Alla base della narrazione che definisce il termine matriarcato c’è un errore di interpretazione: il “matriarcato” non trova le sue origini dal rovesciamento degli ideali del patriarcato, come è facile credere, ma si fonda sull’uguaglianza, si sottrae al dualismo e alla prevaricazione di un genere sull’altro, ne prende le distanze. Il problema risiede proprio qui. Inoltre il termine, relativamente moderno, è stato coniato in occidente mentre la maggior parte delle società che continuano a mantenere le caratteristiche matriarcali sono sparse in tutto il mondo e spesso lontane, fisicamente e ideologicamente, dal mondo occidentale.
Il termine, figlio di teorici di antropologia del XIX secolo, si porta con sé tutti gli errori e le pochezze che gli hanno poi attribuito nel tempo, ma in sé ha tutto il potenziale di una lettura della figura femminile nella storia, nel presente e proiettata al futuro.
Heide Goettner Abendroth: rilettura del termine matriarcato
Spesso si confonde il matriarcato con il “dominio delle madri”, ma la studiosa Heide Goettner Abendroth, che al matriarcato ha dedicato tutta la sua carriera e vita diventando fondatrice dei moderni studi sul tema, sottolinea un’altra lettura del termine.
Non siamo obbligate a seguire la nozione corrente, polarizzata dal maschio del termine “matriarcato” che significa “dominio delle madri”. La sola ragione per cui lo si può intendere in questo modo è perché suona parallelo a “patriarcato”. Il termine greco “arché” ha un doppio significato. Vuol dire sia “inizio” che “dominio”, perciò possiamo con cognizione tradurre “matriarcato” con “iniziare dalle madri”.
Quando nel 1976 Heide Goettner Abendroth presenta per la prima volta il suo libro al pubblico si accorge di quante risposte mancassero ancora nella letteratura sul tema. L’interesse del pubblico si alza e il suo libro segna l’inizio del dibattito sulle società incentrate sulle donne e i matriarcati all’interno del nuovo movimento femminista della Germania Occidentale.
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Il dibattito ha radici antiche, la Abendroth lo sa bene ma sa bene anche che in alcuni momenti della Storia si è arrivati all’abuso di teorie sul tema da parte delle scuole di pensiero e persino dei partiti politici, creando confusione più che chiarezza scientifica e di ricerca.
Parlare di matriarcato è fare politica: lo scopo della ricerca moderna
Il termine “matriarcato” è largamente conosciuto in base alle discussioni che ci si sono state da Bachofen (1861) in poi, ed è quindi diventato un termine popolare.
Quando la studiosa Abendroth spiega la situazione urgente e attuale di parlare di madri usa queste esatte parole:
Usare il termine “matriarcato” nei suoi significati ridefiniti e chiariti ha anche rilevanza politica. Non impedisce il dibattito, che è urgente e necessario, con i colleghi professionisti e il pubblico interessato come può facilmente succedere con gli altri termini, che hanno la propensione a nascondere e ridimensionare. I ricercatori non devono temere la connotazione provocatoria del termine “matriarcato”, sia perché la ricerca in questo campo è molto importante sia perché solo una provocazione politica continuativa potrà portare a un cambiamento di mentalità.
Un libro per una definizione e per porsi le domande giuste
Gli studi di Heide Goettner Abendroth, raccolti nel suo libro più importante Il Matriarcato, diviso in diversi volumi, hanno le radici dall’attento esame delle ricerche precedenti, di tutti gli studi e percorsi seguiti. Da subito diventa ovvio che manca una definizione chiara e univoca della parola “matriarcato”. Anzi da subito Heide cerca di definire la sua ideologia in merito visto che la maggioranza degli scritti recenti e contemporanei sull’argomento contengono un’enorme quantità di ideologia patriarcale.
Quali società matriarcali vivono il mondo di oggi? Dove?
Heide Goettner Abendroth dedica 10 anni a questa ricerca e arriva a definire le caratteristiche principali di questo tipo di società con molta difficoltà, ci arriva studiando un’immensa quantità di materiale etnologico e indagando le storie nel presente. Per accedere a questa conoscenza, e quindi raggiungere una definizione esaustiva del concetto di “matriarcato”, bisogna esaminare gli esempi ancora esistenti di questa forma di società, ne esistono in tutti i continenti a parte l’Europa, e continuare a studiarle.
