L’artista è una figura sacra, che il mercato dell’arte omaggia di riverenze e ricopre di denaro. Ogni suo gesto è interpretato dalla critica, ogni suo scarabocchio fatto al telefono sconvolge le aste. Piero Manzoni stravolge le regole e ridicolizza il mondo dell’arte, mettendo a nudo le sue debolezze e la sua innata idolatria. Come? Con 90 barattoli contenenti la «Merda d’artista», prodotto originale rielaborato dal corpo santo dell’autore più quotato.
«Merda d’artista» di Piero Manzoni: analisi dell’opera
Nel 1961 Piero Manzoni ha solamente 27 anni, ma è già uno tra gli artisti più amati e discussi del secondo Dopoguerra italiano, un periodo vivacissimo per l’arte contemporanea in tutto il mondo. Manzoni si esprime attraverso l’arte concettuale e il New Dada, realizzando opere che espone nelle gallerie di tutta Europa.
Dopo le tele bianche degli Achrome, i palloncini riempiti di Fiato d’artista e le ragazze nude firmate come Sculture Viventi, il giovane artista milanese pensa a un’altra trovata, nata per ironizzare sul mondo del mercato artistico, che compra, vende e scambia qualunque cosa approvata e autenticata dal gesto artistico, deformato attraverso la critica in una benedizione che dona all’oggetto valore di mercato.
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Piero Manzoni prende 90 barattoli di latta, usati solitamente per confezionare la carne in scatola, e vi appone un’etichetta descrittiva in quattro lingue (italiano, francese, inglese e tedesco) dove è scritto:
Merda d’artista. Contenuto netto gr. 30.
Conservata al naturale.
Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961.
Ogni barattolo viene poi numerato e firmato dall’artista.
Ogni barattolo era quotato in 30 grammi di oro zecchino al valore attuale, modificandosi quindi a seconda del valore aureo del periodo storico. Nessuno può aprirle, a meno di distruggere l’opera d’arte e perdere completamente il suo valore in denaro. Questo alimenta il mistero e il divertimento intorno alle 90 scatolette, oggi sparse nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo.
Qualcuno però non è riuscito a resistere alla tentazione, e così nel 2008 l’artista francese Bernard Bazile ne ha aperta una, trovandovi dentro un’altra scatoletta, che ha lasciato sigillata, infittendo il mistero.
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Il 7 dicembre 2016 presso la casa d’aste di Milano Il Ponte è stata venduta la Merda d’artista numero 69, aggiudicata per 275 mila euro, nuovo record mondiale d’asta per Piero Manzoni. La profezia dell’artista si è avverata: qualcuno ha comprato per una cifra esorbitante qualcosa di misterioso e puramente concettuale solo perché realizzato per mano di un artista quotato. La lezione di Manzoni si è compiuta, mentre ce lo immaginiamo da qualche parte a ridere compiaciuto.
A proposito di Piero Manzoni
Piero Manzoni nasce a Soncino, in provincia di Cremona, da una nobile famiglia, ramo cadetto del casato milanese dei Manzoni. Già da giovanissimo, grazie alle frequentazioni artistiche della famiglia, sperimenta linguaggi artistici innovativi, come la firma attraverso le impronte di Oggetti banali. La sua carriera come artista viene definitivamente lanciata nel 1957, quando firma insieme ad altri artisti il Manifesto dei Nucleari.
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Insieme a loro realizza gli Achrome, le famose tele bianche arricciate e deformate con gesso e caolino. Negli anni Sessanta abbandona i Nucleari per dedicarsi all’arte concettuale e alle opere New Dada che lo hanno reso celebre in tutto il mondo. Le sue opere si fanno man mano più provocatorie: dalle Linee d’artista fino alla Base del mondo, un piedistallo rovesciato su cui idealmente si appoggia la Terra. Piero Manzoni muore giovanissimo, a soli 29 anni e al culmine della carriera, a causa di problemi cardiaci.
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