Liverpool, 9 ottobre 1940. Al Maternity Hospital di Oxford Street nasce, nello stesso giorno in cui la Germania bombarda l’Inghilterra occidentale, John Lennon, destinato a diventare una delle personalità più iconiche della seconda metà del Novecento, anche per la sua violenta e prematura morte per mano di un fanatico avvenuta a New York nel 1980.
Allontanato dalla madre Julia, nel mentre separatasi dal padre, il piccolo John vive un’infanzia turbolenta sotto la protezione della zia materna Mimi, che prende in custodia il bambino nella sua casa di Menlove Avenue, ora meta di “pellegrinaggio” per i fan di Lennon e dei Beatles, nel 1946.
La sua creatività e il suo talento per l’arte emergono sin dalla scuola elementare, ma John non è uno dal carattere facile: inanellando una serie di insuccessi scolastici approda, alla fine, al Liverpool College of Art:
Ho sempre avuto questo sogno di fare l’artista in un piccolo cottage in una stradina. Il mio vero desiderio è scrivere versi e fare qualche quadro ad olio. Era così un bel sogno, vivere in un cottage e andarsene in giro per i boschi.
John Lennon
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Amante di ogni forma di espressione artistica, Lennon si approccia durante il periodo delle scuole superiori alla musica: dall’armonica a bocca alla chitarra il passo è breve, ma anche in questo caso la strada è in salita: contro il volere di zia Mimi, per cui «la chitarra va bene, John, ma non ti darà certo da vivere», riesce a reperire uno strumento “alla buona” e a farsi insegnare dalla madre Julia, con cui nel mentre aveva ripreso contatti, i primi accordi. Ma, improvvisamente, un grande dolore: nel 1958 la madre Julia muore investita da un’auto guidata da un ubriaco;
Ho perso mia madre due volte. Una volta da bambino a cinque anni e poi ancora a diciassette. Mi diede molta, molta amarezza. Avevo appena iniziato a ristabilire una relazione con lei quando fu uccisa.
John Lennon
Ma il destino, che aveva da poco tirato a John un colpo basso, continua a tessere le sue trame e porta sulla sua strada quello con cui Lennon fonderà il sodalizio artistico più famoso del genere pop: Paul McCartney. Esulando dalla brillante e notissima carriera che ha coinvolto non solo il duo Lennon-McCartney, ma anche Ringo Starr e George Harrison nell’esperienza dei Beatles, destinata a cambiare e ad influenzare per sempre il panorama musicale mondiale, focalizziamo ora la nostra attenzione su un particolare aspetto di Lennon: la sua attività di artista e la poliedricità che lo ha caratterizzato nell’esprimere la sua creatività.
Nonostante dopo gli studi alla scuola d’arte Lennon si sia rivolto principalmente alla musica, non perse mai del tutto l’abitudine di fissare nero su bianco, con tratti rapidi di matita, idee, pensieri e fantasie. Di attività artistica vera e propria, però, si può parlare solo dal 1966, quando John incontra Yoko Ono, artista d’avanguardia giapponese, con la quale darà inizio ad un sodalizio artistico e sentimentale. Con la moglie, infatti, realizza alcuni filmati come Smile, Rape e Fly.
Non mancano nel curriculum di John anche prove di recitazione: oltre ai tre lungometraggi in cui compare insieme agli altri Beatles, A hard day’s Night, Help! e Magical mystery tour, interpreta, nel 1967, How I won the war di Richard Lestr, la sua unica, di fatto, vera e propria prova d’attore. Una curiosità: è proprio al personaggio che interpreta, il soldato semplice Gripweed, che Lennon “ruba” gli occhiali rotondi, divenuti poi “marchio di fabbrica” dell’artista.
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Lennon si dedica anche all’invenzione di giochi di parole e di calembour, ed è autore di poesie e di racconti nonsense. Suo è infatti The toy boy, un racconto in versi non incluso nei tre libri “canonici” scritti da Lennon e tradotti in italiano: uscito nel dicembre del 1965 sul periodico statunitense McCall’s, narra di un bambino e dei suoi giocattoli. In una sorta di Toy Story ante litteram, i giocattoli prendono vita durante la notte ma quando il bimbo rivela ai genitori cosa succede, essi, ritenendolo mentalmente instabile, richiedono per il piccolo un consulto psichiatrico.
In definitiva, quella di Lennon è una personalità eccentrica, complessa, tormentata, che è riuscita a fare dell’arte il mezzo tramite cui esprimere la propria interiorità e combattere le proprie battaglie, noto è infatti il suo impegno pacifista. Una sensibilità profonda – segnata in un primo momento dai duri colpi della vita – che è riuscita a fare della creatività il mezzo con cui trovare il proprio posto nel mondo, avendo sempre bene in mente che cosa voleva essere:
«Quando avevo 5 anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola, mi chiesero cosa volessi essere da grande. Scrissi “felice”. Mi dissero che non avevo capito il compito, ed io dissi loro che non avevano capito la vita».
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