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L’anima buona di Milano: un pasto e un sorriso per chi arriva da lontano

SOS ERM (Emergenza Rifugiati Milano), associazione nata da 15 volontari, accoglie i rifugiati in Stazione Centrale offrendo cibo e conforto a chi cerca una via per ricominciare.

3 minuti di lettura

L’Italia è, oggi più che mai, divisa in due sulla questione migranti: da un lato abbiamo chi, forse impaurito, vorrebbe rispedirli al loro paese o distruggerli a suon di ruspe, accusandoli di portare malattie, invadere la nostra terra e approfittare della nostra ingenuità; dall’altro lato, molti italiani considerano i migranti persone più sfortunate a cui si deve dare una mano, oltre a un sorriso di incoraggiamento e a un po’ di calore umano.

Di questa seconda categoria fanno parte i volontari che si occupano dei nuovi arrivati a Milano. In particolare, l’associazione SOS ERM (Emergenza Rifugiati Milano) da un anno a questa parte, ogni mattina dalle 9 alle 13, accoglie i rifugiati in Stazione Centrale con un pasto caldo, qualche giocattolo per i bambini e, soprattutto, tanta comprensione per chi ha affrontato un lungo viaggio e deve ora ricominciare da zero. Complici anche i milanesi e la loro generosità: in stazione le pile di scatole di cibo e di bottiglie d’acqua fanno sperare che ci sia ancora nel mondo un briciolo di umanità, anche per chi è – solo apparentemente – diverso da noi. Il boom delle donazioni è stato soprattutto nelle ultime settimane, in cui i media hanno pubblicizzato molto gli arrivi dei migranti nelle varie stazione italiane, specialmente a Roma e Milano. Se per alcuni questo fatto ha destato grande scandalo, per molti è stata al contrario l’occasione per dare una mano con cibo, denaro o semplicemente con il proprio tempo. Addirittura si è parlato in alcuni casi di un “eccesso di generosità”, e di sicuro lo dimostra il numero sempre più alto di volontari che vogliono darsi da fare, un dato inaspettato in un’epoca di diffidenza verso il prossimo.

I settanta volontari di SOS ERM hanno lavorato per un anno intero nel mezzanino della Stazione Centrale, che è stato però chiuso qualche giorno fa. Il nuovo punto di ritrovo per chi vuole donare è Piazza Savoia 23, alla fermata dell’autobus diretto a Malpensa; una situazione momentanea in attesa che degli spazi adeguati vengano messi a disposizione per i volontari e per i rifugiati. Per chi ha voglia di condividere la propria fortuna, i volontari sono sempre lì, fino a nuovo ordine, a distribuire i beni di prima necessità e un po’ di comprensione.

L’associazione ERM è senza fini di lucro, è stata creata da quindici volontari che lavorano per Emergenza Siria in Stazione Centrale e si finanzia esclusivamente con le donazioni di chi crede in questo progetto. Il lavoro dei volontari non è ovviamente retribuito, se non con gli “shukran” (grazie) dei rifugiati e con i loro sorrisi. I soldi ricavati dalla generosità dei milanesi (e non solo) vengono spesi esclusivamente per beni di prima necessità che consentono ai nuovi arrivati di vivere dignitosamente durante i giorni di passaggio in Italia. Anche gli aiuti più concreti sono ben accetti: si raccolgono giocattoli, cibi in scatola (succhi di frutta, cracker, latte in polvere, merendine, omogeneizzati), frutta e verdura fresca e prodotti per l’igiene (shampoo, pannolini, spazzolini, creme solari). Vietati invece dall’assessore Majorino i piatti “fatti in casa” per ovvie ragioni di sicurezza.

L’associazione si sostiene anche grazie ad eventi a scopo benefico, come la cena siriana di giovedì 18 giugno o l’aperitivo solidale di venerdì 19. Durante la cena di giovedì, per esempio, è stata presentata una mostra, “Sorrisi al mezzanino”, una raccolta di fotografie scattate da Stefano Vergari che rappresentano i momenti più commoventi vissuti in questo anno di operato. Bastano pochi scatti per capire come dietro a ogni migrante ci sia, prima di tutto, una persona. Esseri umani che semplicemente vogliono ricominciare a vivere dopo essere scappati da una guerra, dalla povertà, da una situazione per i motivi più svariati insopportabile. In particolare si tratta di gruppi di siriani ed eritrei che fuggono dalla guerra civile, che in Siria ha causato più di 200.ooo morti e tre milioni di rifugiati, di cui 40.000 in Italia solo nel 2014.

Ma nessuno vuole invaderci, come molti vogliono farci credere, al contrario, come è stato sottolineato da Susy Iovieno, presidentessa di SOS ERM, molti dei migranti sono costretti a passare dall’Italia essendo per loro un “corridoio” per raggiungere – burocrazia permettendo – paesi che offrono più opportunità del nostro, come la Germania o la Svezia. I dati al riguardo parlano chiaro: circa il 99% dei migranti arrivati in Italia negli ultimi due anni è poi ripartito per mete ben più lontane.

Stupisce e strappa un sorriso il clima di confidenza che si crea tra i volontari e i rifugiati, prova del fatto che, quando c’è umanità e voglia di aiutarsi, non c’è lingua, età o colore della pelle che possa dividere. In un momento in cui gli Stati europei chiudono le frontiere e si sbarazzano in modo abbastanza cinico del problema, possiamo per una volta essere fieri di un’Italia che, almeno in parte, condivide quel che ha con chi non è stato così fortunato.

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