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Coraggio e sincerità: il successo di Madame

7 minuti di lettura

Questo 2021 si sta rivelando un anno di conquiste per la cantautrice Madame, alias Francesca Calearo: a 19 anni ha partecipato al Festival di Sanremo con la canzone Voce, ampliando il suo pubblico, classificandosi ottava e soprattutto portando a casa il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo e il Premio Lunezia al valore musical-letterario del brano. Nei mesi successivi la canzone si è rivelata una vera e propria hit e al momento ha all’attivo tre dischi di platino. Ma forse la più grande soddisfazione per la giovane artista vicentina è stata un’altra: il 13 luglio è stata annunciata la sua vittoria alle Targhe Tenco – il maggior riconoscimento italiano per la canzone d’autore – in due categorie: miglior canzone con Voce e miglior opera prima con il suo album d’esordio Madame. Un traguardo che finora non era mai stato raggiunto da nessuno alla sua età.

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L’annuncio della doppia vittoria di Madame da parte del Club Tenco. Da: instagram.com (@clubtenco)

L’album d’esordio Madame

L’album Madame, definito da Rolling Stone Italia il disco di una «spudorata di talento», si fa apprezzare principalmente per due caratteristiche: il coraggio e la sincerità. Madame infatti non teme di mettersi a nudo (d’altronde, lei per prima afferma nel freestyle Amiconi di «non saper parlare a metà») e raccontare il suo vissuto con una schiettezza disarmante. È molto diretta, spesso perfino cruda – tanto nelle vicende narrate quanto nel linguaggio scelto –, non mette mai il freno a mano alle sue emozioni, ed è proprio questa la forza del disco.

Le tracce

Di seguito, una panoramica delle 17 tracce che lo compongono:

Marea – Il brano, aggiunto lo scorso 4 giugno, fa parte solo della versione virtuale del disco. Serviva un tormentone estivo, ed eccolo qui. Parte lento, un’ipnotica danza del ventre, per poi farsi d’un tratto travolgente, entrare in testa e non andarsene più, come da miglior tradizione delle hit estive. Insolito il testo: anziché parlare del classico “rimorchio” in spiaggia sotto le stelle a ritmo di reggaeton, descrive in modo metaforico un sogno erotico destinato a non concretizzarsi mai. In fondo, meglio così: la realtà non è per definizione più deludente dei sogni?

Istinto – I toni cupi, a cui ormai siamo abituati nei pezzi di Madame, ritornano per descrivere la solitudine di chi si lascia guidare dall’istinto animale, dal richiamo della consapevolezza di chi vorremmo davvero diventare. E quell’istinto non è altro che una guida interiore verso la strada difficile che ognuno deve percorrere. La fatidica salita che l’ha portata esattamente dov’è adesso. La liquida incertezza di come ce l’abbia fatta.

Voce – La punta di diamante dell’album Madame. Portata in gara alla LXXI edizione del Festival di Sanremo, la canzone è una dichiarazione d’amore di Madame per la sua voce, l’unica cosa che l’artista spera possa sopravviverle. Il testo profondo, la melodia struggente e un’interpretazione che lo è di più – in particolare nella bellissima serata finale di Sanremo – sono gli ingredienti di questo brano che è già un po’ un cult e, complice la recente vittoria alle Targhe Tenco, ambisce a entrare a pieno titolo nella storia della canzone d’autore italiana.

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Il mio amico (feat. Fabri Fibra) – Singolo di successo che conta sulla presenza di un gigante del rap. Ed è proprio al genere musicale che i due artisti vogliono dedicare questa canzone. Il beat di Fabri Fibra incontra l’autotune di Madame, un tributo all’hip hop che fanno per parlare del loro modo comune di fare poesia. Da qui, la passione diventa unica fonte di vita, partito per gioco e diventato quotidianità. È lasciarsi salvare da questa.

