Quando le semenze della marijuana possono essere acquistate liberamente e cosa potrebbe cambiare a breve in ambito di normativa sulla cannabis
Dal DPR 309 del 1990 alla legge del 2016 sulla coltivazione della canapa light, la normativa italiana sulla cannabis ha subito diverse modifiche negli ultimi anni.
Tuttavia, nonostante i numerosi interventi, molti sono ancora confusi in tale ambito, soprattutto per quanto riguardala legalità dell’acquisto di semi di cannabis.
In una situazione così delicata, nella quale minimi fattori possono fare la differenza tra una condotta lecita e illecita, è importante conoscere a fondo lo status legale di questi particolari prodotti. Se state cercando dei semi femminizzati per la vostra collezione, o altri articoli simili, non vorrete certo rischiare di infrangere la legge nel momento in cui li acquistate, no?
La buona notizia è che la compravendita dei semi di cannabis è perfettamente legale, ma solo a determinate condizioni. Esploriamo questo argomento nel seguente articolo.
I semi di cannabis: ecco quando il loro acquisto è lecito
La cannabis è stata inclusa nel novero delle sostanze droganti dal DPR 309 del 1990, ma nel 2016 è stata introdotta una legge che ha permesso la coltivazione della canapa light. In questo termine rientrano tutte quelle varietà che contengono una concentrazione di THC sufficientemente bassa per assicurare l’assenza di effetti stupefacenti. Di conseguenza non possono essere annoverate tra le sostanze droganti e, dunque, illecite.
Questa norma ha anche sancito il libero commercio dei prodotti a base di cannabis ottenuti dalle varietà sopracitate.
Detto questo, anche i semi di cannabis, sia che si tratti di varietà standard che light, non contengono tetraidrocannabinolo e non rientrano tra le sostanze stupefacenti disciplinate dal decreto sopracitato. Tuttavia, possono potenzialmente generare piante con effetti droganti
Ecco perché la loro compravendita è consentita esclusivamente a scopi che esulano dalla loro germinazione, su tutti il collezionismo.
Tuttavia, per dimostrare la liceità dell’acquisto non è sufficiente dichiarare una destinazione d’uso legale, ma è necessario che non vi siano indizi che potrebbero far sorgere un ragionevole sospetto della volontà di coltivarli, come ad esempio la presenza di materiale informativo sulla loro coltura. Difatti, se questi elementi fossero rinvenuti c’è la possibilità che si configuri il reato di istigazione alla produzione di sostanze stupefacenti.
La legalizzazione della coltivazione di cannabis in Italia: un possibile cambiamento
Nel paragrafo precedente abbiamo visto che la coltivazione dei semi di cannabis è severamente vietata, ma la situazione potrebbe cambiare repentinamente qualora venisse convertito in legge un ddl presentato alla Camera nel 2020 che potrebbe consentire ai cittadini italiani di crescere fino a quattro piante di marijuana per uso personale.
La commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha già da tempo approvato la proposta che si trova attualmente ferma in attesa di una decisione definitiva da parte dei parlamentari.
La legge, se approvata, offrirà una possibilità importante per i cittadini che vogliono coltivare cannabis per scopi personali.L’Italia si unirebbe così ad altri paesi europei, come Malta, il Lussemburgo e il Portogallo, che hanno preso iniziative per sdoganare gradualmente la cannabis.
La legalizzazione della cannabis, specialmente per scopi medici e terapeutici, d’altronde, sta diventando un tema sempre più importante in Europa e potrebbe offrire molteplici benefici per i cittadini, a partire da un maggiore controllo sulla qualità delle sostanze e la possibilità di accedere alle proprietà medicinali della marijuana che alcuni studi sembrano rilevare.
Ma quali sono, di preciso, i punti principali della nuova proposta di legge? Analizziamoli brevemente nel prossimo paragrafo.
Gli obiettivi della proposta di legge: garantire il diritto alla salute e contrastare il mercato illegale della cannabis
La novità più rilevante riguarda la non punibilità della coltivazione domestica per uso personale. Di fatto, con il nuovo disegno di legge viene legalizzata la coltivazione di massimo quattro piante femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente. Questa disposizione si applica solo ai maggiorenni e non pregiudica le norme sul possesso e sul consumo di marijuana, che restano soggette alle sanzioni amministrative già previste dalla normativa nazionale.
L’obiettivo di questa misura è quello di garantire il diritto alla salute dei malati che necessitano della cannabis per uso terapeutico e che spesso non la trovano disponibile nelle farmacie o devono affrontare costi elevati. Inoltre, si vuole contrastare il mercato illegale e il sottobosco criminale che si alimenta dello spaccio di marijuana.
Un altro punto chiave del nuovo disegno di legge è la reintroduzione della distinzione tra droghe leggere e pesanti, abolita dalla Fini-Giovanardi. Questa distinzione si basa sui criteri scientifici dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e implica una diversa valutazione dei fatti di lieve entità rispetto a quelli più gravi.
Questa differenziazione mira a ridurre il sovraffollamento carcerario e a favorire percorsi di recupero e reinserimento sociale per i tossicodipendenti, che potranno beneficiare della sospensione condizionale della pena o della sostituzione della pena detentiva con i lavori socialmente utili.
Il nuovo disegno di legge non è solo indulgente verso i consumatori occasionali o terapeutici di cannabis, ma anche severo verso chi commette reati gravi in materia di sostanze stupefacenti. Infatti, il testo prevede l’aumento delle pene per chi fa parte di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di droga o per chi commette il reato di spaccio nei confronti di minorenni.
In conclusione
In questo articolo abbiamo visto che l’acquisto di semi di cannabis è legale in Italia, ma solo per scopi ben precisi (come il collezionismo) diversi dalla coltivazione. Farli germinare, infatti, comporta la produzione di piante con effetti stupefacenti.
Insomma, attualmente la coltivazione dei semi di cannabis è vietata, ma un ddl presentato alla Camera nel 2020 potrebbe cambiare le carte in tavola, se dovesse essere convertito in legge.
Rimaniamo in attesa di eventuali sviluppi della situazione, certi che, nell’eventualità di un primo passo verso la legalizzazione della coltivazione dei semi di cannabis, il mercato italiano non si farà trovare impreparato vista la presenza di player già affermati come l’eCommerce Sensoryseeds, noto per la varietà dei prodotti da collezione offerti al pubblico.