Come si definisce ciò che è vita? È sufficiente il respiro? Oppure ci sono altre facoltà necessarie purché quella che si ha davanti possa definirsi vita? Sono queste le domande che nascono di fronte a Love-Lies-Bleeding di Don DeLillo con la regia di Giuseppe Isgrò.
Un dramma famigliare
La storia vede protagonisti Alex, un malato in stato vegetativo persistente, Sean (Daniele Fedeli) figlio di Alex, Toinette (Francesca Frigoli) ex-compagna del malato e Lia (Liliana Benini) ultima giovanissima moglie. Questi ultimi devono prendere una decisione sul da farsi riguardo alla condizione di Alex, in cui è stato costretto da due ictus.
Tutta la vicenda si articola nelle quattro mura di quella stanza in cui Alex passa la sua vita. Attorno a quel corpo inerme i tre personaggi discutono continuamente di cosa sia giusto fare, di come farlo, ritornano sui loro passi e allo stesso tempo cercano di convincersi a vicenda.
Il centro
Al centro della scena c’è Alex: il punto fisso. Nella sua immobilità è lui il motore di tutte le scelte degli altri. Nella messa in scena il personaggio è presente nella forma di una statua bianca con un buco in mezzo al petto. Sean, Toinette e Lia parlano apertamente alla presenza di quel corpo che potrebbe sembrare senza vita e forse per due di loro esso è tale: senza vita. Lia da parte sua oppone resistenza alla scelta di attuare l’eutanasia al marito sostenendo che non sarebbe ciò che Alex vorrebbe.
Ma il soggetto delle discussioni non può esprimersi. Quindi cosa possono fare gli altri se non prendere una decisione definitiva? Sono efficaci le relazioni che si creano all’interno della vicenda, tutte scaturite dall’unico elemento comune Alex. L’uomo, infatti, non solo ha fatto incontrare i tre protagonisti, ma incombe su di loro come una spada di Damocle pronta a punirli. Durante la messa in scena gli occhi della statua si illuminano, diventano spia angosciante della decisione che sono prossimi a prendere.
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Il ritmo della malattia
Lo spettacolo mantiene un ritmo lungo, scandito da molte musiche che creano un forte senso di tensione. I dialoghi mantengono un sottotesto teso, costantemente minacciato dal pensiero fisso della morte. Lo spettatore viene accerchiato dalla stessa aura di cui i personaggi sono preda: la malattia è una lenta rovina e l’unico modo per porci fine è la morte, e se la morte non arrivasse abbastanza in fretta?
Il delicato tema del suicidio assistito viene affrontato in Love-Lies-Bleeding con finezza e attenzione ad ogni argomento che potrebbe sollevarsi a favore o contrario alla pratica. L’amore giace sanguinante, come si è disposti a sporcarsi le mani? Esiste un giusto o uno sbagliato?
Love-Lies-Bleeding di Don DeLillo
Dal 5 al 10 Dicembre al Teatro Elfo Puccini
Regia di Giuseppe Isgrò
Con Francesca Frigoli, Daniele Fedeli, Liliana Benini
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Tema molto interessante! Sarà sicuramente uno spettacolo che consentirà agli spettatori di disporre di ulteriori,stimolanti spunti di riflessione su una questione assai (e,talvolta,a sproposito)dibattuta.