Bugie (feat. Rkomi e Carl Brave) – Quando la nostalgia di Carl Brave viene associata all’umore nero di Rkomi (lo stesso umore nero che abbiamo ritrovato, dopo pochi mesi, in Taxi Driver… Ma questa è un’altra storia), saltano fuori bugie e vibes negative. L’accettazione che diventa provocazione, «guardami negli occhi e dimmi ancora bugie», e sono bugie di cui ci accontentiamo pur di continuare a credere in qualcosa o sono estenuanti parole che vogliamo eliminare via dalla vita.

Babaganoush (feat. Pinguini Tattici Nucleari) – Forse il featuring più inaspettato dell’intero album di Madame, di sicuro tra i pezzi più radiofonici. Si alternano su un sound arabeggiante le voci di Madame e Riccardo Zanotti, dando vita a una canzone ambientata in una Beirut che non trova pace («spari che forano il legno dei cedri, dei punti neri in questa città»). Su questo sfondo si conoscono e trovano una pace momentanea i due protagonisti che, benché già fidanzati, si lasciano andare a un flirt al sapore della salsa mediorientale babaganoush.

Dimmi ora (feat. Guè Pequeno) – Al centro del brano c’è un dialogo tra due amanti su una relazione giunta al capolinea. La situazione è palese, ma a lui manca il coraggio di ammetterlo ad alta voce, e allora ecco che nel ritornello è lei a chiedergli di togliere ogni dubbio e dirle apertamente che non ha più voglia di restare con lei. Il pezzo trasuda tutta la delusione per una storia d’amore su cui la protagonista aveva puntato tutto – forse per superare la sua paura di gestire la solitudine e mostrarsi nuda –, senza ottenere quanto sperato.

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La copertina del disco

Clito – Esplicita e mitologica al contempo, si può? Madame ci prova, adotta un ritmo che alterna lento e veloce, una sfida di stimoli contro la vita. Ma cosa c’entra la mitologia? Clito vive sull’isola di Atlantide, in una collina fertile e irraggiungibile dagli uomini. Feconda e inaccessibile a tutti. Esce molto in anticipo rispetto al resto dell’album e sa farsi notare per il suo contenuto e per l’attenzione agli impulsi del corpo, la femminilità che Gianna Nannini ha sempre trasmesso nei suoi testi.

Mood (feat. VillaBanks) – L’ennesima prova che Madame sa farsi valere in ogni sfumatura del rap. Affiancata da una giovane promessa, esplora i ritmi del chill rap.  Ed è ancora qui, quel bisogno di leggerezza preannunciato in Clito e confermato in Nuda. La libertà di scoprire il proprio corpo, il corpo dell’altro, scoprirsi insieme. La voglia di raccontare un Modern Love.

Nuda (feat. Ernia) – In pienissimo stile Ernia, è l’erotismo ostinato di chi continua a parlare senza essere mai stanco. E la voce calda che decidono di adottare lascia l’ascoltatore spiazzato. Ancora una volta. Non c’è bisogno di rifletterci tanto, è un dialogo tra due artisti che in amore hanno le loro disavventure. E va tutto bene da nudi, finché non arriva l’incomprensione di chi non sa «morirci dentro quegli abbracci, mi sembra che siamo distanti». 

Bamboline boliviane – Storia di un successo arrivato inaspettatamente e utilizzato per riscattarsi da un’adolescenza difficile, all’insegna della solitudine. Una solitudine che sembra rincorrere Madame anche ora che è diventata famosa e tutti sembrano volerla: saranno davvero interessati a Francesca Calearo o solo al suo successo? Resta solo una possibilità di salvezza: continuare a comporre, trasformare il dolore e le paranoie in musica, sperando che in futuro il dolore sia utile.

Mami Papi – Uno dei momenti migliori dell’album Madame, uno spaccato del rapporto, spesso burrascoso, tra genitori e figli adolescenti. Il brano si apre con una ramanzina della madre di Madame e ci ricorda che in fin dei conti siamo di fronte all’opera di una ragazzina, che poche tracce fa si mostrava sì spregiudicata, ma adesso implora i genitori di ribadirle che la amano, si fidano di lei e che non ha nulla da invidiare alle figlie degli amici. Particolarmente toccante il verso che l’artista dedica alla sorella mai nata, di cui sente comunque di portare un’eredità: «tu mi vedi così bella perché sono due, una viva e quella che doveva esserci».

