di Lorenzo Pampanini
È il 2001 quando esce nelle sale Il fantastico mondo di Amélie (2001), regia di Jean-Pierre Jeunet e cast francese, ambientato nella Ville lumière, mette in scena il carattere profondo e sentito del romanticismo francese.
La semplicità si combina di continuo con la spontaneità, determinando il ruolo essenziale che gioca la genuinità nei rapporti umani. Le intenzioni hanno lo scopo di compiere gesti funzionali ad «aiutare l’umanità intera». I toni filosofici del film sono retaggi kantiani e pre-romantici: l’intenzione muove all’azione, la quale ha come scopo il coronamento di se stessa nel sentimento estrovertito.
L’affetto e i sentimenti in generale condizionano lo stato emotivo di Amélie e anche di coloro i quali nel film presentano la sua medesima inclinazione alla sensibilità d’animo. L’incontro tra queste «Anime Belle», le quali hanno bisogno di riconoscersi tra di loro nel mondo esterno per agire concretamente, è la realizzazione di questo sentimento nella praxis.
La pellicola si conclude nel preciso momento della vita di Amélie in cui ella ha imparato a prendersi cura dell’umanità degli altri e quindi, di riflesso, anche a rendere sempre puro il proprio animo genuino. Solo a questo punto comprende la necessità di fare accadere ciò che deve accadere nel modo più bello, che è anche il modo migliore per intervenire in modo autentico in una realtà che di solito noi lasciamo semplicemente venire ad essere aspettando che la natura faccia il suo decorso, basando il nostro comportamento su un frainteso fatalismo.
Amélie sa che non può permettersi una vita senza amore; il suo amore per il suo prossimo in generale ha bisogno di una fonte più originaria da cui attingere; una sorgente che è il poter-essere personale che le consente di vivere l’Amore sulla propria pelle. Quindi, allineando la propria personalità altruista e «amorevole» ad una realtà di vita piena di amore sia nell’universale sia nel particolare, Amélie fa in modo che il suo destino divenga «favoloso»; nella misura in cui per «favoloso» si intende sia «fantastico», «favolistico», «mitico», sia «meraviglioso», «ben fatto», «stupendo», «incredibile». Questo destino, come specificato nel titolo originario (e come è reso nella traduzione italiana dalla sostituzione del termine «destino» con quello di «mondo») appartiene ad Amélie Poulain. È il destino di questa ragazza determinata.
Ciò significa che lei contribuisce direttamente a realizzare le vicende che caratterizzano la sua vita, organizza il suo mondo. In ciò risiede la «bella» differenza fra lasciare accadere il proprio destino e il fare di esso il proprio mondo, fondando il nostro destino sulla base di un mondo da noi direttamente agito.
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