Nel secondo capitolo del libro, infatti, prende in esame tutte le società matriarcali esistenti nel mondo, oggi un centinaio. Le più numerose d’oggi sono: i Minangkabau dell’Indonesia, con tre milioni di persone, seguita dalla società Moso in Cina e da quella Yuchiteca in Messico.
Cosa centra la storiografia?
Gli studi matriarcali ebbero inizio a metà ‘900 ma la storiografia ha fatto prevalere i quattro-cinquemila anni della storia patriarcale rispetto al periodo ben più lungo delle società non patriarcali.
I buchi presenti nella storiografia e nella base scientifica rendono ancora più difficile la definizione dell’umanità libera da distorsioni e pregiudizi patriarcali. Il compito di dare definizioni certe diventa una missione difficile.
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La teoria sottolinea come la storia del patriarcato sia appunto scritta “dall’alto” mentre per lei esiste anche la prospettiva di una storia “dal basso” di donne, culture marginalizzate e sub-culture. Per capirlo basta fare un esempio veloce: chi di voi ha mai sentito parlare delle culture matriarcali in Italia? Eppure ci sono state, per lo più sub-culture, sparse sulle isole maggiori e minori o nei paesi dell’entroterra.
Diversi livelli ma una visione comune
Il matriarcato è poi stato analizzato su tre livelli: quello economico, il livello dei modelli sociali e il livello culturale. A tutti questi livelli c’è una nota comune, nonostante le differenze tra le varie società, si possono definire delle società egualitarie in cui c’è attenzione nella conservazione dell’equilibrio sociale.
Per esempio a livello economico i beni sono distribuiti secondo un sistema che impedisce che vengano accumulati da una persona o da un gruppo specifico. Basati quindi sul sistema di equità sono soprattutto su società ugualitarie e non accumulative.
Da un punto di vista politico, i matriarcati sono società di perfetta mutualità, con assenza di classi e strutture di dominio, con società egualitarie basate sul consenso.
Non esiste proprietà privata. Le donne hanno il potere di gestire le fonti del nutrimento; costanti rettifiche sul piano della ricchezza tramite la circolazione di beni vitali sottoforma di doni nelle feste, per questo vengono chiamate dall’autrice anche società di reciprocità.
Più si approfondisce lo studio della Abendroth e del suo team, ricco anche di domande rimaste senza risposta, più si comprendono alcuni passaggi fondamentali: il matriarcato non può essere definito “patriarcato al contrario”, la storiografia dovrebbe aiutarci a ricostruire una storia dell’umanità dal basso per sopperire all’urgenza sociale, culturale e quindi politica di sapere le nostre origini, di tracciarne i tratti e protagonisti e solo così ridefinire i concetti che crediamo assoluti per tracciare un nuovo futuro. Diventare quindi consapevoli che un altro modo di leggere il mondo è possibile.
Per saperne di più:
Alcune proposte di approfondimento le trovate scritte nel Manifesto Matriarcale che pone domande alla politica con la lettura de Il Cammino verso una Società egualitaria. Principi di Politicia Matriarcale di Heide Göttner-Abendroth. Editiozione Hagia, 2007 e Nove tesi sull’estetica matriarcale riferito all’arte. https://www.armoniedonnebologna.it/studi-matriarcali-2/le-societa-matriarcali-nel-mondo/ https://www.autricidicivilta.it/la-societa-matriarcale-definizione-e-teoria
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Ho scritto un libro dslle intenzioni divulgative con intenzioni scientifiche sul matriarcato. Vi si introducono moderni elementi di endocrinologia, genetica, fisiologia, psicogenesi, neuroscienze, sociologia ecc. , destinato al normale pubblico alienato da una violenta cultura patriarcale.
“L’ESTINZIONE DELLE CIVILTÀ O IL RITORNO AL MTRIARCATO”. Piazza Ed.
Sarebbe bene anche studiare piu’ a fondo altri aspetti del cosiddetto matriarcato, come l’aspetto interiore, la predisposizione a considerare come massimo valore il progresso interiore inteso come la ricerca della propria anima, a discapito dello sguardo rivolto verso l’ esterno, guidato dalla mente condizionata, intellettualistica, tipico del patriarcato.