Il 5 ottobre ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione della XVI Edizione di LuBec – Lucca Beni Culturali, manifestazione di due giorni che si svolgerà l’8 e il 9 ottobre al Real Collegio di Lucca, che è stata possibile seguire anche da remoto tramite videoconferenza su Zoom.
Presentazione XVI Edizione LuBec – Lucca Beni Culturali
“Ripartire con la cultura, ripartire per la cultura”: da un lato riconoscere il sostegno che ha dato la cultura durante il lockdown e dall’altro continuare a sostenere il lancio delle attività culturali”. Così ha aperto la conferenza stampa di presentazione del LuBec Gaetano Scognamiglio, Presidente di Promo P.A., fondazione per la ricerca e le attività di alta formazione per la pubblica amministrazione impegnata nell’organizzazione della manifestazione nella città toscana.
“Le basi di questo convegno – ha proseguito Scognamiglio – si reggono su quattro assi: economia e finanza, salute e benessere, ridisegnare le nostre attività in una situazione post-emergenziale e conciliare le nuove tendenze di residenzialità con lo smart working“.
Il Presidente di Promo P.A. ha menzionato anche la rilevazione OCSE che ha riscontrato la difficoltà degli investimenti economici, in particolare per chi è impegnato in attività culturali, a giungere al destinatario, menzionando anche il fatto che in alcuni casi questi investimenti venivano addirittura annullati. Lo scopo del LuBec quest’anno, dunque, sarà proprio quello di ripensare un modo per dare forza a questi investimenti.
Alcune riflessioni sono state spese sull’organizzazione della due giorni di quest’anno. Sarà, infatti, un’edizione ibrida, ovvero prevede la partecipazione in presenza di relatori e partecipanti ai workshop e al convegno e la possibilità per il pubblico di intervenire agli incontri da remoto tramite registrazione in streaming.
Un esempio di ciò è CreaTech – evento di due giorni che concentra l’attenzione su come la gamification possa meglio contribuire alla coesione culturale tra città e territorio – che quest’anno si terrà in forma ibrida.
“CreaTech – afferma Francesca Velani, direttrice di Promo P.A. – unisce innovazione e cultura. Consiste – continua Velani – nel trasferire le competenze del gaming alla cultura, cercando di migliorare l’incisività e l’accessibilità della cultura sulla base di strumenti e risorse resi disponibili grazie all’intervento di fondi d’investimento ed enti locali.”
“La sfida di quest’anno – ha continuato Velani – è spingere per un welfare culturale, ovvero una cultura ecosostenibile che accolga gli stimoli dai territori per applicare politiche nazionali di cultura e salute. Per fare ciò bisogna spingere per sfruttare l’opportunità del fondo Next Generation Europe sugli investimenti culturali, poiché quest’ultimi sono ciò che rendono le comunità più forti.”
“A questo proposito – ha concluso Velani – tanti sono i partner che sostengono il LuBec e la sua attività di promozione della cultura, tra cui il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, che da anni collabora con il LuBec per realizzare le politiche nazionali ed europee in materia di cultura, innovazione e turismo.”
Sugli investimenti per il futuro si è speso anche Lorenzo Casini, capo Gabinetto del Ministro Dario Franceschini. “Sono due gli aspetti – ha dichiarato Casini – per i quali il LuBec è importante per il Ministero dei Beni Culturali: l’enorme sforzo impiegato per realizzare un’edizione ibrida in presenza e da remoto, e il fatto che, in un momento difficile per la cultura, quest’ultima non si sia mai interrotta per via dello spirito degli organizzatori a non fermarsi mai.”
“Il LuBec – ha proseguito Casini – si è dimostrato sempre un partner attento con critiche costruttive e riconoscimenti positivi verso le attività del Ministero dei Beni Culturali, con uno sguardo su cosa succede nel presente e sulla direzione che si sta prendendo per il futuro, anche in ottica del programma del Recovery Plan e dell’utilizzo di risorse europee.”
Importante per questa manifestazione sono le iniziative prese in materia di sostenibilità ambientale e di digitale. “Organizzare convegni in questo periodo – ha affermato Alessandro Tambellini, sindaco di Lucca – è qualcosa di eroico, poiché complicato e difficile. LuBec – ha dichiarato il sindaco – sopravanza i tempi, è mutevole e riesce sempre a suscitare interesse sul turismo, che ora ha bisogno di rimodularsi a nuove esigenze.”
