Il giorno dopo c’è forse più confusione di prima. Che cosa è successo alle urne? Abbiamo un vincitore? Come è andata l’affluenza? Chi avrà il compito di formare il nuovo governo? Proviamo a fare chiarezza insieme, perché se è vero che molti interrogativi restano per ora aperti, è altrettanto vero che alcune considerazioni possiamo farle già a poche ore dal voto. Un dato è certo: abbiamo un vincitore. Il Movimento 5 stelle – la forza politica guidata da Luigi Di Maio – è il primo partito d’Italia. Si tratta di un vero e proprio trionfo per i pentastellati, che superano il 30% dei voti scrutinati e si aggiudicano la fiducia degli elettori delle regioni del Sud Italia e delle Isole. Nonostante lo straordinario successo, il Movimento 5 Stelle non ha i numeri per poter governare da solo: presumibilmente spetterà proprio a loro tendere la mano per trovare gli alleati per formare il governo.
La Lega di Salvini è il primo partito nella coalizione di Centrodestra
Risultato eccezionale anche per la Lega di Matteo Salvini, che un po’ a sorpresa (o forse no!) supera i suoi alleati in coalizione, Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Silvio Berlusconi (Forza Italia). La Lega arriva a superare il 18% sia alla Camera che al Senato, ma il dato veramente impressionante è lo scarto con il partito del Cavaliere, staccato da Salvini&co di quasi 5 punti percentuali. Bene anche per la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che supera il 4% sia alla Camera che al Senato.
Una sinistra in crisi
Soffre la sinistra e questo è innegabile. Il Partito Democratico non viene premiato dagli elettori anzi, potremmo azzardare nel dire che è forse il grande sconfitto della serata con poco sotto 19%. Il resto della coalizione non se la passa meglio: +Europa, il partito di che in questi ultimi giorni sembrava aver scosso le acque, non raggiunge la fatidica soglia del 3% , mentre Civica Popolare della Lorenzin e i neo-prodiani di Insieme si fermano sotto l’1%. Lo stacco tra PD e M5S è troppo forte per essere ignorato, e mentre i 5 Stelle esultano già si vociferano le possibili dimissioni del segretario dem Matteo Renzi.
I piccoli partiti
I piccoli partiti escono con le ossa rotte. Alcuni soffrono persino per superare la soglia dell’1%, altri si piazzano ben sotto le aspettative: Casapound e il Partito della famiglia si fermano intorno al 1%, Potere al Popolo si attesta al 1,5% circa. Anche la neonata formazione capitana da Grasso, Liberi e Uguali, non riesce a far breccia nell’elettorato, fermandosi sotto il 4% sia alla Camera che al Senato.
L’affluenza
Si è votato solo nella giornata di domenica 4 marzo e si è registrata un’affluenza pari al 71%. Nonostante il piccolo calo rispetto alle elezioni del 2013, si tratta di un dato che risulta particolarmente positivo se confrontato con i trend mondiali. Durante le votazioni non sono mancate le polemiche e i problemi, dovute soprattutto ai nuovi sistemi di tutela antifrode.
Sondaggi e voto a confronto: e adesso?
Venti giorni fa TermometroPolitico pubblicò alcuni sondaggi a proposito del voto del 4 marzo. Adesso possiamo dirlo con certezza: quei dati li possiamo anche mettere da parte e concentraci sugli scenari futuri. Un panorama “a tre”, come i giornalisti riportarono 5 anni fa, ormai è superato: la coalizione di centro destra vola, trainata dal partito di Matteo Salvini, la sinistra arranca e paga in un colpo solo tutti gli errori, i referendum, le scissioni di questi ultimi 18 mesi, il Movimento 5 Stelle, forte di un successo elettorale storico, si prepara a prendere decisioni da leader.
I prossimi giorni saranno decisivi per le sorti del nuovo governo. L’obbligo di rimanere nella medesima coalizione è terminato alle 23 della giornata di ieri. Adesso si apre una fase politica nuova, fatta di alleanze e opposizioni, volta alla stabilità del Paese e al suo miglioramento. O almeno così ci auguriamo. Una cosa è certa, gli occhi li dobbiamo tenere ben aperti perché le scelte che si compiranno in questi giorni detteranno l’agenda politica dei prossimi anni (e questo include – solo per citarne alcune – le politiche sulle migrazioni, le relazioni con l’Unione Europea, gli investimenti strutturali, le politiche a sostegno dei giovani e delle famiglie).
Intanto tra poche ore inizierà lo scrutinio per eleggere il nuovo presidente di Regione e i nuovi consiglieri Regionali in Lombardia e Lazio. Appuntamento per gli scrutatori e i rappresentanti di lista nei seggi alle ore 14.00. I risultati, anche quelli da tenere sott’occhio, già in serata.