Il 2022 sarà una stagione molto importante e carica di significato per lo sport e per il calcio in particolare. Come noto, quest’anno si giocheranno i campionati mondiali di calcio. Teatro della manifestazione sarà il Qatar che si è aggiudicato l’organizzazione della competizione battendo le candidature di Giappone, Corea del Sud, Australia e Stati Uniti. Per la prima volta nella storia di questo torneo, la Coppa del Mondo si giocherà quando in Europa e nell’emisfero boreale sarà quasi inverno: la finale, infatti, è prevista pochi giorni prima di Natale, ovvero il 18 dicembre 2022. Questo per ovviare alle temperature eccessive che in estate si registrano in questa parte di pianeta e che, di fatto, avrebbero reso improponibile lo svolgimento delle varie partite.
Per l’occasione i calendari dei campionati e delle coppe continentali per club sono stati stravolti, il tutto per dare la possibilità a novembre e a dicembre ai giocatori impegnati in Qatar di raggiungere le rispettive selezioni nazionali. La Serie A, ad esempio, resterà ferma per quasi due mesi.
L’edizione 2022/23 del massimo torneo tricolore comincerà nel fine settimana del 15 agosto mentre si fermerà, in occasione della Coppa del Mondo, dal 13 novembre 2022 al 4 gennaio 2023.
Italia fuori, chi vincerà a Qatar 2022?
Il Brasile, che è la nazionale che ha fatto la storia di questo prestigioso torneo con il maggior numero di vittorie e partecipazioni, non arriva a giocarsi una finale mondiale da 20 anni, esattamente da quello di Corea del Sud-Giappone quando Ronaldo e compagni ebbero la meglio contro gli arci rivali della Germania. Anche per questa ragione i sudamericani partono con i galloni dei favoriti secondo le quote dei mondiali di calcio in vista dell’imminente inizio dell’edizione 2022 della Coppa del Mondo che si terrà in Qatar e che, come ampiamente noto, non vedrà la partecipazione della nazionale italiana.
L’Italia, dopo la sciagura della mancata qualificazione a Russia 2018 (azzurri eliminati dalla Svezia), non è riuscita neanche stavolta a qualificarsi per la fase finale del Mondiale. Decisiva è stata la sconfitta rimediata in casa a Palermo contro la selezione della Macedonia del Nord che ha surclassato gli azzurri 1-0, regalando il più grande dei dispiaceri a tutti gli appassionati di calcio del Belpaese.
A ridere è la Corea del Nord
Svezia, Macedonia del Nord e prima ancora Corea del Nord: la lista delle catastrofi mondiali dell’Italia si è allungata a dismisura negli ultimi anni. Proprio quella contro i coreani passò alla storia come la “disfatta dei ridolini” (espressione coniata all’epoca in spregio ai coreani). Era il luglio del 1966 quando la nazionale azzurra affrontava quella coreana nel girone iniziale della Coppa del Mondo in Inghilterra (vinta, poi, dalla nazionale di Sua Maestà in finale contro la temibile Germania Ovest). Dopo aver vinto contro il Cile, la squadra allenata da Edmondo Fabbri cadde sotto i colpi dell’URSS del portiere Lev Jašin (l’estremo difensore più forte della storia del calcio).
Contro la Corea del Nord sarebbe dovuta essere una passeggiata di salute; accadde, invece, l’incredibile. Sul finire del primo tempo, la Corea del Nord si portò in vantaggio grazie alla rete siglata da Pak Doo-Ik (che di mestiere faceva il professore di educazione fisica) e per l’Italia fu impossibile recuperare lo svantaggio. Dalle nostre parti, la sconfitta contro i “ridolini” fu vissuta come un vero e proprio lutto, tanto che al ritorno dalla Terra d’Albione si decise di far atterrare l’aereo che trasportava gli azzurri non a Milano, né nella Capitale, bensì a Genova, onde evitare le feroci contestazioni che attendevano Fabbri e i suoi. La manovra evasiva si rivelò del tutto inutile e Giacomo Bulgarelli e compagni furono presi letteralmente a bersaglio da uova marce e pomodori e costretti alla fuga sotto la scorta delle forze dell’ordine.
La mano de Dios e il gol del secolo
Un’altra storia mondiale che vale la pena raccontare è quella che si è svolta in Messico nel 1986. Protagonista di questa famosa edizione della Coppa del Mondo fu l’Argentina (che vinse il suo secondo titolo iridato) e nel particolare il suo uomo simbolo: Diego Armando Maradona. Dopo aver agevolmente superato il girone iniziale, la nazionale albiceleste si impose negli ottavi di finale contro l’Uruguay.
Ad attendere Maradona e soci ai quarti vi era l’Inghilterra in un match che – dopo la guerra delle Falkland del 1982 – andava ben oltre l’essere una semplice disfida sportiva. Fu in quella gara che l’ex numero dieci del Napoli siglò probabilmente i due gol più famosi della storia del calcio, ovvero la “mano de Dios” e “il gol del secolo” come vennero poi ribattezzati successivamente dai media di tutto il mondo. L’Argentina, battuta l’Inghilterra, riuscì anche a vincere la concorrenza del Belgio in semifinale (altra doppietta per Maradona), per approdare in finale al cospetto della super favorita Germania Ovest di Lothar Matthäus. Sul 2-2 nei minuti finali, Maradona rubò palla a centrocampo e servì Jorge Luis Burruchaga per il 3-2 definitivo con il quale l’albiceleste bissò il successo mondiale del 1978.
Il Mineirazo
Con il termine Mineirazo si fa riferimento all’incontro di calcio tra Brasile e Germania che si giocò a Belo Horizonte (in Brasile) in occasione delle semifinali della Coppa del Mondo del 2014 e che si concluse con la vittoria dei panzer tedeschi per 7-1. Quella passò alla storia come l’umiliazione più grave mai subita dal Brasile in una partita di calcio. Il fatto che la stessa si verificò in casa, davanti al pubblico amico, contro i nemici storici della Germania e in occasione di una fase finale di un Mondiale, fu vissuta dai tifosi sudamericani in maniera così intensa ed emotiva tanto da far addirittura dimenticare l’altra celebre sconfitta subita dai brasiliani ai Mondiali (il cosiddetto Maracanazo) contro l’Uruguay alla Coppa del Mondo del 1950.
Queste sono solo alcune delle storie e degli protagonisti che hanno reso celebri le fasi finali della Coppa del Mondo. In Qatar quest’autunno non ci sarà l’Italia, con buona pace degli appassionati di casa nostra che dovranno fare il tifo per un’altra nazionale; il popolo azzurro spera di ritrovarsi nel 2026 quando il Mondiale (stavolta a 48 squadre) si giocherà in Nord America: Stati Uniti, Canada e Messico.
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Immagine in evidenza: www.politicare.eu