Nato come writer e raccolto dalla strada dal suo idolo e massimo esponente della pop art Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat è uno dei più importanti artisti del graffitismo americano. Insieme a Keith Haring è riuscito a trasferire questo genere, noto anche come moto di rivolta nei confronti della società a lui contemporanea, dalle strade metropolitane della New York anni Settanta e Ottanta alle gallerie d’arte più importanti.
L’ascesa di Jean-Michel Basquiat
Significativa per Jean-Michel Basquiat fu la figura di sua madre Matilda Andrades, la prima che gli trasmise la passione per l’arte portandolo sin da piccolo nei musei newyorkesi più importanti. Fu nell’età infantile che Basquiat manifestò la sua indole creativa: proprio in quegli anni iniziò a disegnare i cartoni animati che più amava. In seguito alla separazione dei suoi genitori, a causa dell’instabilità mentale di sua madre, andò a vivere da suo padre e all’età di quindici anni scappò da casa. Questo gesto impulsivo lo portò ad essere arrestato per vagabondaggio.
Nel 1977, il giovane artista instaurò un rapporto di amicizia ed artistico con Al Diaz, giovane graffitista conosciuto alla City-as-school, una scuola dal metodo didattico poco tradizionale. Dal loro legame nacque il progetto SAMO, acronimo di «Same Old Shit». L’iniziativa intendeva diffondere e “spargere” per la città idee rivoluzionarie. Dopo lo scioglimento del duo, Basquiat cominciò a firmare le sue opere con «SAMO is dead».
Le sue opere, caratterizzate da uno stile minimale e da un utilizzo frequente del rosso, nero, giallo e verde, sono spesso accompagnate da frasi o parole che riflettono concetti inerenti alle dinamiche della società a lui contemporanea, come il razzismo nei confronti degli afroamericani. Importante fu l’utilizzo di elementi anatomici, dal quale ne è stato sempre fortemente affascinato. Questo interesse nacque all’età di otto anni, quando gli fu asportata la milza dopo essere stato investito da una macchina. Durante il suo ricovero in ospedale, la madre gli regalò un libro di anatomia.
L’incontro con Andy Warhol
Abbandonati gli studi, Jean-Michel Basquiat decise di guadagnarsi da vivere. Vendendo cartoline raffiguranti suoi disegni avvenne l’incontro con Warhol, incontro simbolico che diede una svolta alla sua vita. In seguito all’acquisto di alcune sue creazioni, l’artista rimase stupito dalla creatività del writer: la stima reciproca diede vita ad un sodalizio artistico che sfociò in una profonda amicizia. Grazie all’icona della Pop Art, Basquiat fu introdotto in ambienti culturali dinamici, che lo portarono a conoscere galleristi ed acquirenti interessati alle sue opere. Assieme collaborarono a progetti creativi insoliti, come quello datato 1986, pubblicizzato da un manifesto in cui posarono con guanti da boxe.
In seguito alla scomparsa di Warhol, unico punto di riferimento del giovane artista, Basquiat si rifugiò sempre più nella droga, di cui faceva già uso. Lo spropositato consumo di stupefacenti lo condusse poco a poco alla morte. Il 12 agosto del 1988, a soli 27 anni, fu ritrovato in stato di incoscienza nel suo appartamento a Manhattan. Nel tragitto verso il pronto soccorso si spense a causa di un’overdose.
L’arrivo di Jean-Michel Basquiat in Italia
La prima nazione che dedicò a Basquiat una mostra personale fu l’Italia. Grazie al gallerista modenese Emilio Mazzoli, nel 1981, anno in cui era ancora considerato un artista emergente avvenne a Modena la sua prima esposizione. Mazzoli conobbe le opere di Jean-Michel Basquiat durante la sua visita ad una galleria a New York. In quell’occasione fu fortemente catturato dalle opere dell’artista statunitense, che ai tempi si celava ancora sotto lo pseudonimo di SAMO.
Mazzoli tornò in Italia con una ventina di opere del writer che decise di esporre nella sua galleria. Nonostante l’entusiasmo, la mostra ricevette numerose critiche. l’Italia era ancora fortemente influenzata dal minimalismo e dall’arte concettuale. Era dunque impreparata nel comprendere la poetica e l’energia dei graffiti su tela di Jean-Michel Basquiat. Tuttavia, questa si rivelò essere l’occasione per il gallerista di aprire in Italia la strada ad un nuovo tipo di pittura.
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Immagine in copertina:
Fonte: https://arteref.com/arte-contemporanea/20-fatos-sobre-jean-michel-basquiat-que-voce-precisa-saber/