La misura del tempo di Gianrico Carofiglio, edito da Einaudi a novembre 2019 (acquista) e tra i sei finalisti del Premio Strega 2020, è un romanzo che fa parte di una serie quasi ventennale con protagonista l’avvocato Guido Guerrieri. Era infatti il 2002 quando Carofiglio pubblicò Testimone inconsapevole con Sellerio, regalandoci la prima avventura di un eroe meraviglioso.
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Per chi non avesse letto nessuno dei cinque libri precedenti della serie: niente paura (anche se vi consigliamo dal profondo del cuore di recuperarli). Non avrete nessun problema a seguire la storia de La misura del tempo e familiarizzerete subito con i personaggi. Chi invece conosce già l’avvocato Guerrieri sarà felice di ritrovare un vecchio amico.
Il passato che ritorna
Il protagonista indiscusso de La misura del tempo di Carofiglio è il passato che ritorna, in modo inaspettato ma non per questo meno prepotente. L’affermato Guerrieri, infatti, riceve una sera una cliente che mai si sarebbe aspettato di trovare nel suo studio: Lorenza, una donna con cui aveva avuto una storia quasi trent’anni prima ma di cui aveva perso le tracce. Lorenza gli chiede di assistere il figlio, Iacopo, accusato di omicidio. Le prove sembrano incastrarlo, ma il ragazzo giura e spergiura di essere innocente.
È l’inizio di una storia che si muove su due piani temporali. Da un lato c’è il presente, in cui un Guido Guerrieri ormai ultracinquantenne prova a far assolvere Iacopo e, soprattutto, a capire se sta davvero difendendo un innocente. Da un altro c’è il passato: troviamo un Guido fresco di laurea, che ancora si domanda se fare l’avvocato è davvero ciò che vuole, e che vive con la misteriosa Lorenza una storia d’amore tanto breve quanto intensa.
Nel romanzo si ritrova un buon equilibrio tra azione e introspezione. Si riflette, ma si resta anche con il fiato sospeso, e si rischia di andare avanti a leggere fino a notte fonda per vedere “come va a finire”. La scrittura di Carofiglio è sempre pulita e lineare.
«La misura del tempo»: un romanzo agrodolce
Nel complesso, La misura del tempo è un romanzo agrodolce, sulla scia degli ultimi della serie dell’avvocato Guerrieri. Per l’eroe è ormai tempo di bilanci. Non può fare a meno di chiedersi se il sé stesso ventenne sarebbe orgoglioso di quanto ha effettivamente costruito. Alcuni desideri sono stati realizzati, altri non ancora, altri non lo saranno mai. Pure i lettori più giovani, dopo aver chiuso il libro, proveranno a tirare qualche somma, a fare i conti con gli aspetti della loro vita che cambierebbero, con l’innegabile vantaggio di avere davanti più tempo di quanto ne abbia Guerrieri, anche se spesso in questi casi è più questione di coraggio che di tempo.
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Dopo quasi vent’anni, Guido Guerrieri è un personaggio che funziona ancora, senza mai stufare, perché è autentico. Alterna momenti di comicità ad altri più profondi, come tutti noi d’altronde. I lettori più fedeli sono cresciuti (o invecchiati, a seconda dei casi) insieme a lui. È sempre un piacere ritrovare questo vecchio amico e scoprire che da così tanti anni i suoi sentimenti sono un po’ anche i nostri.
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