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marianne di george sand

«Marianne» di George Sand finalmente in Italia

2 minuti di lettura

È finalmente arrivato in Italia Marianne, il penultimo romanzo della scrittrice francese George Sand (1804-1876). L’opera, tradotta da Elisabetta Parri, è edita da Robin Edizioni ed è disponibile nella collana Biblioteca del Vascello.

La copertina dell’edizione italiana di Marianne.

L’autrice

George Sand è lo pseudonimo di Aurore Dupin, tra le donne più anticonformiste della sua generazione. Si sposò a diciotto anni con il barone Dudevant, da cui ebbe due figli, ma lo lasciò dopo pochi anni per seguire uno scrittore più giovane di lei, Jules Sandeau, di cui si era perdutamente innamorata.

Lo pseudonimo di Aurore Dupin fu costruito apposta per far storcere il naso ai benpensanti della sua epoca: un nome maschile unito a un cognome che è un chiaro riferimento a Sandeau, quindi a una relazione adulterina della scrittrice. Eppure, di lei tessé le lodi proprio un suo contemporaneo, Honoré de Balzac (1799-1850), che scrisse: «Trovavo sublime che una donna lasciasse tutto per seguire un giovanotto squattrinato di cui era innamorata. Si dà il caso che questa donna, che si chiama Madame Dudevant, abbia un grandissimo talento».

Per la sua vita spregiudicata, George Sand è ancora oggi un simbolo di femminismo ante litteram, ricordata spesso non solo per i suoi romanzi, ma anche per le sue relazioni con lo scrittore Alfred de Musset (1810-1857) e il compositore Frédéric Chopin (1810-1849).

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George Sand, in abiti maschili, fuma una sigaretta. Foto da: palazzoblu.it

La storia

La trama di Marianne è molto semplice, quasi ai limiti del banale per il lettore contemporaneo. La protagonista, Marianne Chevreuse, è l’unica figlia, rimasta orfana, di una coppia di agiati campagnoli. Ha rifiutato molti pretendenti, rimanendo ancora “zitella” a venticinque anni. Il suo padrino, Pierre André, aspirante letterato deluso dalla vita di città e per questo ritornato in campagna, è da sempre innamorato di lei, ma non ha mai osato confessarlo neppure a sé stesso perché certo di non interessare a Marianne. La situazione viene sbloccata dall’arrivo di Philippe Gaucher, giovane pittore parigino che si rivolge proprio a Pierre per chiedere la mano della sua figlioccia.

La storia, in cui spicca un classicissimo triangolo amoroso, può dunque sembrare un po’ banale, incapace di parlare ancora ai lettori del XXI secolo. Ma lo è solo in apparenza. George Sand regala ai lettori un’eroina determinata, che non rifiuta il matrimonio a priori ma che vuole diventare la moglie di un uomo che stima (come Elizabeth Bennet in Orgoglio e pregiudizio, il capolavoro dell’inglese Jane Austen). Marianne, inoltre, soffre per non aver ricevuto la stessa istruzione di un uomo, e in un passaggio afferma di volersi procurare i libri necessari per colmare questo divario.

Da un punto di vista formale, Marianne è un romanzo completo. Si ritrovano infatti, in un numero relativamente limitato di pagine, personaggi a tutto tondo. Proprio questa caratteristica colpì Gustave Flaubert (1821-1880), autore di vere e proprie colonne portanti della letteratura francese come Madame Bovary e L’educazione sentimentale. Dopo aver letto il romanzo di George Sand, scrisse: «Marianne è piena di carattere, e soltanto il più grande degli scrittori può sviluppare un carattere in storie che non raggiungono le cento pagine».

La storia dietro Marianne

L’edizione italiana di Marianne è accompagnata da un saggio introduttivo scritto da Marco Catucci, intitolato Marianne a Nohant. L’autore racconta, con grande precisione, la storia dietro Marianne: una serie di aneddoti della vita di George Sand e di riferimenti celati nel romanzo, che forse sfuggirebbero ai lettori meno attenti. Marianne è un vero e proprio intertesto, colmo di riferimenti a scritti giovanili dell’autrice, ma anche a opere di letterati a lei vicini. Una sorta di omaggio della Sand, nei suoi ultimi anni di vita, a chi aveva contrassegnato la sua esistenza.

Il saggio di Catucci ci permette di capire che Marianne non è solo un romanzo che merita di essere letto per il suo messaggio, valido ancora oggi. È anche una buona occasione per (ri)scoprire un’autrice grandissima, che in un centinaio di pagine ha soppesato ogni parola per lasciarci un’opera in cui nulla è scritto per caso.

 

Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l'impresa e specializzata in Traduzione. Sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Nel 2020 è stato pubblicato il suo romanzo d'esordio, «Noi quattro nel mondo».

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