Filosofo, poeta, sognatore, Knulp è il viaggiatore vagabondo che è dentro ognuno di noi, che aspetta solo il momento giusto per uscire allo scoperto. Attraverso questo personaggio, il premio Nobel per la letteratura Hermann Hesse risveglia in noi il senso di avventura e di libertà che ci spinge a rischiare, ad amare, a vivere.
Penso che le cose più belle sono sempre tali da suscitare non soltanto piacere, ma anche una certa qual pena ed angoscia. […] Se una cosa bella dovesse conservare intatta per l’eternità la sua bellezza, mi darebbe sì gioia, ma finirei per guardarla con maggior distacco e penserei: potrai vederla sempre, non è necessario che sia proprio oggi. Invece ciò che è caduco e non può durare, questo io lo guardo non solo con gioia ma anche con pietà.
«Knulp – Storia di un vagabondo»
Pubblicato nel 1915, il romanzo breve è suddiviso in tre capitoli slegati tra loro: Sentori di primavera, Il mio ricordo di Knulp, dove vediamo il protagonista attraverso gli occhi di un amico vagabondo, e La fine.
Grazie a questi racconti che scorrono veloci come le stagioni, conosciamo meglio Knulp, la sua storia, cosa lo ha spinto a scegliere questo tipo di vita senza legami, ma non per questo senza affetti. Capiamo un punto di vista diverso, fuori dagli schemi che la società ci impone, fino ad arrivare ad un intenso dialogo con Dio.
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Un personaggio letterario dalla spiccata personalità e sensibilità che meriterebbe più considerazione. Un nobile vagabondo che non accetta la carità e vive alla giornata portando allegria e spensieratezza a chi incontra. Ma la sua vita non è solo divertimenti e leggerezza. Knulp è un’anima tormentata che si mette in discussione fino alla fine, ripensando alla sua vita, agli errori e ai rimpianti.
Come un raggio di sole, Knulp squarcia le grigie giornate delle persone che incontra e altrettanto velocemente, come un soffio di vento, se ne va, sospinto dal suo desiderio di libertà. Sarà la candida neve a fermare il suo continuo girovagare e i suoi pensieri bui e tormentati, trovando così la serenità che ha sempre cercato.
I fiori devono tutti appassire quando giunge la nebbia, e gli uomini devono morire, si calano nella fossa. Anche gli uomini son fiori, tornano tutti alla loro primavera. Allora non sono più malati e tutto è perdonato.
Un piccolo romanzo che, proprio come Knulp, vi allieterà e allo stesso vi farà riflettere.
Immagine di copertina: Azzurra Bergamo Copywriter ©