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Mia cugina Rachele: vittima o assassina?

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2 minuti di lettura

Verdi prati della Cornovaglia, un omicidio, un sospetto. E una risoluzione che sembra non arrivare mai. Tratto dall’omonimo romanzo di Daphne du Maurier, esce nelle sale Mia cugina Rachele, interpretato da Rachel Weisz e diretto da Roger Michell. Un film drammatico con preponderanti sfumature da giallo che saprà insinuare il dubbio sulla misteriosa figura della protagonista Rachel.

«Lei era innocente? Era colpevole? Chi è colpevole?»

La vedova e il cugino 

1830. Philip Ashley, pupillo del cugino Ambrose, viene a sapere che questi è morto in Toscana poco dopo essersi sposato con la cugina Rachel. A gettare il sospetto sulla sua morte sono le sue ultime e sconclusionate lettere in cui accusa la moglie per la sua lenta morte.

Quando Rachel annuncia il suo arrivo in Inghilterra, Philip si prepara ad accoglierla nel modo più freddo e accusatorio possibile convinto della sua colpevolezza. Alla vista della cugina però, il suo atteggiamento cambia e rimane totalmente affascinato dai suoi modi e della sua bellezza tanto da cambiare presto opinione su di lei. Da questo suo folle amore nasceranno fraintendimenti e litigi che costeranno caro a entrambi.

Rachel, la colpevole

Il dito viene subito puntato contro la cugina. La protagonista sembra infatti essere una scaltra manipolatrice: prima riesce ad abbindolare Philip poi riesce a sottrarli le sue ricchezze il tutto sotto gli occhi impotenti degli amici del giovane che costantemente lo mettono in guardia dalla vedova nera. Il dubbio inizia a crescere in Philip quando ormai è troppo tardi. In lui nasce anche l’atroce sospetto che la cugina lo stia lentamente avvelenando con le sue tisane alle erbe, espediente con cui avrebbe ucciso il marito.

«Con che incredibile facilità una donna come tua cugina Rachel è riuscita ad abbindolarti!»

Rachel, l’innocente

A ben vedere però, la figura di Rachel è emblema della donna forte che vuole essere indipendente in un mondo di uomini. Una mentalità moderna che si trova di fronte ad atteggiamenti ostili a causa di una società bigotta dove le donne devono dipendere dal marito senza avere alcuna libertà. Rachel invece cerca il suo personale spazio che deve conquistarsi a fatica. È una donna sensuale che usa la sua sensualità come farebbe un uomo, prendendosi degli sfizi concessi all’epoca solo a loro, per esempio consumare un rapporto sessuale con qualcuno senza che questo significhi per forza convolare a nozze.

«Vergogna per cosa? Perché avrei dovuto vergognarmene?»

Tutta la pellicola fa perno sul detto e non detto, sui dialoghi con un doppio significato, che sviano dunque dalla verità. Ma qual è la verità?

Dal romanzo alle pellicole

Autrice anche di Rebecca la prima moglie e Gli uccelli portati entrambi su grande schermo da Alfred Hitchcock, Daphne du Maurier viene riscoperta grazie all’odierno Mia cugina Rachele, remake dell’omonimo film del 1952 diretto da Henry Koster, interpretato da Olivia De Havilland e da Richard Burton.

Un film, questo Mia cugina Rachele del 2018, che non può certo essere considerato un capolavoro paragonandolo ai successi del maestro del brivido, ma è una pellicola piacevole e scorrevole dalla bellissima fotografia che rende giustizia alle splendide (quanto pericolose) scogliere della Cornovaglia.

Consigliato agli amanti dei film in costume che vogliono anche misurarsi con una storia intrigante, che gioca con lo spettatore senza mai svelargli la verità. Riuscirà Rachel a sedurre anche voi?

Immagine di copertina: Olivia de Havilland and Richard Burton publicity photo in My Cousin Rachel, 1952 wikipedia.org

 

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Azzurra Bergamo

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