L’immagine dei Giapponesi, dei Cinesi e degli Asiatici in generale come popolo tendenzialmente timido, pudico e poco intraprendente è ormai per la maggior parte svanita. È vero, è raro vedere una coppia che si bacia in pubblico perché è considerato ancora un atto sconveniente; tuttavia nelle grandi capitali non è raro trovare un intero quartiere a luci rosse, con tanto di cinema porno e sexy shop, frequentato da gente assolutamente ordinaria. D’altra parte in Oriente non ci sono state nella storia religioni monoteiste che hanno reso il sesso qualcosa di “sporco”, un tabù di cui oggi ancora si fatica a liberarsi. La sfera intima nei Paesi del lontano Est è sempre stata qualcosa di privato, certamente, ma non vergognoso.
Non stupisce, quindi, che in Corea del Sud sia nato un curioso parco: Loveland, il parco a tema dedicato completamente alla sessualità. Il progetto è stato ideato nel 2002 da un gruppo di giovani artisti diplomati da poco alla Hongik University di Seoul e ha preso vita nel 2004. Loveland è situato sull’isola di Jeju, molto nota per la bellezza delle sue spiagge e le montagne di origine vulcanica. Da circa una decina di anni, anche questo particolare parco di divertimenti fa parte delle attrazioni dell’isola, anche se non è la principale né la più bella. Ma in che cosa consiste, precisamente?
Loveland è, in realtà, una sorta di museo o di esposizione artistica permanente a cielo aperto. Diversi percorsi guidano attraverso le sculture realizzate dai ragazzi ideatori del progetto; sculture, ovviamente, a sfondo erotico. All’ingresso – rigorosamente vietato ai minori di 18 anni – si viene subito accolti da una statua raffigurante un uomo e due donne impegnati in un rapporto orale e in acrobazie difficilmente replicabili. E questo serve subito a rendere l’idea di cosa attende nel parco vero e proprio. Circa 140 sculture disposte lungo tutto il percorso raffigurano donne, uomini e animali impegnati in diverse posizioni, nonché falli di dimensioni notevoli disseminati un po’ ovunque. Le statue sono assolutamente esplicite perché, come recita il sito ufficiale, il parco vuole aiutare a «rompere i tabù tradizionali riguardanti il sesso» e permettere di «apprezzare la naturale bellezza della sensualità». Ma molte sculture sono anche estremamente ironiche e il visitatore, forse dopo un primo momento di imbarazzo, viene invitato a sciogliersi in una risata, probabilmente proprio il mezzo migliore per rompere un tabù. A differenza di un’esposizione artistica, inoltre, i visitatori sono incoraggiati ad avvicinarsi alle statue, toccarle e anche fotografarsi insieme ad esse, in modo da rendere la visita ancora più leggera e divertente.
Loveland è sicuramente un luogo unico, se non al mondo, almeno in Corea del Sud e molti turisti lo visitano per curiosità e per sorridere un po’. Ma in effetti dietro la sua nascita e, soprattutto, dietro al sua collocazione ci sono motivazioni più profonde. L’isola di Jeju, infatti, è la più meridionale delle isole dell’arcipelago coreano: il suo clima mite e le bellezze della natura a cui abbiamo accennato hanno contribuito a renderla l’isola della luna di miele nel corso del ‘900, quando le coppie, in particolare quelle giovani fresche di matrimonio, non avevano abbastanza denaro per viaggiare in località più esclusive. Fino a non molto tempo fa i matrimoni in Corea del Sud erano combinati e gli sposi, in pratica, arrivavano all’altare quasi senza conoscersi; i più fortunati, pur sposandosi per amore, si erano potuti incontrare qualche volta, ma sempre sotto lo sguardo vigile di genitori e parenti. Insomma, per molte coppie l’isola di Jeju ha rappresentato la prima, vera occasione di intimità: così, oltre che «isola della luna di miele», è stata ribattezzata anche «isola del sesso». Molte strutture turistiche non si sono lasciate sfuggire l’occasione: sfruttando la poca (se non inesistente) esperienza delle giovani coppie in materia di sessualità, hanno organizzato iniziative di ogni tipo – comprese di lap-dance e corsi sull’ultizzo dei profilattici – volte a “educare” i loro ospiti per prepararli a ciò che li attendeva.
Questo è il clima in cui è nato Loveland, che si inserisce perfettamente nella tradizione dell’isola della luna di miele. L’erotismo decisamente poco velato delle sculture può far inorridire, imbarazzare o anche far sorridere, ma non è escluso che anche oggi, nonostante la maggiore libertà, possa essere un aiuto per chi ancora non conosce bene il proprio corpo e quello del partner: le (a volte) ridicole esagerazioni delle sculture possono aiutare a liberarsi dalle inibizioni e ad esplorare senza pressioni il mondo della sessualità.