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Tra fotografia, installazione e pittura: le nuove mostre al Mart

Tre nuove mostre, incentrate su temi politici e sociali, protagoniste della stagione estiva al Museo d'arte moderna e contemporanea di Rovereto (TN)

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È un’arte dichiaratamente politica quella che è esposta nelle nuove mostre inaugurate l’11 aprile al Mart di Rovereto. Dalla lotta al cambiamento climatico di Sebastião Salgado, all’impegno per la sensibilizzazione su temi sociali del nostro tempo dell’artista Li Yongzheng, passando per una breve parentesi di atmosfere oniriche del Realismo Magico con Pyke Koch e Cagnaccio di San Pietro. Le mostre dell’estate roveretana saranno visitabili fino al 21 settembre (Salgado e Yongzheng) e 31 agosto (Realismi Magici).

«Sebastião Salgado. Ghiacciai»

A cura di Lélia Wanich Salgado, la mostra si articola in due sezioni comunicanti esposte presso il Mart di Rovereto e il MUSE di Trento (dal 12 aprile 2025 all’11 gennaio 2026). Ma l’idea di Ghiacciai nasce da una terza istituzione culturale trentina: il Trento Film Festival, da sempre impegnato nella promozione dell’arte cinematografica che si lega all’ambiente e alla lotta per la sua salvaguardia. Arte, ricerca scientifica, educazione e divulgazione si uniscono in un progetto che vuole portare avanti un nuovo sistema di valori rispetto al patrimonio materiale e immateriale.

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Sebastião Salgado, dalla serie “Ghiacciai” (1995-2020)

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Oltre cinquanta fotografie di grande e grandissimo formato, in gran parte inedite, emergono dalle pareti blu oceano e celebrano l’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai proclamato dall’ONU. Dalla Penisola Antartica al Canada, dalla Patagonia all’Himalaya, Dalla Georgia del Sud alla Russia, i ritratti in bianco e nero dei giganti di ghiaccio indagano le conseguenze a breve (brevissimo) e lungo termine della crisi climatica e del riscaldamento globale. Ancora una volta, Salgado mostra con emozionante chiarezza e bellezza una realtà difficile da accettare e di fronte alla quale bisogna agire immediatamente.

«Li Yongzheng. Nel profondo di questo deserto»

Nel profondo di questo deserto, monografica dedicata all’artista cinese Li Yongzheng curata da Joshua Ceresato, potrebbe sembrare l’opposto rispetto a Ghiacciai, visto il contrasto acqua-deserto che i titoli suggeriscono. Eppure le due esposizioni hanno moltissimi punti comuni, primo tra tutti il profondo impegno sociale che comunicano e incoraggiano.

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Li Yongzheng, Defend Our Nation (2015)

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Artista eclettico, Yongzheng opera attraverso performance, video, installazioni, pitture e nuovi media, ponendo come punto di partenza il tema. L’intenzione – dichiarata – è quella di coinvolgere il pubblico, favorire il pensiero e raccontare le trasformazioni sociali e culturali della Cina contemporanea. La mostra, ospitata negli ampi spazi del secondo piano del Mart, presenta 21 lavori che accompagnano l’osservatore in un viaggio alla scoperta di tradizioni, modernità e contrasti di una società antica e complessa come quella cinese. Il tutto affrontato con trasparenza ed empatia disarmanti.

«Realismi Magici»

Un confronto inedito tra due grandi protagonisti di una delle stagioni artistiche più affascinanti degli anni Venti del Novecento. Pyke Koch e Cagnaccio di San Pietro (pseudonimo di Natalino Bentivoglio Scarpa) sono i protagonisti di Realismi Magici, esposizione curata da Beatrice Avanzi. Il Mart presenta per la prima volta in Italia l’opera del neerlandese Pyke Koch attraverso 31 dipinti provenienti da alcuni tra i principali musei dei Paesi Bassi. Le opere di Koch dialogano con circa 70 tra pitture e disegni di Cagnaccio di San Pietro.

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Il percorso cronologico e tematico che si sviluppa nelle sale del museo roveretano evidenzia i punti in comune tra i due artisti così come le loro differenze e particolarità. È evidente in entrambi, per esempio, il rimando al rigore e all’abilità tecnica dei maestri nordici del Quattrocento, così come la predilezione per persone e ambienti umili per indagare temi sociali. Ma da un punto di vista umano e ideologico i due non avrebbero potuto essere più diversi, vicino al nazismo Koch e antifascista Cagnaccio, e lo si nota anche da alcune opere a tema politico. Se l’italiano è maggiormente aderente alla realtà, Koch adotta una modalità d’espressione e rappresentazione più onirica e straniante, rifacendosi a simboli e soggetti provenienti dal mondo del circo, del cinema, della fotografia. Il suo lavoro è stato più volte interpretato secondo matrici psicoanalitiche, oltre che politiche.

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Rebecca Sivieri

Classe 1999. Nata e cresciuta nella mia amata Cremona, partita poi alla volta di Venezia per la laurea triennale in Arti Visive e Multimediali. Dato che soffro il mal di mare, per la Magistrale in Arte ho optato per Trento. Scrivere non è forse il mio mestiere, ma mi piace parlare agli altri di ciò che amo.

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