimi WC giapponesi dotati di diverse funzioni.

Example of two “ecosan” toilet slabs, Sulabh Internationl Museum of Toilets, Delhi. Fonte Wikipedia.org, CC BY-SA 2.0 Autore foto: Ajay Tallam

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Arianna Trombaccia

Romana, classe 1996, ha conseguito la laurea magistrale con lode in Storia dell'arte presso l’Università La Sapienza. Appassionata di scrittura creativa, è stata tre volte finalista al Premio letterario Chiara Giovani. Lettrice onnivora e viaggiatrice irrequieta, la sua esistenza è scandita dai film di Woody Allen, dalle canzoni di Francesco Guccini e dalla ricerca di atmosfere gotiche.

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