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migliori mostre del 2018

Le migliori mostre del 2018, secondo noi

I segnali nel mondo delle mostre temporanee in Italia preannunciano un 2019 culturalmente prospero e ricco di anniversari importanti. Quali sono state le migliori dell'anno? Ecco la nostra classifica.

7 minuti di lettura

Il 2018 è agli sgoccioli e la fine dell’anno, si sa, è tempo di bilanci. Così – come ormai di consueto – la nostra redazione di Arte ha elaborato la classifica di quelle che sono state le migliori mostre dell’anno che sta per terminare, a nostro insindacabile giudizio. La riscoperta del legame tra arte e territorio è stato il principio fondamentale di questo 2018, facendo di Macerata uno dei centri culturali più interessanti della nostra penisola, con una mostra unica nel suo genere. In questi mesi, nei musei nostrani, non sono comunque mancati spunti e aperture verso correnti e movimenti artistici anche venuti da lontano. I segnali nel mondo delle mostre temporanee in Italia sono stati, in fin dei conti, incoraggianti e preannunciano un 2019 interessante, ricco di anniversari importanti e voglia di cultura. 

1. Lorenzo Lotto: Il richiamo delle Marche – Palazzo Buonaccorsi di Macerata e centri lotteschi

Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche (aperta fino al 10 febbraio 2019) non è solo una mostra, ma rappresenta un vero e proprio progetto culturale che punta a valorizzare il rapporto tra l’artista veneziano e le verdi-azzurre colline del centro Italia. Insieme a Madrid e Londra, infatti, le Marche rivendicano il loro ruolo principe nella formazione e nell’ispirazione del Lotto, dando forma a un percorso museale che va oltre le sale di Palazzo Buonaccorsi, a Macerata, e che invita ad immergersi con gli occhi dell’artista veneziano in questo affascinante territorio ancora gravemente segnato dai recenti eventi sismici. Numerosi sono i conservatori marchigiani e internazionali che, guidati da Enrico Maria Dal Pozzolo, hanno dato vita a una mostra viva e attuale che non manca di portare nelle sale interessanti riflessioni, casi di attribuzioni e nuovi punti di vista sul territorio del centro Italia. Ancona, Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati: le Marche sono il più grande museo diffuso sulla produzione del Lotto, la mostra, secondo noi, più significativa di questo 2018.

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Lorenzo Lotto, Madonna delle Grazie, 1542-1546

2. Tintoretto 1519 – 1594, Palazzo Ducale & Il giovane Tintoretto, Gallerie dell’Accademia, Venezia 

Il connubio Tintoretto 1519 – 1594, a Palazzo Ducale, e Il giovane Tintoretto, alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, celebra uno degli anniversari probabilmente più importanti della storia dell’arte: i 500 anni della nascita del pittore veneziano Jacopo Tintoretto, tra i grandi della pittura europea del XVI secolo.
Curata da Gabriella Belli, Robert Echols e Frederick Ilchman, la rassegna ha proposto un ambizioso progetto espositivo che ha investito l’intera città con una serie di itinerari alla scoperta dei principali interventi dell’artista ‒ dalla Scuola Grande di San Rocco a quella di San Marco fino alle molteplici chiese della Curia patriarcale, tra cui la Chiesa di San Giorgio Maggiore o la Chiesa della Madonna dell’Orto. La mostra ha dato anche lo stimolo per ben 19 importanti restauri grazie al prezioso contributo dell’organizzazione americana Save Venice. Numerose sono le istituzioni che da tutto il mondo hanno fatto convogliare opere e studiosi, dal Philadelphia Museum of Art al Musée du Louvre di Parigi, fino al Kunsthistorisches Museum di Vienna.

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Tintoretto, Tarquinio e Lucrezia, 1578-1580

