Criticata, bersagliata, invidiata, ma al contempo amata, osannata, adulata da generazioni di giovani e meno giovani che usufruivano delle sue pellicole porno per fini che non stiamo qui a specificare. Stiamo parlando di Moana Pozzi, una delle pornodive più famose di tutti i tempi.
Una vita e una morte all’insegna dell’eros
Scrivere un pezzo sulla biografia di Moana apparirebbe decisamente ridondante, in quanto ce ne sono diverse e tante già su internet. Su Moana si è detto tutto e il contrario di tutto. Per questo, ciò che vogliamo mettere in evidenza in questo articolo è il potenziale erotico della figura di Moana Pozzi, una donna e una pornodiva che ha attraversato intere generazioni, diventando poi un mito a causa della sua prematura scomparsa, avvenuta il 15 settembre 1994.
La morte stessa di Moana, infatti, esprime un alto tasso di erotismo: il fatto che essa, a distanza di anni, non sia stata ancora del tutto chiarita, perché vi ruotano intorno teorie del complotto che addirittura sostengono che Moana non sia mai morta, ma sia semplicemente fuggita dall’altra parte del mondo per iniziare una nuova vita, ha un carattere erotico, perché è avvolta nell’ombra, perché non è nitida.
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Questo, come direbbe Roland Barthes, è uno sguardo pornografico, perché ci si concentra su dei dettagli che emergono un po’ meglio nella confusione generale, cercando di coglierne, fallacemente, uno sguardo di insieme.
È un poco come spiare dal buco della serratura e l’unica cosa che si riesce a vedere con una certa nitidezza è che Moana Pozzi non c’è più, è scomparsa dalle scene dei suoi film porno e dei talk show dove veniva invitata, ma non per questo è scomparsa dalle nostre vite, in quanto il mito di Moana Pozzi rimane ancora oggi un modello di eros nella pornografia.
Certo, perché Moana non era semplicemente una pornodiva, ma era una diva dell’eros.
Moana Pozzi tra porno ed eros
Porno è ciò che punta lo sguardo solo sui genitali, tristi dettagli di una metonimia sessuale, ovvero di una riduzione di un’esperienza (quella sessuale) al mero atto; eros è tutto ciò che va oltre, è l’insieme dei corpi che si susseguono, è armonia, è tempo, è racconto, è sguardi, è attesa.
Moana era Eros.
Probabilmente l’educazione e la formazione di taglio cattolico che le furono impartite durante l’infanzia, contribuirono ad esaltarne il carattere erotico, perché Moana era veramente, come avrebbe detto Carmelo Bene, o-scena, ovvero “fuori dalla scena”.
Si sottraeva al controllo delle stesse telecamere e delle esigenze elementari del porno, per diventare totalmente o-scena, ovvero per espandere il proprio io nella relazione con i suoi partner sulla scena. Moana aveva subito un’infanzia repressiva, ma su uno spirito creativo la repressione genera uno stato di slittamento del senso stesso della personalità e la necessità di crearsi uno spazio o degli spazi di azione alternativi.
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Ed era esattamente ciò che faceva Moana Pozzi durante i suoi film a luci rosse: si riscriveva a margine delle pellicole che, senza di lei, sarebbero state delle banalissime pellicole pornografiche e che invece, grazie a lei, diventarono delle opere d’arte erotiche.
In questi film, la figura stessa di Moana catalizza su di sé l’attenzione dello spettatore ed espande il senso in figura femminile meravigliosa, fatta di corpo, di anima, di relazione e tensione verso l’altro.
Cosa ci ha lasciato Moana Pozzi
Moana, che sia morta o no, ci lascia un pezzo della cultura porno italiana e internazionale che rappresenta un unicum nel suo genere, in quanto nessuno come Moana ha saputo interpretare la necessaria connessione che c’è tra eros e porno nella vita degli esseri umani, quella totalizzante forma in cui il desiderio combacia con la sua espressione, la carne con l’anima, il sesso con l’amore, non solo per un altro essere umano, ma per la vita nella sua totalità.
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