Baby – Una delle prime canzoni che ci hanno permesso di conoscere il suo stile originale e inimitabile. Ricorda Sciccherie nel ritmo incalzante e quel modo di accentuare consonanti che restano in testa. Tutto inizia da una sigaretta macchiata con un filo di rossetto sul filtrino, quel modo di liberarsi da una relazione opprimente. «E mi chiedi se resto, e mi chiedi “mi ami?”. Baby, che ne so, non chiedere». Frenetica ma mai esuberante, sa come restare in testa.

Luna (feat. Gaia) – Riprende il genere dance, una canzone da club dati i riferimenti alla luna, al cielo. Leggere influenze house incontrano la presenza di Gaia, vincitrice di Amici 2020, astro in ascesa. Si mescolano in modo perfetto. Dedicata a chi non dimentica mai di guardare la luna, è l’immagine di una persona che invita a guardare il mondo da un’altra prospettiva. Fa venir voglia di ballare, voglia di libertà. Sarà un altro pezzo dell’estate?

Amiconi – freestyle – Pur amando sperimentazioni e contaminazioni musicali, Madame nasce rapper e ce lo ricorda con questo pezzo in freestyle, dal ritmo serrato, in cui parla della sua difficoltà a rapportarsi con i coetanei, al punto da aver stretto la prima vera amicizia solo a 17 anni ed essersi lasciata coinvolgere in una relazione manipolatoria con un trentenne. La cantante ci racconta che in pochi anni di vita si è già scottata diverse volte e l’unico modo per proteggersi quando si ha «un’anima senza lo scudo» come la sua è simulare una totale apatia.

Tutti muoiono (feat. Blanco) – Sonorità dark che ricordano Axos e il suo rap gotico. Madame introduce Blanco, un featuring di due giovanissimi della scena che ancora non si spiegano il presente mentre il tempo passa inesorabile. Arriva il momento di tirare le somme e il mood scende drasticamente. Racconta la nuova generazione che non ha paura di mettersi a nudo. Eppure, in attesa dell’album di Blanco, non è certo la canzone migliore fatta dai due. In particolare Blanco «fa impazzire», ma in questo pezzo un po’ meno.

Vergogna – Nella traccia conclusiva dell’album, Madame ricorda la sua adolescenza travagliata, passata a cercare dai coetanei un’accettazione che sembrava non arrivare mai, tra i leggings neri indossati solo per omologarsi al gruppo, il sesso orale in cambio degli inviti alle feste e gli episodi di autolesionismo per gridare il dolore in faccia al mondo. Sono stati anni duri in cui ha «sprecato le energie per farsi forza e difendersi», ma oggi l’artista si guarda indietro e scopre che la vergogna, finalmente, non la prova più.

Uno sguardo al futuro di Madame

Per concludere: il potenziale c’è, e non a caso il Club Tenco se n’è accorto e ha voluto premiarlo. Siamo senz’altro di fronte a una cantautrice che, seppur ancora in crescita, ha dimostrato già una certa maturità artistica, tanto nella cura dedicata alla stesura dei testi, quanto nella disinvoltura con cui sperimenta sound anche lontani da quelli degli inizi. Ci sono tutte le premesse per una carriera costellata di nuovi viaggi nei generi musicali. Non possiamo certo prevedere le pieghe che prenderà il cammino di Madame, ma il nostro desiderio per il futuro è sentirla esprimersi in un brano acustico, dalle sonorità pulite, senza l’autotune degli esordi da trapper. Prossimamente?

Ascolta il disco su Spotify:

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Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l'impresa e specializzata in Traduzione. Sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Nel 2020 è stato pubblicato il suo romanzo d'esordio, «Noi quattro nel mondo».

Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Fingo di essere una scrittrice, un’editor e una giornalista, in realtà sono solo una lettrice compulsiva in overdose da JD Salinger, Raymond Carver e Richard Yates.

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