TORINO – Una finestra sull’attualità e su una situazione che, dopo essere stata al centro della cronaca all’inizio del 2014, è stata lasciata da parte: questo offre la mostra The Breaking Point: la guerra d’Ucraina. Organizzata e ospitata dalla Galleria Paola Meliga di Torino, l’esposizione ha come oggetto una ventina di immagini del fotoreporter Ugo Lucio Borga; è stata inaugurata lo scorso 20 febbraio, ma sarà aperta al pubblico fino al 10 aprile prossimo. Borga aveva già esposto due anni fa i suoi lavori, che avevano come tema la guerra dell’Africa centrale; questa volta, con un percorso espositivo organizzato in trittici, il fotografo racconta una storia per ricordare che il conflitto in Ucraina è ancora aperto.
Il fotoreporter dedica da anni la sua attività alla documentazione dei conflitti più “dimenticati” del mondo, alle crisi umanitarie, alle questioni sociali irrisolte. Ecco le parole con cui lui stesso introduce l’esposizione: «Secondo la propaganda del governo Ucraino, circa seimila civili e militari hanno perso la vita durante la guerra. Fonti dei servizi segreti tedeschi, citate dal quotidiano Frankfurter Zeitung Alggemeine, raccontano una verità diversa: le vittime, nel febbraio 2015, sono già almeno cinquantamila. Nessuno dei motivi che hanno portato alla genesi e alla cronicizzazione del conflitto sono stati affrontati e risolti nel corso dell’ultimo vertice, noto come Minsk 2. Quel che è certo, è che in Ucraina la gente continua a uccidere e morire, per ragioni che poco o nulla hanno a che vedere con questioni etniche. Il processo di allargamento verso est del blocco euro atlantico e la conseguente reazione della Federazione Russa, determinata a prevenire la perdita di una nazione cui ha sempre riconosciuto solo un’indipendenza formale, è la causa della guerra in corso. Oltre un milione e mezzo di persone hanno abbandonato le loro case per fuggire dai combattimenti. Chi è rimasto, spesso sopravvive sottoterra. La tregua siglata nel corso degli ultimi incontri a Minsk è crollata lungo tutta la linea del fronte: si combatte dal confine orientale con la Federazione russa al Mare d’Azov».
S.F.
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