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© "Journey in Sensuality". Ruedi Gerber e Anna Halprin
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Journey in Sensuality:
Anna Halprin e Rodin

3 minuti di lettura

Cos’hanno in comune un’artista contemporanea e uno dei più misteriosi e sfuggenti artisti di tutti i tempi? Forse la musica, la danza? O l’uso dei corpi sensuali inseriti nell’immenso teatro che è la natura? Tutto questo lo troviamo in Journey in Sensuality: Anna Halprin and Rodin film espressivo diretto da Ruedi Gerber, uscito nelle sale due anni fa. Qui i corpi dinamici del ballo moderno riescono a dialogare in modo magnifico con la staticità delle statue. Così le sculture di Auguste Rodin e il processo creativo di Anna Halprin si fondono con la musica del compositore Fred Frith in questo film poetico della danza in natura.

Rodin (Parigi, 12 novembre 1840 – Meudon, 17 novembre 1917) è un artista di solide capacità espressive, che tenta per tutta la vita di fondere l’impostazione monumentale presa in prestito dai lavori di Michelangelo e dei classicisti con l’intenso realismo della tradizione gotica francese. Già dalle date della sua nascita e morte possiamo capire il motivo del mistero della sua arte e della metamorfosi in atto nel Novecento.

Le sue creazioni erano per lo più busti e ritratti ricchi di un’acuta penetrazione psicologica. Anna Halprin (13 luglio 1920) «l’interruttore della danza moderna», una delle figure pioniere della forma d’arte sperimentale nota come danza post-moderna, cerca di imprimere ai materiali scultorei l’idea di movimento, forzando i contrasti tra i pieni e i vuoti e fondendo la sensualità dei corpi immersi nella natura selvaggia, a contatto con foreste e l’infinito del mare.

inspired by Auguste Rodin’s “The Thinker” ©‘Journey in Sensuality’
Inspired by Auguste Rodin’s “The Thinker” © “Journey in Sensuality”

Danza che si spinge ai confini sensuali e temporali della scultura, che è a sua volta in grado di premere contro i propri confini formali. Sensualità e forma condividono un robusto collegamento, pur rimanendo allo stesso tempo e sotto molti aspetti in opposizione ben distinta.

Nel film di Ruedi Gerber, una pellicola della durata di un’ora circa, c’è la giusta mescolanza di movimento formale e stimolo sensoriale. Questo movimento fluente ma temporaneo e la permanenza fissa di oggetti d’arte permette di entrare in un nuovo dialogo, in una sorta di dimensione multipla dove danzare significa fare l’amore, entrare in simbiosi con gli elementi naturali e forse ritrovarsi. 

Dalla critica il film è stato definito di cronaca d’avanguardia, dando merito soprattutto alla collaborazione di Anna Halprin, a sua volta ballerina e coreografa. L’ispirazione arriva proprio da lei, più direttamente dalle sculture di Rodin, dai suoi gesti drammatici che in qualche modo devono passare, come testimone, alle generazioni successive. Due artisti per il grande talento di Rodin, artisti pieni di emozioni per la maggior parte, che hanno messo i loro strumenti e la loro esperienza per fare arte, uniti all’inclinazione ecologica di Halprin (come la creazione del collettivo Sea Ranch)

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© “Journey in Sensuality”. Ruedi Gerber e Anna Halprin

In tutto il film il ritmo è intimo e quasi rallentato, e viene definito da Halprin come il processo pelvico della danza post-moderna. Un’esperienza, più che un lungometraggio, istruttiva e profondamente emozionante.

Viaggio all’interno della sensualità che inizia con Halprin e la sua visita al Musée Rodin di Parigi. Ne rimane commossa a tal punto da decidere di creare un nuovo spettacolo di danza basato su alcune sculture figurative, altamente espressive, di Auguste Rodin. È la nascita di Journey in Sensuality che ci porta oggi attraverso le spiagge affascinanti della California del Nord, aspre e rocciose, e si conclude con una performance di nudo in una foresta di sequoie.

Helprin pone i suoi soggetti in un processo di rallentamento e auto-esplorazione associato al Tai Chi e alle danze di Deborah Hay. È il contatto intimo che si forma tra i corpi e le texture naturali, tra le superfici naturali e gli occhi bendati a modellare l’atmosfera.

Fonte: www.doorofperception.com Per vedere senza censura, clicca sull'immagine
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Con le loro danze connesse al piacere i ballerini ci invitano anche a prestare attenzione all’ecosistema, da dentro i loro corpi fino alla terra. Da sempre i lavori di Halprin hanno espresso una consapevolezza, un’attenzione costante verso l’ambiente e, questa volta, chiede ai suoi soggetti di essere corpi umani fragili in un contesto di mare agitato, dove il mare fa da padrone, ma lascia anche gli amanti in sintonia in una danza non stilizzata per rappresentare la sua missione permanente.

Le persone che allo spettatore risultano innocenti, ingenue sono semplicemente vive, forti, pronte a e sono lì a urlare silenziosamente la loro presenza. Secondo Rodin «il mondo sarà felice solo quando tutte le persone avranno le anime degli artisti». Oggi Anna Halprin ha creato delle nuove connessioni umano-ambientali, stabilite dai ballerini nudi impiglianti nella rete sensuale della natura, collegandoli per l’acqua, rocce, alberi e cielo. Ognuno con la propria porzione di spazio in una visione che è multipla: gli animali, gli esseri umani, le piante (vive o morte) sono sullo stesso piano a sopportare le conseguenze dei modi di vivere e di morire di altre persone.

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Una questione ecologica chiave, di spazi e proporzioni e bisogni soddisfatti o meno. La creazione continua di rapporti sani e di connessioni è del tutto coerente con i suoi studi e lavori, la danza quindi che abbia una funzione di guarigione. Halprin, lei stessa sopravvissuta al cancro, ha per decenni cercato di rispondere a una domanda: come fa l’umanità a raggiungere il compito di tenere su la sua esistenza?

La domanda forse è adatta alla frase di Rodin, al suo modo di intendere l’arte, la sensualità e il risultante nudo, come una aggiunta positivo al sistema naturale complesso e affascinante.

Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.

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