Alda Merini è universalmente riconosciuta come una delle più importanti poetesse del XX secolo: un riconoscimento definitivamente attestato, come nella maggior parte dei casi, dopo la sua morte che le ha regalato una fama nuova e più solida. Personaggio controverso, figlia di un’Italia poco avvezza ai diversi. Lei che tra i diversi rientrava quasi di diritto, non tanto per la sua malattia mentale, quanto per il fuoco della poesia che la rendeva schietta e portatrice di parole affilate. Un comportamento che si rivelò unico non solo nella sua produzione poetica, fatta di una composizione veloce e a getto, ma anche nella sua vita quotidiana dove ogni sua parola era frutto di un demone interiore mai sedato. I suoi legami col mondo non furono labili, quelli con le persone quasi ossessivi, quelli con la città quasi mistici: Milano è nei suoi versi, a volte nascosta, a volte lucida e brillante come l’acqua dei Navigli. In questo articolo vi portiamo alla scoperta della Milano di Alda Merini.
La Milano di Alda Merini: i Navigli
Il tour nella Milano di Alda Merini inizia proprio dai Navigli, dove viveva in Ripa di Porta Ticinese al numero 47, fortunata spettatrice e contestualmente succube dello scorrere incessante del Naviglio Grande. È forte il suo legame con l’elemento acquatico, col flusso svelto dei canali che hanno reso questa zona di Milano celebre in tutto il mondo, talmente forte da renderla meritevole di un epiteto ormai celebre, quello di poetessa dei Navigli.
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La poetessa qui nacque e qui visse stabilmente dal 1986 fino alla morte, amando immensamente la sua città, soprattutto nelle sue vesti notturne, come ebbe modo di dichiarare in diverse interviste e di esprimere in vari suoi versi.
Milano benedetta
donna altera e sanguigna
con due mammelle amorose
pronte a sfamare i popoli del mondo.
La casa delle arti della Merini
Attualmente è possibile ancora percepire l’essenza della poetessa, inoltrandosi nella zona dei Navigli e recandosi, in questo giro nella Milano di Alda Merini, in via Magolfa al numero 32. Qui, infatti, presso la Casa delle Arti-Spazio Alda Merini, è possibile osservare gli arredi e gli oggetti, portati via dall’abitazione principale, per essere esposti a pochissima distanza. Si tratta di una stradina poco distante dal Naviglio Grande, ma che ha il pregio di portare in sé un silenzio quasi liturgico e il fascino del rumore dell’acqua che, stando immobili e zitti, si riesce distintamente a sentire.
Dietro una porta di vetro si può scorgere il letto, il comodino su cui sono poggiati i rossetti lucidi di cui Alda Merini amava coprirsi la bocca, un mazzo di rose appassite, ricevute in dono per un’intervista, il suo cappotto, grande come se fosse ancora pieno di un corpo. Altri oggetti sono sparsi della stanza, tessere di un mosaico complesso, quello di una vita vissuta nel dogma della poesia.
Inoltre, poggiati alle pareti ci sono due pezzi del muro degli angeli: si tratta di quelle parti di intonaco su cui la poetessa scriveva i numeri dei suoi angeli, i suoi amici più fidati, cui telefonava ad ogni ora del giorno e della notte perché trascrivessero i suoi versi, partoriti con la gestazione veloce di un respiro e frementi di essere trascritti.
Al piano terra di questa piccola dimora a lei dedicata c’è una sala che regolarmente ospita artisti, musicisti, poeti e scrittori nella presentazione delle loro opere. Il tutto, gestito dall’associazione «La Casa delle Artiste». Uscendo, non si può non notare un murales che la ritrae nel momento in cui scrive, con l’immancabile sigaretta tenuta a bruciare tra le dita.
La memoria delle città
Le città hanno una storia al pari delle persone, un’anima scandita da chi, tra quelle strade, ha salvato una vita, scritto dei versi, ritratto un volto. La storia di Milano ha tanti perni intorno a cui girare, ma la sua dimensione sommersa non è stata raccontata da nessuno come da Alda Merini che è riuscita a sollevarne la natura dal letto terroso di un fiume e l’ha messa ad asciugare come panni stesi al sole di una casa che affaccia sui Navigli.
Anche grazie a lei, Milano è più bella.
In copertina: Illustrazione di Lucia Amaddeo
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«Viaggio in Italia» è la rubrica mensile di Frammenti Rivista, accompagnata dalle illustrazioni di Lucia Amaddeo, che racconta il Bel Paese attraverso le lenti della cultura. Perché non dobbiamo mai dimenticarci di quanto è bella, e forte, l’Italia.
Articolo originariamente pubblicato su FR il 23 febbraio 2018
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