Come ogni domenica vi riproponiamo quelli che sono stati i migliori articoli pubblicati sul nostro giornale nella settimana appena conclusa, scelti dalla redazione. Così anche chi si è distratto può recuperare con tutta calma!
ANTONIO GRAMSCI, IL GRANDE
INTELLETTUALE DIMENTICATO
Il più grande intellettuale italiano del ‘900, Antonio Gramsci, è oggi quasi completamente dimenticato. A scuola non si studia, se non in storia come fondatore del Partito comunista italiano. In alcune università già va meglio: lo si trova citato in svariati manuali, specialmente di discipline sociologiche. Eppure del contributo di Gramsci alla storia della cultura italiana nessuno parla, fuori dal contesto specialistico… se non per qualche aforisma sparso e decontestualizzato.
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NOSTOI DEL NOVECENTO:
CINQUE LIBRI DA LEGGERE
Quando il personaggio di un libro rimette piede in casa, o immalinconito o controvoglia o casualmente, allo scrittore si prospetta un’indefinita varietà di modi di costruire la scena; ed è per giunta una scena madre, se non madre madrina, perché è una sequenza centrale. La casa è il luogo in cui il personaggio, che si appollai su antiche convinzioni, prosegua nel suo cammino esistenziale, o si senta ingabbiato o coccolato dal ciclico ritorno alle radici, fa immancabilmente qualcosa di importante. È un fatto letterario. Può essere uno scacco come un rifugio.
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HARRY POTTER AND THE
CURSED CHILD: LA ROWLING
SA USARE LA GIRATEMPO
Il 31 luglio – data di nascita di J. K. Rowling e del maghetto da lei creato – è stato quest’anno un giorno ancor più speciale per i fan della saga di Harry Potter: è entrato infatti in commercio Harry Potter and the Cursed Child (Harry Potter e la maledizione dell’erede in italiano, pubblicato da Salani dal 24 settembre), copione dell’omonimo spettacolo teatrale attualmente in scena a Londra e firmato Jack Thorne, John Tiffany e, ovviamente, J. K. Rowling.
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“LA PRIMA COSA BELLA”:
L’AMARCORD DI VIRZÌ
TRA LIVORNO E AFFETTI
«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via» scriveva Cesare Pavese. E questo la dice lunga sul rapporto di Paolo Virzì con la sua terra. Livorno, porta a mare della Toscana, amata e odiata dai suoi abitanti come una madre dal cui cordone vorremmo staccarci pur non riuscendo ad abbandonarla. Una madre, appunto, che da malata terminale resiste al male con tenacia e orgoglio, come una roccia smussata dal tempo.
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IN PRINCIPIO ERANO LE OLIMPIADI
E L’IMPORTANTE ERA VINCERE
Fra il 1875 e il 1881 uno scavo tedesco riportò alla luce i resti della cittadina di Olimpia, nel Peloponneso nord-occidentale. Sotto gli occhi degli archeologi riemergevano imponenti edifici sacri, ma anche strutture destinate allecompetizioni atletiche: dopo quasi duemila anni, tornava alla luce la sede dei celebri Giochi Olimpici antichi. La curiosità e l’entusiasmo per quella scoperta dilagarono in tutta Europa e nel 1894 un francese, Pierre de Frédy barone di Coubertin, ebbe l’idea di riproporre l’antica competizione. La proposta piacque: quello stesso anno in Grecia si svolse la prima edizione delle Olimpiadi moderne.
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