Omar Ortiz riproduce su tela l’indiscutibile fascino del corpo femminile. Tra sensualità mai scomposta e sottile carica erotica, quello che ne risulta è un’ode alla bellezza più vera e spontanea

Una donna guarda alla finestra, ha una mano sul vetro e l’altra candidamente adagiata alla base del collo, con il braccio a coprire la nudità del seno sinistro. Il volto è nascosto, ma viene facile immaginarsi la profondità dello sguardo, la carnosità di quelle labbra viste solo di profilo. In un misto di purezza e sensualità l’immagine di questa giovane dal nome ignoto colpisce per bellezza e sinuosità di forme, oltre che per l’assoluta precisione di ogni dettaglio. Già, perché quella che abbiamo di fronte non è una foto di nudo, ma un dipinto, pura e semplice riproduzione su tela di un corpo femminile candido e sensuale.


L’autore è Omar Ortiz, ex graphic designer con la passione per la pittura, le donne e i maestri d’arte antica. Dopo esser passato per tutti i campi della sperimentazione pittorica (acrilico, acquerello, carboncino e pastello) è approdato definitivamente all’olio su tela, trovando la tecnica più adatta per realizzare quella che, da sempre, definisce come “ossessione”: il corpo femminile.
Un accurato studio della luce e del colore, unito a una sapientissima tecnica di stampo fotografico, gli ha permesso di riprodurre un’impressionante profondità di campo attraverso cui vengono rese, in maniera iperrealistica, ombre, linee, curve e muscoli tesi, quasi che la nudità sulla tela voglia protendersi con tutta la forza verso l’osservatore.


L’ambiente minimalista in cui ritrae le sue muse fa sì che lo sguardo si focalizzi completamente sulla bellezza ritratta, sulla perfezione dei seni, sulla curva sinuosa che scende leggera verso un fondoschiena scultoreo. La donna di Ortiz è viva e carnale, ammicca allo spettatore senza perdere mai il suo lato elegante. Tendaggi e drappi color del fuoco l’avvolgono lasciando scoperte le spalle o la schiena, vestaglie in pizzo trasparente celano all’occhio quel desiderio rovente che la semplice nudità renderebbe palese e avventato.
Non è raro vederla adagiata in terra o su un comodo divano, novella Venere lontana dai mortali e dalle umane passioni, bellezza irraggiungibile nascosta in un candido lenzuolo, eretta su un piedistallo che riporta alla mente l’immagine di statua greca, perfetta oltre ogni illusione. Il pittore ne cattura l’essenza, come in fotografia zoomma i particolari, immortala le mani, i seni coperti, le ginocchia piegate. Spesso le donne ritratte sono due, una di fianco all’altra, oppure schiena a schiena, sogno proibito ma irrealizzabile di un uomo costretto alla semplice adorazione.


L’erotismo cerebrale si fa più intenso quando la musa è ritratta distesa, con la schiena incurvata come al culmine dell’eccitazione: un sottile velo nero a incorniciarne le grazie, una mano pudica appoggiata sul ventre. La rappresentazione di spalle è poi una costante, con la colonna vertebrale realizzata in ogni suo anello, un telo scostato sul fondoschiena, le gambe piegate in posizione semi fetale.
Il richiamo alla grande arte impreziosisce ancor di più questi dipinti, rende la donna una Paolina Borghese meno eterea e più sensuale, abbandonata sullo sfondo di un famoso Van Gogh, ritratta a mezzo busto con le ninfee di Monet sullo sfondo o ebbra di vita come una moderna baccante.
Quello che Omar Ortiz realizza su tela è un viaggio alla ricerca dei sensi, uno stimolo visivo alla perfezione, alla carica erotica più vera e spontanea che può realizzarsi in forma di sogno, lontana dalla volgarità e dalla nudità gratuita. Ogni dipinto è un viaggio emozionale, un’ode al corpo femminile come strumento di seduzione e incarnazione della bellezza.

