L’isterico è uno dei tipi umani più diffusi e che si incontra da più tempo su quel folle palcoscenico che è la vita umana. L’isterico è di solito, ma senza generalizzazioni, un essere di sesso biologico maschile, con tendenze non propriamente eterosessuali ma che in fondo non si è mai amato e accettato per quello che è, e per questo ha assunto quell’antipatico modo di fare con le persone che farebbe andare su di giri perfino la Pimpa.
L’isterico impone e ostenta il suo atteggiamento proprio per mascherare tutte le sue debolezze e fragilità. Se riusciamo a comprendere questo gap tra aggressività, a tratti molesta, e fragilità, questo tipo umano potrebbe suscitare perfino tenerezza.
L’isterico, di solito, si atteggia a persona di vastissima cultura, e spesso lo è anche. Adora attorniarsi di amicizie femminili, proprio perché ha un profondo irrisolto con il genere maschile, oggetto al contempo del suo odio e del suo amore. Ama la moda, mostrandosi interessato a tutte le ultimissime tendenze in materia di abbigliamento e di accessori, frequenta solo luoghi patinati ed è fortemente critico con le donne che egli definisce “brutte”, perché magari non hanno una taglia 40, non sono assidue frequentatrici di centri estetici e preferiscono una birra direttamente dalla bottiglia ad un calice di vino di ottima annata.
L’isterico, paradossalmente, denigra tutto ciò che non è conforme ai canoni della massa, ma inconsciamente denigra se stesso perché anche lui, in realtà, non è conforme ai canoni della massa. L’isterico, detesta, giudica, sentenzia senza alcun limite, proprio perché giudica e sentenzia se stesso.
Dice di essere il miglior amico delle donne, ma in realtà le invidia. Passa ore in chat e una delle sue occupazioni preferite è il pettegolezzo, di cui preferisce essere parte attiva nel terrore di diventarne una vittima.
Inoltre è ipocondriaco, inverosimilmente ipocondrico e, per fortuna, ai tempi del Coronavirus, con l’obbligo della mascherina, potrebbe finalmente iniziare a tacere.
Il Bestiario è un testo che, solitamente, descrive gli animali o le bestie. Nel Medioevo si trattava di una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi descrizioni di animali reali o immaginari. Nel XIII e XIV secolo i bestiari si diffusero soprattutto in Inghilterra e Francia. Essi erano arricchiti anche da bellissime illustrazioni e pregevoli miniature. Tra le opere che hanno poi assunto questo nome nel corso della storia ricordiamo “Il bestiario amoroso” di Richard de Fournival del 1252 e il più recente “Bestiario” di Julio Cortazár del 1951. In questa rubrica, noi vi proponiamo una sferzante e ironica descrizione delle “bestie umane” che affollano la nostra società.
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