3. Marina Abramović. The Cleaner – Palazzo Strozzi, Firenze 

Marina Abramović, icona pop della scena attuale dell’arte contemporanea, ha illuminato il 2018 fiorentino con la dirompente Marina Abramović. The Cleaner, una retrospettiva che fino al 20 gennaio 2019, a Palazzo Strozzi, a Firenze, ripercorre la carriera e le opere più significative della controversa artista montenegrina grazie ad emblematici documenti, video, dipinti, installazioni. Un gruppo di performer specificamente formati, inoltre, permette al pubblico di rivivere in prima persona alcune delle rappresentazioni più significative, dalla celebre Art Must Be Beautiful/Artist Must Be Beautiful (1975), che testimonia i primi passi della Abramović nell’arte contemporanea, a Imponderabilia (1977), nata dalla sua relazione on Ulay, dove il visitatore è costretto a passare attraverso i corpi nudi di due artisti. Tra le sue opere più recenti ritroviamo, poi, The Artist is Present, realizzata al MoMA di New York nel 2010, in cui per 3 mesi e più di 700 ore l’artista ha fissato negli occhi, muta e immobile, 1675 persone che hanno accettato di sedersi di fronte a lei, sottolineando l’importanza della comunicazione tra artista e pubblico in quanto esseri umani. La mostra è a cura di Arturo Galansino, direttore di Palazzo Strozzi, in collaborazione con la Moderna Museet di Stoccolma, il Louisiana Museum of Modern Art, e Bundeskunsthalle di Bonn.

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Marina Abramović, Black and white photograph © Marina Abramović Photo: © Marco Anelli

4. Roy Lichtenstein e la Pop Art americana – Fondazione Magnani-Rocca, Parma 

Con coraggio e molto orgoglio, quest’anno, dal 8 settembre al 9 dicembre 2018, la Fondazione Magnani-Rocca, a Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma, ha dedicato un’interessantissima retrospettiva monografica ad uno dei più grandi artisti del XX secolo: Roy Lichtenstein. La mostra, a cura di Walter Guadagnini e Stefano Roffi, presenta la produzione dell’artista newyorchese dai primi passi nel mondo del fumetto e della pubblicità, fino a diventare uno dei maggiori maestri dell’arte astratta e della Pop Art, grazie anche al dialogo con le opere dei principali artisti americani, tra cui Andy Warhol, Allan D’Arcangelo, Tom Wesselmann e Robert Indiana, anche loro ospiti a Parma per l’occasione. Tra le opere in mostra ritroviamo le celeberrime Crying Girl (1963) e Sweet Dreams, Baby! (1965), mentre Dentro allo studio dell’artista è la speciale sezione fotografica curata da Ugo Mulas e Aurelio Amendola, allestita per approfondire la complessa personalità dell’artista.

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Roy Lichtenstein, Crying Girl, 1963 © Estate of Roy Lichtenstein. SIAE 2018

5. A Visual Protest. The Art Of Banksy – Mudec, Milano 

Dai primi murales di protesta che hanno tinto il cemento che separa Israele e Palestina alla spettacolare asta di Bambina con il palloncino a Sotheby’s, a Londra, Banksy è l’artista più ricercato e amato del momento, una sorta di mito sospeso tra pop e mistero le cui opere non mancano mai di far accendere la luce dei riflettori di tutto il mondo. Proprio per questo, Milano ha deciso di dedicargli una mostra. Il Mudec – Museo delle Culture ospita infatti fino al 19 aprile 2019 A Visual Protest. The Art of Banksy, un progetto curato da Gianni Mercurio e ideato da Madeinart. 80 opere tra disegni, stampe e fotografie illustrano la genialità di una forma di Street art che parla a tutti, brillante, diretta e terribilmente provocatoria. La personalità del celebre artista mascherato ben si integra con il progetto espositivo promosso dal Mudec Geografie del Futuro, che ambisce a proporre una riflessione sul complesso rapporto tra territorio e confini sociali nel nostro XXI secolo.

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Bansky, Flying Copper

6. Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari – Varallo Sesia, Vercelli, Novara 

Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari (dal 24 marzo al 16 settembre 2018) ha rappresentato molto più di una mostra, ma un vero e proprio progetto culturale che ha coinvolto tre città del Piemonte – Varallo Sesia (Pinacoteca e Sacro Monte), Vercelli (L’Arca) e Novara (Broletto) – estendendosi, al di là delle sedi espositive, alle chiese ed agli edifici storici del territorio, dove sono presenti affreschi e altre importanti opere del Maestro. Il percorso espositivo, curato da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, ha ripercorso le tappe più importanti della produzione dell’artista valsesiano: se a Varallo è stato affrontato il primo tratto della carriera dell’artista, a Vercelli protagonista è stata la stagione della maturità; mentre a Novara determinanti sono gli ultimi anni della vita del pittore, attivo sulla scena milanese e immerso nella marea montante del Manierismo. La volontà di «fare rete» è stata infatti condivisa dall’intero territorio piemontese che ha aderito con entusiasmo anche alla costituzione di speciali pacchetti che permettessero al visitatore una fruizione diffusa e più consapevole della cultura.

