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Tiziano e l’immagine della donna in mostra a Palazzo Reale

Fino al 5 giugno 2022, il Palazzo Reale di Milano ospita una grande mostra dedicata a Tiziano e alla rappresentazione della donna nella Venezia del Cinquecento.

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Lo scorso 23 febbraio il Palazzo Reale di Milano ha inaugurato la stagione espositiva del 2022 con una mostra dedicata a Tiziano e all’immagine della donna nella Venezia del XVI secolo. L’attenzione all’immaginario femminile e al ruolo sempre più inclusivo della donna è emersa già lo scorso anno con la mostra Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600 e proseguirà con l’imminente inaugurazione di Ritratte. Direttrici di musei italiani, sempre a Palazzo Reale.

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La nuova esposizione milanese, dal titolo Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano, è stata prodotta da Skira con il Comune di Milano, grazie al sostegno di Fondazione Bracco, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna e curata da Sylvia Ferino, con il supporto di un comitato scientifico internazionale. Una vasta selezione di più di cento opere tra dipinti, sculture, gioielli e vestiti, libri e grafica è aperta al pubblico fino al 5 giugno 2022.

Il ruolo magistrale di Tiziano

Il titolo della mostra colloca in posizione di rilievo il nome di Tiziano, per il quale la bellezza artistica equivale a quella femminile, a cui dedica una parte considerevole della sua opera. Si dice che Tiziano abbia reinventato l’immagine della donna, garantendo a sé stesso e alle proprie figure fama eterna. In una perfetta fusione di individualità e idealizzazione letteraria, le sue donne senza tempo appaiono umanamente moderne. 

Dall’aspetto vitale e luminoso, eleganti nei lineamenti del viso e nelle movenze, i personaggi si caricano di un accento erotico sofisticato. Già nel corso del Quattrocento, specie nelle corti dell’Italia settentrionale, si assiste ad una “erotizzazione” delle arti, che conoscerà una nuova fase di intensità all’inizio del secolo successivo. È una sensualità sottile che non si esaurisce nella raffigurazione di nudi o di interazioni sessuali; essa si lega all’abilità dell’artista nel rendere i moti dell’animo e nel plasmare espressivamente l’immagine. I corpi che crea sono dotati di una straordinaria dimensione aptica: osservandoli, possiamo sentirne la morbidezza, le tensioni, le strette degli abbracci. Attraverso l’occhio si attiva anche il senso del tatto, da cui scaturisce il desiderio erotico che Tiziano ha saputo trasformare in piacere estetico.

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Straordinaria in questo senso l’opera Venere, Marte e Amore di Tiziano, considerata la raffigurazione di uno dei primi baci appassionati della pittura europea. Il pretesto mitologico dell’amore clandestino tra Marte e Venere offre a Tiziano lo spunto per fare di un abbraccio il fulcro della composizione. La piena consapevolezza con cui i due corpi si fondono, in una relazione passionale e realistica, è lontana da ogni idealizzazione letteraria.

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Marte, Venere e Amore, Tiziano e Bottega (1550 circa), olio su tela, Vienna, Kunsthistorisches
Museum.

L’immagine della donna a Venezia nel XVI secolo

A Venezia l’immagine della donna assume un ruolo e un’importanza unici nella storia della pittura: da un lato grazie al tizianesco rinnovamento dell’immagine femminile, dall’altro per il particolare status sociale di cui godono le donne. Per esempio, la donna sposata può gestire la propria dote e redistribuirla tra i figli, dopo la morte del coniuge. Entro un sistema patriarcale, le donne sono escluse dalla vita politica e finanziaria, mentre il loro compito resta circoscritto alla gestione della casa e all’educazione dei figli. Il potere sociale delle patrizie veneziane si rivela nelle grandi occasioni pubbliche, dove la loro immagine, con l’ostentazione di abiti e gioielli, rappresenta visivamente la potenza e la sontuosità della Serenissima.

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Rispetto a quanto avviene nelle altre regioni d’Italia, le donne veneziane delle classi più agiate appaiono solo raramente ritratte. La ragione sembra essere l’avversione dell’oligarchia veneziana verso il culto della personalità e della memoria intrinseco nella ritrattistica, interessando in modo particolare le rappresentazioni muliebri. Solo nella terraferma veneziana si può trovare una cultura ritrattistica più vivace.

La Bella, Palma il Vecchio (XVII secolo [?]), olio su tela, Vienna, collezione privata P.

Particolare è il caso delle “belle veneziane”, genere di ampio successo all’inizio del XVI secolo, in posizione liminare tra il ritratto ideale e quello reale. Raffigurate a mezzo busto, sono donne affascinanti con lo sguardo, spesso ammiccante, rivolto verso lo spettatore. Possono contenere dettagli che rimandano tanto al fidanzamento (come la presenza di anelli gemelli), quanto all’amore venale (il seno scoperto).

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Laura, Giorgione (1506), olio su tela, su legno di abete, Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Le undici sezioni della mostra «Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano» a Palazzo Reale

Il percorso della mostra Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano al Palazzo Reale di Milano si articola in undici sezioni tematiche. Pur presentando la donna in un contesto profano, l’esposizione prende le mosse da due magnifici quadri di Tintoretto e Tiziano che rappresentano le protagoniste femminili dell’Antico e del Nuovo Testamento, Eva e Maria. Questa scelta si deve all’influenza determinante che esse hanno avuto sul ruolo della donna nella società cristiana, incluso il Cinquecento veneziano.

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Prosegue poi con plurime sezioni dedicate alla ritrattistica e a suoi particolari esiti, tra cui si ricordano le già citate “belle veneziane” e i dipinti a seno scoperto, simbolo di amore veniale, ma anche via per “aprire il cuore” e sottolineare la sincerità del sentimento. Attenzione a sé meritano le figure di eroine classiche e bibliche, tra cui spicca la figura di Lucrezia. Interessante è il confronto tra la proposta di Veronese e quella del giovane Tiziano rispetto a quella del Tiziano più maturo. Le prime celebrano la fermezza con cui la donna affronta il suicidio, l’altra la violenza brutale dell’uomo e la sofferenza fisica e morale della giovane.

Tarquinio e Lucrezia, Tiziano (1572-76 circa), olio su tela, Vienna, Akademie der bildenden Kunste Wien.

Passando per le parti dedicate alla florida attività editoriale della città di Venezia e alle figure di donne erudite, lo spettatore viene conquistato dal fascino della mitologia e dei suoi soggetti. Con occhio di riguardo alle Metamorfosi di Ovidio, l’oggetto di interesse sono qui gli amori degli dei, in particolare la vicenda di Venere e Adone e le numerose conquiste di Giove.

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Ninfa e pastore, Tiziano (1570-75 circa), olio su tela, Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Il percorso della mostra a Palazzo Reale si conclude con un’opera emblematica, Ninfa e Pastore, dipinta da Tiziano nella fase conclusiva della sua carriera artistica. Lo sguardo languido e consapevolmente rivolto verso lo spettatore sottolinea che è lei, la donna, a dominare la scena e a comprendere la forza del destino e della natura. Addotta a esprimere la visione dell’artista sulla potenza primordiale della donna, il messaggio fondamentale sembra essere quello della sua supremazia in veste di genitrice nell’Universo.

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Teresa Bonandi

Sono una studentessa di Lettere Moderne all’Università Cattolica di Milano, amo l’arte, la moda e gli aperitivi con gli amici. Estremamente ipercritica verso me stessa e determinata a portare a termine i miei progetti, sempre con un occhio di riguardo alle nuove tendenze, da vera fashion victim.

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