Sono state inaugurate giovedì 7 dicembre tre nuove mostre al Mart di Rovereto, apparentemente lontane l’una dalle altre, ma non prive di punti d’incontro. La prima, intitolata Dürer. Mater et Melancholia, curata da Daniela Ferrari e Stefano Roffi, porta nel museo roveretano, fino al 3 marzo 2024, il celebre dipinto Madonna col Bambino del maestro di Norimberga, oltre a numerose sue incisioni. La seconda, a cura di Margherita de Pilati, è la celebrazione del pittore trentino Bartolomeo Bezzi in occasione del centenario della sua morte, anch’essa visitabile fino al 3 marzo. Chiuderà invece il 14 aprile 2024 Global Painting. La nuova pittura cinese, a cura di Lü Peng e Paolo De Grandis, in collaborazione con Carlotta Scarpa e Li Guohua.
«Dürer. Mater et Melancholia»
Seguendo il filone ormai consueto promosso dal Mart, che vede l’antico e il moderno in dialogo serrato con il contemporaneo, la mostra Dürer. Mater et Melancholia presenta, come suggerito dal titolo, due temi fondamentali per lo sviluppo della cultura occidentale: la maternità e la melancolia. Tra opere e incisioni di Albrecht Dürer e dipinti e sculture di maestri del XX secolo come Umberto Boccioni, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Giovanni Segantini, Medardo Rosso e Adolfo Wildt, la mostra affronta due temi universali, senza tempo e indagati da svariate discipline. Le opere dell’artista tedesco, in particolare la già citata Madonna col Bambino e la celebre ed enigmatica incisione Melencolia I, rappresentano il fulcro e il punto di partenza dell’esposizione e provengono dalla prestigiosa Fondazione Magnani Rocca.
Articolata in cinque sezioni, la mostra presenta settanta opere provenienti da collezioni private e pubbliche, oltre che dalle collezioni del Mart, come il Museo Segantini di Saint Moritz, la Galleria dell’Incisione di Brescia, il Castello del Buonconsiglio di Trento, la collezione UniCredit, il Museo Morandi di Bologna e la Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Leggi anche:
Maestro di modernità: la mostra «Giotto e il Novecento»
«Bartolomeo Bezzi. Il sentimento del tempo»
La mostra dedicata a Bartolomeo Bezzi è l’ultimo di una serie di appuntamenti che nel corso del 2023 si sono susseguiti in occasione del centenario della morte del pittore, riconosciuto tra i più importanti artisti trentini dell’Ottocento e molto amato da collezionisti e critici del suo tempo. Famoso per il caratteristico impianto compositivo di paesaggi e vedute, in mostra sono presenti diciassette dipinti di grandi dimensioni, rappresentativi della sua pittura e della sua fama. Quella di Bezzi non è soltanto una pittura rappresentativa, ma sentimentale e sensibile, attraverso la quale è possibile percepire la natura nella sua pienezza e complessità.
Originario della Val di Sole, nato a Ossana nel 1851, Bartolomeo Bezzi si formò artisticamente presso l’Accademia di Brera e divenne presto una figura di spicco dell’ambiente artistico milanese. Nel 1890 si trasferì a Venezia e contribuì in modo determinante alla fondazione della Biennale. Qui, nel 1914, gli fu dedicata una mostra personale. Trascorse gli ultimi anni di vita a Cles, nel suo Trentino, dove morì l’8 ottobre 1923 dopo un lungo periodo di inattività.
Leggi anche:
«L’uomo senza qualità. Gian Enzo Sperone collezionista» al Mart
«Global Painting. La nuova pittura cinese»
Se la mostra dedicata a Bartolomeo Bezzi rappresenta l’ultimo di tre appuntamenti, Global Painting. La nuova pittura cinese è la prima tappa di una mostra itinerante che porta in giro per il mondo ventiquattro giovani pittori provenienti dalla Cina. Nati tra il 1980 e il 1995, questi artisti interpretano e mostrano mediante le proprie tele un paesaggio storico, sociale, artistico in profondo e continuo cambiamento. Similmente a quanto accaduto nel mondo dell’arte occidentale con l’arrivo degli anni Ottanta, questi giovani artisti, esponenti di un movimento conosciuto in Cina come Nuova pittura, professano un ritorno alla pittura come medium artistico espressivo principale. Sempre come accaduto alla fine del Novecento in Europa e Stati Uniti, questa corrente, così come altre prima tra cui il Realismo cinico e il Pop politico, abbandona la lotta ideologica e critica collettiva per affrontare, ciascuno a modo proprio, conflitti, problemi, interessi strettamente personali. Non è possibile, infatti, anzi sarebbe forviante cercare di farlo, inquadrarli in un gruppo preciso o un movimento coeso. La realtà globalizzata in cui sono cresciuti li ha portati, inoltre, ad abbandonare qualsiasi traccia di nazionalismo, aprendosi spontaneamente a una prospettiva globale, appunto.
Le prossime tappe del progetto Global Painting prenderanno luogo nel corso del 2024 a Belgrado, Praga e Londra.
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!