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Madame C.J. Walker

Madame C.J. Walker, l’imprenditrice nera dei prodotti per capelli

Madame C.J. Walker system of beauty culture: l'espansione del suo impero nato da fatica, dedizione e voglia di riscatto.

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3 minuti di lettura

Baracche di legno e schiavitù, tra poche sparute case di bianchi padroni: per Sarah Breedlove la Louisiana della seconda metà dell’Ottocento non profumava di grandi prospettive. Il suo villaggio Delta mancava di personalità giuridica ma a Sarah concesse il dono inaspettato della libertà, con l’entrata in vigore del Proclama di emancipazione giusto prima della sua nascita. Tappe di vita segnate da svolte, talvolta su strade senza uscita: in Louisiana il Freedman’s Bureau chiuse le scuole pubbliche per mancanza di fondi, in concomitanza con il raggiungimento della sua età scolare.

Madame C.J. Walker
Fonte: blackdoctor.org

Privazioni, migrazioni, resurrezioni

Sarah perse sua madre per il colera e suo padre, risposatosi, poco dopo. Al matrimonio prematuro la spinsero le molestie del cognato, marito della sorella con cui era andata a vivere per necessità. A vent’anni la abbandonò il primo marito, lasciandole aggrappata al grembo Lelia, di soli due anni. Se ne andarono anche le truppe federali dagli ex stati confederati, e trascinarono con sé quella parvenza di tranquillità per la popolazione nera. Sarah migrò a St. Louis, che ancora le spremette lacrime per la morte del fratello e per un matrimonio viziato dall’alcol e dal gioco d’azzardo. A St Louis faceva la lavandaia.

Piccoli, pochi e malpagati furono i lavoretti con cui sopravvisse nella città del Missouri. Fatica, dedizione e voglia di riscatto furono la forza della sua svolta, anche se alle giovani donne nere lei raccontava di un «big black man», musa delle sue creazioni. Acqua corrente, riscaldamento ed elettricità erano al tempo un lusso riservato a pochi. I capelli venivano lavati raramente e spesso così si comprometteva la salute del cuoio capelluto. Già si smerciavano shampoo e rimedi per curare i capelli indeboliti, e Sarah stette al passo, con l’introduzione di una propria linea di prodotti. Qualche infarinatura di chimica le derivava da un lavoro di cuoca presso un farmacista. Prima di lei Annie Malone, un’altra donna di colore, aveva aperto nella sua ditta una sede per produzioni analoghe. Era il 1902 e la Malone assunse Sarah come venditrice.

Madame C.J. Walker
Fonte: dazesummit.com

Madam C.J. Walker, diffidate delle imitazioni

Grazie anche al terzo matrimonio con un venditore di pubblicità ai giornali, Sarah svoltò e assunse ufficialmente lo pseudonimo di Madame C.J. Walker, madre dell’oggi noto Madame C.J. Walker system of beauty culture, rimedio guida per capelli crespi e rovinati. Ruppe con la Malone, che sui suoi prodotti iniziò a dichiarare «beware of imitation» (ndr “diffidate delle immitazioni”). La questione non lascia spazio a problemi di copiatura, considerato che l’uso di prodotti a base di zolfo per massaggiare il cuoio capelluto era noto fin dal XVI secolo. Sarah calcava le strade con un sorprendente talento da venditrice, convertendo a un sano e virtuoso porta a porta molte donne nere che non potevano sperare in una paga superiore agli 11 dollari a settimana.

Sono una donna venuta dai campi di cotone del Sud. Da lì sono stata promossa alla lavanderia. Da lì sono stata promossa in cucina. E da lì mi sono auto-promossa nel business della produzione di preparati per i capelli. So come far crescere i capelli, così come so far crescere il cotone. Ho costruito la mia fabbrica sul mio terreno.

Fonte: timeline.com

College, saloni, schiere di venditrici: l’espansione dell’impero

A Pittsburgh nel 1908 Madame C.J. Walker e i suoi aprirono il Lelia College per formare hair culturists o Walker agents. In camicetta bianca e gonna nera, con un dignitoso bagaglio di fondamenti di cosmesi e tricologia, le donne nere vendevano porta a porta, guadagnando dai 5 ai 15 dollari al giorno. Madame C.J. Walker le volle istruite, e consapevoli delle problematiche politiche e sociali del tempo, desiderose di crearsi una propria indipendenza economica. Si parla di un tetto massimo di 20 mila lavoratrici.

La rete di Madame C.J. Walker si espanse verso i Caraibi: dopo la creazione di una fabbrica per produrre cosmetici a Indianapolis si spostò verso Cuba, Haiti, Panama e Costa Rica. Ancora, l’impero si arricchì di un salone e di una scuola per venditrici ad Harlem, nella 136th Street.

Fonte: medium.com

La parata della protesta silenziosa e continue battaglie razziali

Cresciuta nell’indigenza, Sarah non poteva mancare di prestare orecchio ai bisognosi. Fedele sostenitrice del National Negro Business League (NNBL), della National Association of Colored Women Clubs (NACWC), della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP), non mancava di occuparsi anche di orfanotrofi, case di cura e ospizi. Attivismo politico e integrazione della comunità nera completano il suo profilo. Fu nella Silent protest parade dopo i disordini razziali di East St Louis del maggio e giugno 2017, per l’approvazione di una legge che rendesse il linciaggio un crimine federale.

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Villa Lewaro a Irvington (New York) racconta ancora del filo rosso che ha cucito la sua vita: fu progettata da Vertner Woodson Tandy, il primo architetto nero con licenza dello Stato di New York. In questa dimora simbolo spirò Madame C.J. Walker domenica 25 maggio 1919, a 51 anni, per complicazioni dovute all’ipertensione. Lasciò un patrimonio allora valutato 600 000 dollari, equivalenti a 6 milioni oggi, e una memoria e un impegno da far vivere sempre.

Madame C.J. Walker
Fonte: www.districtchronicles.com

Fonte immagine di copertina: bglh-marketplace.com


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Francesca Leali

Nata a Brescia nel 1993. Laureata in lettere moderne indirizzo arti all'Università di Bergamo, dopo un anno trascorso in Erasmus a Parigi. Appassionata di fotografia, cinema, teatro e arte contemporanea.

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