«La rottura di “vecchie maniere”, l’affermazione della propria individualità e dell’autodeterminazione: era questa l’idea di base dei Secessionisti viennesi. I valori di questo movimento d’avanguardia rappresentano una meravigliosa metafora per Life Ball, che ha lottato fin dall’inizio per la salute, il confronto consapevole ed il superamento di barriere sociali, tabù e stigmi».
Gerald “Gery” Keszler, Make-up Artist, tra gli organizzatori di Life Ball
La trasformazione umana attraverso la fotografia, con corpi vivi e tangibili, di quadri emblematici di uno dei Maestri dell’Art Nouveau, nel suo “periodo d’oro”: Gustav Klimt. È quello che è riuscita a fare la fotografa Inge Prader, anche lei austriaca come il pittore della Secessione Viennese, in occasione del Life Ball 2015, il più grande evento di beneficenza europeo per la lotta contro l’Aids, fondato nel 1992 e organizzato a Vienna, alla sua 23ª edizione.
Oltre ai vari concerti, la presenza di vip internazionali, star del cinema, il jet set della cultura e dello spettacolo, la kermesse ha visto la realizzazione di un vero e proprio set dove Inge Prader ha messo in scena modelli e modelle in un’atmosfera onirica e conturbante, una schiera di figure simboliche, epiche, mitologiche o fiabesche, in scenografie dorate e costumi surreali che fanno rivivere gli ambienti e i personaggi visionari dell’eclettico Klimt.
L’immaginazione di Klimt diventa vera, reale mediante il linguaggio della fotografia, anch’essa espressione d’arte a tutti gli effetti. Errato però sarebbe pensare che Inge Prader abbia semplicemente “copiato” i quadri di Klimt, non sono soltanto riproduzioni. La fotografa ha attinto al significato intimo delle opere klimtiane, rendendo omaggio a uno degli artisti più importanti nella storia dell’arte.
In questo articolo, proponiamo soltanto alcuni degli scatti del progetto di Inge Prader, a confronto con le corrispondenti opere di Gustav Klimt.
Il mito greco di Danae, fecondata durante il sonno da Zeus, che si era trasformato in pioggia d’oro, rivive nel quadro di Klimt, che ne esalta l’erotismo, con un corpo rannicchiato e dormiente, in un’atmosferica estatica ed onirica.
Nella versione fotografica, la modella ha la stessa espressione di pace e serenità, dimentica di sé sotto la cascata di monete d’oro.
Il fregio di Beethoven è un’opera di Klimt, dipinta nel 1902, lunga 34 metri, composta da tre parti, sviluppata su tre pareti, realizzata in occasione della 14ª mostra della Secessione Viennese. Ispirato alla Nona Sinfonia e in omaggio al celebre compositore tedesco, il fregio faceva parte di un itinerario espositivo sperimentale: oltre alla visita artistica delle opere presenti, si poteva assistere alle esecuzioni musicali, come l’Inno alla Gioia diretto da Gustav Mahler, eseguito in occasione dell’inaugurazione.
L’opera illustra il percorso di un Cavaliere per raggiungere l’amata, la quale è rappresentazione della Poesia. Il Cavaliere nella prima sequenza (L’anelito della felicità) comincia il suo viaggio incontrando due figure femminili propiziatrici. Dopo però si ritroverà davanti alle forze malefiche e tentatrici descritte come le Gorgoni ed altri personaggi inquietanti, accompagnati dal mostro Tifeo (Forze ostili). Dopo la battaglia con il Male per l’affermazione dell’Arte, il Cavaliere vittorioso abbraccia la Poesia, liberato dalla sua corazza e abbandonato all’Eros (Inno alla Gioia).
I tableau vivant, origine del progetto fotografico della Prader, sono frutto della ricerca e della ricomposizione di ogni dettaglio dei dipinti klimtiani. Nulla è lasciato al caso e fondamentale è stata la collaborazione con l’artista Birgit Mörtl, esperta in bodypainting, in effetti speciali, ma anche costumista e decoratrice, che dal 1997 è impegnata negli spettacoli di Life Ball.
Un contrasto assoluto anche cromatico, tra la Morte, raffigurata come uno scheletro vestito da una tunica piena di croci e colorata con toni freddi, e la Vita, rappresentata dai personaggi sulla destra, dipinti con colori caldi, che si abbracciano assopiti e ignari dell’oscura presenza a loro vicina.
Nella versione fotografica la Morte viene quasi abbellita con la presenza di piume e il colore dell’oro nella tunica. Le fotografie di Inge Prader sono state messe in vendita durante la kermesse del Life Ball per la raccolta fondi a sostegno dei malati di Aids e Hiv, a riprova del fatto che l’arte possa essere utile strumento per sostenere lodevoli ed altruistiche iniziative.
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[…] La trasformazione umana attraverso la fotografia, con corpi vivi e tangibili, di quadri emblematici di uno dei Maestri dell’Art Nouveau, nel suo “periodo d’oro”: Gustav Klimt. È quello che è riuscita a fare la fotografa Inge Prader, anche lei austriaca come il pittore della Secessione Viennese, in occasione delLife Ball 2015, il più grande evento di beneficenza europeo per la lotta contro l’Aids, fondato nel 1992 e organizzato a Vienna, alla sua 23ª edizione. Continua a leggere… […]