La storiografia ci ha abituato alla narrazione di fatti disastrosi che hanno cambiato l’aspetto di luoghi della storia e i volti di intere società. Se dovessimo pensare ad un esempio, sicuramente molti di noi penserebbero subito all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che distrusse le città di Pompei ed Ercolano. Distruggendo queste città, le ceneri le hanno consegnate alla storia, facendole diventare un paradiso perduto della classicità. Un fenomeno simile accadde nell’agosto del 1883, quando in Indonesia uno dei più forti e distruttivi fenomeni di vulcanesimo, l’eruzione del vulcano Krakatoa, distrusse un paradiso delle isole, portando morte e distruzione, ma generando anche effetti sul clima a livello mondiale.
Il vulcano Krakatoa, un gigante nel paradiso del mare di Giava
Il Krakatoa è un’isola di modesta estensione nello Stretto della Sonda che collega il mare di Giava e l’Oceano Indiano. Questo luogo paradisiaco, in Indonesia si trova nel settore occidentale dell’Anello di Fuoco, una catena di faglie e vulcani disposti circolarmente, dove sono presenti la maggior parte dei vulcani attivi del nostro pianeta.