“Fare welfare culturale – ha chiosato il sindaco – significa far sì che le realtà locali sappiano usare le proprie risorse per raggiungere benessere, ma anche per ridefinire le attività culturali e conservare il patrimonio culturale in virtù di un periodo che è destinato a durare ancora un po’, poiché il benessere delle persone passa anche dalla cultura.”
L’attenzione si è spostata, dunque, sulle attività degli enti locali, tra cui Fondazione Cassa e Risparmio di Lucca, Lucca Promos e Fondazione Banca del Monte di Lucca, rappresentati alla conferenza rispettivamente dalla Vicepresidente Lucia Corrieri Puliti, dal Presidente Rodolfo Pasquini e dal Segretario Generale Giuseppe Bartelloni.
Tutte queste realtà hanno ribadito la necessità di impedire la catastrofe culturale minacciata dal lockdown e di continuare, dunque, a lavorare per una cultura aperta, colta, divulgativa e scientifica, poiché la cultura è un potente fattore di coesione sociale, e bisogna, perciò, ridisegnare il percorso di fruizione di una cultura a passo coi tempi e che si appoggia all’uso della tecnologia.
Questo vuol dire anche ridisegnare le attività di promozione della cultura sul territorio, cosa che Lucca, luogo per eccellenza del Patto culturale nazionale, è sempre riuscita a fare, ma ora più che mai deve rilanciare la cultura, anche facendo leva sui piccoli centri per offrire servizi di base migliori e per fermare i processi di degrado e abbandono che sembrano irreversibili.
“In questo periodo – ha continuato Gaetano Scognamiglio – abbiamo assistito alla nascita di neoluoghi, ovvero i piccoli centri che, se prima erano sentiti come marginali, ora sono visti con occhi nuovi, rivestiti di un nuovo ruolo al fine di promuovere le attività sul territorio.” Questo perché i neoluoghi sono principalmente piccoli borghi dove si può lavorare attraverso lo smart working, ma allo stesso tempo godere del patrimonio culturale e naturale che offre.
A conclusione della conferenza stampa, dunque, si arriva a riflettere su come rendere migliore la comunicazione fra i piccoli comuni e le grandi città per meglio divulgare i servizi di base e la cultura. “Questo tema – ha asserito Francesca Velani – si integra perfettamente con la questione dello smart working, poiché è un’opportunità per dare forza alla vitalità dei piccoli borghi, e bisogna lavorare per regolarizzarlo.”
“I comuni – ha proseguito Velani – devono aiutare attraverso la rete le piccole realtà dei borghi a diffondere servizi di base come l’istruzione e la cultura, lavorando anche sulle lingue straniere, poiché tra coloro che scelgono di abitare queste nuove realtà in maniera molto forte ci sono anche gli stranieri, che decidono di vivere in Italia per un periodo di sei mesi o un anno, e per questo bisogna pensare anche a servizi come la carta temporanea del cittadino che permetta loro di accedere a servizi come agenzia delle entrate, medico di base, teatro e cinema”.
Conclusione
Tra l’8 e il 9 ottobre, dunque, avrà luogo al Real Collegio di Lucca la manifestazione LuBec, che giunge alla sua XVI edizione. Questa, però, è la prima edizione post-emergenziale, che garantirà sì la presenza fisica dei partecipanti e dei relatori a sessioni plenarie, dibattiti, workshop, interviste e convegni dedicati alla formazione degli operatori culturali nelle sale del Real Collegio, ma per garantire una maggiore partecipazione renderà possibile il collegamento da remoto del pubblico previa registrazione in streaming.
Questa manifestazione – con l’aiuto di molti partner tra cui il MiBACT – ha sempre cercato come ogni anno di coniugare economia, benessere e innovazione con la cultura. Ora più che mai proseguirà la sua attività di divulgazione culturale per meglio comprendere come fare cultura e come avvicinarsi di più alle persone e alle piccole realtà territoriali coniugando le proprie risorse con la tecnologia per rendere la cultura più inclusiva. La sfida più grande, dunque, è costruire un welfare culturale per una cultura più sostenibile e accessibile pensando a tecnologie e soluzioni innovative .
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