James Baldwin, uno degli eredi dell’Harlem Renaissance, movimento culturale che ha portato allo sviluppo della cultura afroamericana, scriveva quanto segue al nipote James ne La prossima volta il fuoco: «Questo paese innocente ti ha confinato in un ghetto, e in questo ghetto è stabilito che tu marcisca. […] tu sei nato dove sei nato e hai di fronte a te il futuro che hai perché sei nero, per questa e nessun’altra ragione».
Secondo James Baldwin, l’uomo afroamericano era condannato dalla cultura americana, o meglio, dalla cultura della whiteness, a comportarsi secondo certe regole e a vivere secondo un destino precostituito da falsi miti. James Baldwin scrisse il suo saggio nel 1963, ma a sessant’anni di distanza quello che ha scritto risulta ancora più attuale, e ripreso fra gli altri da Ibram X. Kendi in Stamped from the Beginning: The Definitive History of Racist Ideas in America (2016), recentemente adattato da Netflix in un docufilm. Secondo Ibram X. Kendi, professore e attivista dell’Università di Boston, la cultura black nasce dalla manipolazione a livello culturale e politica della whiteness, che ha imposto un certo immaginario volto a screditare la comunità afroamericana.
Al giorno d’oggi, anche grazie al movimento Black Lives Matter, si sta assistendo a una maggiore consapevolezza e rispetto verso la comunità afroamericana, anche dal punto di vista letterario. Basti pensare, ad esempio, al Premio Pulitzer 2020, dove per le categorie Letters, Arts and Drama hanno trionfato molti autori afroamericani: Colson Whitehead per la letteratura, diventando il primo afroamericano a vincere per due volte il premio, Jericho Brown per la poesia, Michael R. Jackson per il teatro, mentre Ida B. Wells ha ricevuto una menzione speciale postuma per aver denunciato durante la sua carriera di attivista le atrocità commesse verso gli afroamericani durante il periodo del linciaggio, praticato dalla fine del XVIII secolo fino agli anni Sessanta del secolo scorso.