Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
e il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.
Cesare Pavese – 9 novembre ’45
Non è facile parlare dei luoghi della Resistenza. Dopo l’8 settembre 1943 tutta l’Italia divenne un luogo di Resistenza, dalla città, al borgo, alla casa, dal lago alle montagne: ovunque un singolo o un gruppo prendeva la rischiosa, eppure moralmente necessaria, decisione di quale parte seguire e quindi chi essere. Eppure ci furono borghi, paesi, colline, montagne in cui il sangue si spanse più in abbondanza e in cui il furore fratricida tuonò con maggior impeto. Ci furono luoghi, chiamati con nome popolare Villa Triste, che altri non erano che casermoni o palazzi a Milano, Roma, Firenze, Trieste, Genova, dove i nazifascisti torturarono atrocemente i partigiani.
Tuttavia, quando si pensa alla resistenza i luoghi che più colorano l’immaginario collettivo sono le colline e le montagne. Per commemorare questo giorno di festa e ricordo si sono scelti 4 particolari luoghi teatro dello scontro tra partigiani e repubblichini e che, per questo motivo, vogliamo proporre come piccolo quadro celebrativo dei Luoghi della Resistenza Italiana.
Valico de La Foce (Massa Carrara)
La Foce è una località di 76 abitanti, facente parte del comune di Carrara e sorge in prossimità del Valico che attraversa una propaggine collinare delle Alpi Apuane, tra la valle del Carrione (Carrara) e la parte più alta della piana massese (Massa). Qui l’8 settembre del 1943 ebbe inizio la resistenza dei carraresi contro i soldati nazifascisti che presidiavano il territorio. Il luogo è uno dei centri che videro la più stretta collaborazione tra popolazione civile e alpini (in questo caso furono gli alpini del Battaglione Val di Fassa) contro il nemico tedesco. Un cippo commemora gli eventi della resistenza presso La Foce, che fu un anche uno dei punti strategici principali della Linea Gotica.
La Foce fu anche teatro del movente per uno delle più tragiche rappresaglie nazisti: qui fu ucciso il soldato tedesco in nome del quale venne compiuto l’eccidio del vicino paese di Bergiola Foscalina (16/09/1944), in cui vennero uccisi 72 civili.
Sant’Anna di Stazzema (Lucca)
In questo paese si verificò un altro degli efferati eccidi delle SS ai danni della popolazioni civile innocente. La mattina del 12 agosto 1944 i tedeschi ed i fascisti collaborazionisti circondarono il paese. Gli uomini avevano compreso ciò che sarebbe accaduto e scapparono nei boschi, mentre donne vecchi e bambini rimasero nelle case, convinti che, essendo inermi e innocui, non sarebbe accaduto loro nulla. Morirono 560 persone, di cui 130 bambini. La procura stabilì che non fu una rappresaglia, ma un volontario atto terroristico.
Nel paese è visitabile il Monumento Ossario che raccoglie i resti delle vittime, che sorge sulla cima del Col di Cava da cui domina la pianura ed il litorale sottostante, come alto monito alla scelleratezza delle azioni umane. Il territorio collinare di Sant’Anna (dalla piazza della Chiesa ed il vicino Museo Storico della Resistenza al Col di Cava) è stato istituito quale Parco Nazionale della Pace, la cui valorizzazione avviene attraverso manifestazioni, mostre e convegni, con l’intenzione di perpetuare valori di pace, giustizia e rispetto attraverso non solo la memoria storica, ma anche paesaggistica ed ambientale.
Strette di Pertuso (Alessandria)
Una gola fluviale piemontese, scavata tra le montagne dal torrente Borbera (incontaminato e – per questo – balneabile). Il luogo possiede, oltre che una forte impronta storica, una immensa suggestione paesaggistica. Esso è visibile percorrendo la SP 140 della val Borbera da Arquata Scrivia a Capanne di Cosola.
Le Strette furono tra il 1943 e il 1945 teatro degli scontri tra repubblichini, che controllavano la bassa valle, e i partigiani, stanziati invece sull’alta valle. Tra il 24 e il 27 agosto del 1944 l’ameno paesaggio delle strette divenne scenografia di uno scontro ricordato come “La Battaglia di Pertuso“, e nell’ottobre dello stesso anno venne fatto saltare in aria dai partigiani il Ponte del Carmine, per impedire i collegamenti che, lungo tutto il tratto delle Strette, possono avvenire solo attraverso i ponti. La valle fu luogo dove agirono diverse divisioni partigiane e a Pertuso è stata eretta una stele in memoria di ognuna di loro.
Per gli amanti del trekking è possibile rivivere i sentieri percorsi dai partigiani durante la resistenza attraverso un sentiero che da Vignole Borbera arriva fino a Capanne, consultabile sul sito dell’ISRAL (Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria ).
Monte Giovi (Firenze)
Nel territorio toscano il luogo della resistenza per eccellenza è il Monte Giovi, nella parte più orientale della dorsale appenninica di Monte Morello e Monte Senario, suddiviso tra il comune di Pontassieve e di Borgo San Lorenzo. Il Monte è sede di un Parco dedicato alla guerra partigiana, il Parco Culturale della Montagna, la cui istituzione ha come finalità la perpetuazione del ricordo storico assieme alla valorizzazione del territorio contadino, attraverso il recupero della viabilità rurale ed il ripristino dei corsi d’acqua. Nel parco è possibile seguire 5 diversi percorsi tematici:
- Percorso in memoria della rappresaglia di Pievecchia (Acone – Galiga – Passo Aceraia – Prati Nuovi – Acone);
- Itinerario in memoria dell’eccidio di Padulio, che attraversa anche i luoghi di Don Milani, tra cui la celebre Barbiana (Mulino di Baldracca – San Martino a Scopeto – Tamburino – Piramide Brigate Partigiane – Barbiana – Padulivo – Mulino di Baldracca);
- Itinerario attraverso i luoghi del romanzo della resistenza di Cassola, La ragazza di Bube, la cui tappa principale è il Santuario della Madonna del Sasso. (Santa Brigida – Madonna del Sasso – Monte Rotondo – Passo dell’Aceraia – Croce di Aceraia – Santa Brigida);
- Seguendo questo itinerario si incontrano luoghi storici della Resistenza, come la piramide delle Brigate Partigiane, la fonte alla Capra e la casa del Cerro, una delle più utilizzate dai gruppi partigiani della zona. (Tamburino – San Giusto – Prati Nuovi – Casa Cerro – Monte Giovi – Piramide Brigate Partigiane – Tamburino);
- Strada del Monte Rodonto, dove si trova Villa Cerchiai, attaccata nell’agosto del 1944 dai tedeschi: l’attacco fu però sventato dalle forze partigiane qui presenti.
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