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Gaudenzio Ferrari, Storie della vita di Gesù, Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Varallo

7. Impressionismo e Avanguardie. Capolavori Dal Philadelphia Museum Of Art – Palazzo Reale, Milano 

Dall’8 marzo al 2 settembre 2018, Palazzo Reale, a Milano, ha ospitato la mostra Impressionismo e Avanguardie, in cui sono stati esposti cinquanta capolavori provenienti dal Philadelphia Museum of Art. Grazie a questa mostra, curata e promossa dal Comune di Milano, da Palazzo Reale e da MondoMostre Skira, i visitatori non solo hanno avuto la possibilità di ammirare opere provenienti da un museo così lontano, ma anche quella di assistere alle principali tappe dello sviluppo dell’arte moderna. Dall’impressionismo dei più amati Claude Monet e Pierre-Auguste Renoir ai post-impressionisti, come Paul Cézanne e Vincent van Gogh, dagli espressionisti (Henri Matisse, Marc Chagall), senza dimenticare gli esponenti più importanti dell’Astrattismo (Vasilij Kandinskij), del Cubismo (Pablo Picasso) e del Surrealismo (Salvador Dalí, Joan Miró).

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Edgar Degas, La classe di danza, 1880

Leggi anche:

Impressionismo e Avanguardie: a Palazzo Reale di Milano i capolavori del Philadelphia Museum of Art

8. Arte e Magia. Il fascino dell’esoterismo in Europa – Palazzo Roverella, Rovigo 

Palazzo Roverella, a Rovigo, rappresenta da alcuni anni una piccola perla del mondo delle mostre temporanee. L’esposizione rodigina protagonista di questo 2018, inaugurata il 29 settembre, è Arte e Magia. Il fascino dell’esoterismo in Europa, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, a cura di Francesco Parisi, che indaga le forme e le influenze artistiche del movimento simbolista e del pensiero esoterico sulle arti figurative europee all’alba del XX secolo. Le undici sezioni approfondiscono le diverse correnti che hanno coinvolto artisti, scrittori e intellettuali di tutta Europa, dal Salon de la Rose + Croix di Joséphin Péladan e Fernand Khnopff alla fascinazione per l’India e l’Oriente di Karl Wilhelm Dieffenbach e Odilon Redon. Magia, arte e occultismo si uniscono in un percorso ricco e ben documentato, aperto fino al 27 gennaio 2019 che saprà stupire chiunque sceglierà Rovigo come meta durante queste vacanze natalizie.


Sascha Schneider, Astarte, 1901-1904

9. REVOLUTIJA. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky – MAMbo, Bologna

L’arte delle avanguardie russe è stata una delle grandi protagoniste nel 2018 grazie alla mostra Revolutija (dal 12 dicembre 2017 al 13 maggio 2018) curata da Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky, e ospitata al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. L’arrivo di 70 capolavori assoluti del modernismo del XX secolo, tra cui Promenade di March Chagall e Croce Nera di Kazimir Malevich, è stato il frutto di un’esclusiva collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo. L’obiettivo di questa rassegna è stato infatti raccontare il tumultuoso periodo storico e culturale dal 1910 al 1920 visto da artisti del calibro di Kazimir Malevich, Wassily Kandinsky, Marc Chagall e Aleksandr Rodčenko. L’iniziativa è stata poi arricchita dal programma collaterale Intorno a Revolutija, un evento che ha coinvolto le principali istituzioni cittadine per celebrare e riflettere sotto diversi punti di vista i 100 anni della rivoluzione russa.


Wassily Kandinsky, On White, 1920

10. Monet – Complesso del Vittoriano, Roma

Con le sue 60 opere esposte nel Complesso del Vittoriano, la mostra dedicata a Claude Monet e ai capolavori del Musée Marmottan di Parigi quest’anno ha accesso i riflettori su una delle figure più appassionanti della pittura impressionista. Inaugurata già il 19 ottobre 2017 e poi prolungata fino al 3 giugno 2018, Monet è stata curata da Marianne Mathieu e ha permesso al pubblico della capitale di ritrovare i motivi artistici che contraddistinguono il genio parigino: la rappresentazione delle leggi fisiche della natura, la raffigurazione impressioni della luce e le numerose pitture in serie. Tra i capolavori indiscussi presenti al Vittoriano ricordiamo le celeberrime Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), o l’opera Londres. Le Parlement. Reflets sur la Tamise (1905).

Claude Monet, Ninfee, 1916-1919

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L’atelier della natura di Claude Monet

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