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Libertà d’espressione: Julian Assange è libero

Dopo anni di lotta per la verità e libertà d'espressione, Julian Assange torna a casa grazie a un patteggiamento.

5 minuti di lettura

Dopo 5 anni di detenzione, il fondatore e caporedattore di WikiLeaks, Julian Assange, torna libero e vola in Australia. Il sentimento più forte che ha prevalso dopo la notizia è stata la libertà, ma a che prezzo? La libertà, più della verità, è ciò per cui ha combattuto il giornalista per tutta la sua vita. Ed ha prevalso su tutto, anche sui valori difesi e per cui è stato imprigionato. Colpevole, colpevole di aver reso di dominio pubblico i retroscena della politica statunitense ed è così che si è preso la libertà, da colpevole. E quindi, a che prezzo?

La libertà è un soffio, La libertà è un uccellino che inizia a volare dopo vari tentativi falliti, la libertà è una posizione. Un sentimento, è una tartaruga che viene portata in mare. La libertà è un bruco che si trasforma in farfalla, in un mutamento che ha sognato, voluto, bramato, per tutta la sua vita. Pensiamo che ci sia dovuto di diritto ma, questo diritto in realtà non ci appartiene del tutto. Quante volte ancora la sogniamo? Sentimento, espressione, movimento e poi il vuoto.

L’articolo 1 della Dichiarazione dei Diritti Umani recita: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri”. Nel caso di Assange, la libertà di cui parliamo è quella di espressione, di manifestare il proprio pensiero. La libertà di parola o scrittura si basa sul presupposto che ogni individuo ha il diritto di rivelare la sua opinione in ogni momento senza la paura di essere molestato e perseguitato. La pubblicazione di ciò che si pensa senza limiti, abbraccia molti temi: politica, religione, attualità, materie scientifiche, umanistiche, morali, storiche. Inoltre, non parliamo solo di espressioni orali, ma anche scritte e visive.

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Il caso Wikileaks

Assange, giornalista, hacker ed informatico australiano, ha fondato WikiLeaks, sito web protagonista e responsabile di una delle fughe di notizie più importanti della storia con documenti governativi e testimonianze di crimini di guerra commessi da militari americani in Afghanistan e Iraq. Wikileaks ha arricchito La pubblicazione con video, audio e immagini consegnati ad Assange da Chelsea Manning, ex analista dell’intelligence militare americana. Questa notizia valse al giornalista il titolo di “nemico degli Stati Uniti” e l’accusa di aver violato l’Espionage Act relativo alla “cospirazione per ottenere e diffondere illegalmente documenti che minano alla difesa nazionale“. Ed è per questo reato che lui, dopo 5 anni di detenzione, ha patteggiato ritenendosi colpevole. La sua è stata una lunga persecuzione giudiziaria che si conclude con una “vittoria” da parte della politica americana che ottiene un’ammissione di colpevolezza e ovviamente la validità delle accuse inferte.

L’espionage Act del 1917 è una legge approvata dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale. Lo statuto criminalizza tutte le influenze straniere che si appropriano illegalmente dei documenti segreti governativi che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza territoriale.

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Wikileaks oggi e la sua missione

Wikileaks, invece, è nata secondo un progetto di Assange che con il tempo ha riunito una catena immensa di attivisti, dissidenti e giornalisti.  All’inizio dell’attività ha collaborato con il New York Times e The Guardian, per poi troncare i rapporti per via di “atteggiamenti poco ortodossi”. L’arresto di Assange ha messo un freno all’attività dell’organizzazione. Nel 2016 è tornata alla ribalta diffondendo documenti sul Partito Democratico statunitense e su Hillary Clinton. Secondo l’intelligence americana, Assange avrebbe ottenuto questi documenti tramite un hackeraggio russo. Negli anni, WikiLeaks ha trattato principalmente il caso del suo fondatore e di altri individui simili. Hanno anche limitato gli strumenti comunicativi, mantenendo ufficiali solo Twitter e Facebook.

Il 24 giugno ha segnato una data storica per Assange e per molti altri aspetti, soprattutto perché, per la prima volta, lo Espionage Act è stato applicato nei confronti di giornalisti o editori. Se questa rappresenterà una nuova era per la libertà di espressione negli Stati Uniti e in Occidente, lo vedremo a partire da domani.

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Alessandra Ferrara

Nata nella provincia di Caserta e laureata in lingue straniere all'università Orientale e cultrice dei diritti umani presso La Sapienza. Sostenitrice della libertà e protezione dei più deboli, amo viaggiare scrivere e leggere e nel tempo libero sono una serie tv addicted.

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