Medioevo. Un periodo che ormai sappiamo essere stato tutt’altro che buio come ci hanno pazientemente insegnato Alessandro Barbero e Chiara Frugoni, autrice di questo libro che stiamo per raccontare. Un saggio che leggiamo con tanto interesse, ma anche con tanta amarezza dal momento che è l’ultimo scritto della storica medievista di fama internazionale, che ci ha lasciato proprio quest’anno, ad aprile, all’età di 82 anni. A letto nel Medioevo. Come e con chi. Grazie per questo piccolo gioiello di curiosità.
A letto nel Medioevo… come…
Un saggio breve, pieno di illustrazioni storiche che rappresentano dame, mariti, amanti, persino diavoli, ma soprattutto… letti. Edito da Il Mulino nel 2022, questo saggio risponde ad una domanda che forse un comune lettore non si è mai posto, ma che apre davvero un mondo: come erano i letti nel Medioevo? Definirlo un elemento d’arredo come ai giorni nostri sarebbe riduttivo. Un letto, con tutte le sue coperte o pellicce o tende o poco niente per coprirsi, identifica lo stato sociale, ma soprattutto era simbolo di qualcosa di più importante: il rifugio dal freddo. Il medioevo, ci racconta l’autrice, sembra essere immerso in un perenne inverno dove tutti, dai signori ai servi, cercano riparo dal gelo di una lunga giornata. In una testimonianza storica (Le Mesnagier de Paris) leggiamo un marito che insegna alla giovane moglie:
è compito del povero marito: andare e venire, correre di qua e di là […] Ma sopporta tutto perché sogna le cure di sua moglie al ritorno: carezze gioie e piacer. […] lo fa mangiar bene e bere meglio, servito e riverito, finché si ritira a letto fra lenzuola candide, con lui che indossa un berretto bianco, ben coperto da buone pellicce. […]
Il letto è rifugio, sicurezza, tenerezza. Per questo l’intera stanza da letto è il cuore pulsante della casa dove si può anche mangiare, giocare a scacchi, vivere la giornata. Ben al caldo. Un letto però non è solo riparo, ma è anche luogo di incontri, non solo a due.
…e con chi
Il Decameron su questo tema porta molte testimonianze divertenti e piccanti. Come la novella di Pinuccio e Niccolosa dove, complici di una situazione a dir poco imbarazzante, sono una stanza buia i letti di moglie e marito, di due ospiti e della desiderata figlia dell’oste, e una culla messa nel posto sbagliato. Curiosi? Non vi resta che recuperare la novella (Giornata nona – Novella sesta).
Ovviamente Boccaccio non si limita a storielle farsesche, ma muove anche pesanti critiche sul clero, soprattutto sui francescani, e sulla loro debolezza tanto in fatto di cibo quanto di donne. Elemento imprescindibile di queste novelle? Avete indovinato, sempre il letto. Un esempio è la novella quarta della prima Giornata dove:
Un monaco, caduto in peccato degno di gravissima punizione, onestamente rimproverando al suo abate quella medesima colpa si libera dalla pena.
Con questa lettura avete anche l’occasione di rileggere novelle che magari avete dimenticato. Sempre a tema letto, naturalmente.
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A letto nel Medioevo: in compagnia è meglio
Il letto non lo dobbiamo intendere poi solo fatto di legno massiccio, come la nostra immaginazione ci suggerisce. I letti erano anche portatili, proprio per poter riposare o condividerlo con qualcuno durante feste e banchetti licenziosi.
Purtroppo, però, oltre al profumatissimo incontro d’amore dove acqua di rose, di gelsomino e altri soavi profumi rendevano il letto un luogo magico, il letto era condiviso anche in momenti molto meno profumati e piacevoli. Stiamo parlando dei letti d’ospedale, anch’essi condivisi fra i malati, una pratica per niente igienica.
Attraverso questo libro e a bordo di un letto immaginario, un po’ come in Pomi d’ottone e manici di scopa, viaggiamo in un medioevo inedito dove, sotto le coperte, si nasconde un mondo.
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