Il quadro Le déjeuner sur l’herbe (Colazione sull’erba) di Édouard Manet (1832 – 1883), esposto per la prima volta al Salon des Refusés nel 1863 insieme alle opere di Claude Monet e Camille Pissarro, segnò l’inizio di una nuova stagione dell’arte figurativa: finalmente la tradizione artistica e le tele di significato storico o mitologico dell’Accademia e dei grandi Salon ufficiali venivano definitivamente superate dall’avvento della modernità. Nota a tutti, questa celebre tela rappresenta in primo piano una natura morta composta da cibo e vivande, sulla destra un uomo con bombetta nera siede immerso nel verdeggiante bosco, a sinistra vicino a lui una donna nuda, e, sul fondo, una figura femminile avvolta in un bianco panneggio si bagna nelle acque di una piccola fonte.
Manet, vissuto a cavallo tra il XIX e XX secolo, è una chiave di lettura fondamentale per comprendere il passaggio che porta al Novecento e alle Avanguardie. Nonostante il pittore parigino sia ancora legato alla pittura del passato e dei Grands Ecoles italiani e spagnoli, con evidenti riferimenti alla tradizione rinascimentale dei paesaggi campestri di Tiziano e Giorgione, le sue opere acquistano una portata rivoluzionaria nel momento in cui i personaggi vengono svuotati di qualsiasi antica valenza idealizzata o eroica: questi sono gli uomini dell’età moderna.
Affascinato dalla visione innovativa di Manet, Pablo Picasso (1881 – 1973), ormai ottuagenario, decide di confrontarsi qui con una delle sue opere più note, inserendo nuovi spunti e idee compositive attraverso il suo inconfondibile linguaggio pittorico. Dopo aver già dipinto citazioni di artisti del calibro di Diego Velázquez, Rembrandt e Eugène Delacroix, il pittore dichiara nel 1932 «Quand je vois “Le déjeuner sur l’herbe” je me dis des douleurs pour plus tard» e inaugura ufficialmente il nuovo progetto nel 1954 annotando su uno dei suoi quaderni «PREMIERS dessins/du déjeuner sur l’herbe/1954». Il fecondo confronto tra i due artisti continuerà fino al 1970, con la realizzazione di ben 27 versioni e 150 disegni preparatori dell’opera firmati da Picasso.
Proprio nell’imitazione del geniale Manet, Picasso riscopre la propria creatività, ponendo un ulteriore accento sul definitivo superamento dei valori tradizionali e sul protagonismo dei colori dominanti, il blu e il verde, rispetto al significato simbolico dei personaggi.
Questa affascinante versione de Le déjeuner sur l’herbe, solitamente conservato presso il Museo d’Orsay di Parigi, al momento è ospitata presso l’AMO, Arena MuseOpera di Verona, nell’ambito della mostra dedicata al pittore spagnolo intitolata Figure (1906-1971), curata da Emilie Bouvard, che resterà aperta fino al 12 marzo.
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