Il Black History Month è soprattutto celebrazione, ma la celebrazione richiede anche conoscenza e comprensione del passato. La tratta atlantica degli schiavi dall’Africa, in quello che viene studiato come commercio triangolare, determinò il destino del continente e del mondo. Con l’avvento dell’Età moderna il trasporto di uomini, donne e bambini, trattati come merci e usati come animali, da una sponda all’altra dell’Atlantico, divenne un’atroce regolarità. Ma come prese piede?
Jamestown, costa della Virginia Britannica, 20 agosto 1619. Una ventina di uomini africani di cui non sappiamo nemmeno i nomi, rapiti dai portoghesi, viene fatta sbarcare a Point Comfort come merce da vendere ai coloni inglesi. Provenivano da quella che oggi è l’Angola ed erano partiti in trecentocinquanta dal porto di Luanda. La nave San Juan Bautista era partita in direzione di Veracruz col suo carico, già più povero di centocinquanta uomini morti durante la traversata; poi, quando l’imbarcazione era già nei pressi della costa centroamericana, era stata attaccata da due navi corsare, la Treasurer e la White Lion. Proprio quest’ultima veleggiò poi verso nord, con una parte del bottino catturato alla San Juan, una sessantina di esseri umani, dando l’avvio alla lunga epopea della schiavitù anche in quelli che sarebbero diventati gli Stati Uniti. Faceva tutto parte del “commercio triangolare” dell’Atlantico, un semplice, pragmatico e tremendo sistema di sfruttamento.
Le radici della schiavitù in Africa vanno ricercate ben prima del Cinquecento, non solo nell’improvviso ingigantimento del mondo seguito alla “scoperta” delle Americhe. Volendo a malincuore tralasciare le riflessioni sulla schiavitù autoctona, tra X e XI secolo, gli Arabi pescavano dall’apparentemente infinito bacino dell’Africa subsahariana per trovare schiavi da vendere soprattutto nel Maghreb e sulle coste dell’Oceano Indiano. La “materia prima” era fornita da intermediari locali, che avevano contatti diretti con i regni dell’entroterra e che approfittavano di questo ruolo per far crescere il proprio potere.