Oggetti di straordinaria fattura che raccontano gli stretti legami che intercorrevano tra Firenze e l’Oriente. Sono i protagonisti della mostra Islam e Firenze. Arte e Collezionismo dai Medici al Novecento che si terrà fino al 23 settembre sia nel museo degli Uffizi sia al Museo Nazionale del Bargello.
Arte islamica nelle Gallerie degli Uffizi
Ad accoglierci all’entrata della mostra Islam e Firenze troviamo un camelopardo impagliato, meglio conosciuto ora come giraffa, che simboleggia i buoni rapporti sia commerciali che culturali che intercorrevano fra la corte dei Medici e il mondo Orientale.
La giraffa in questione infatti era un regalo da parte del Sultano d’Egitto Qayt Bay per Lorenzo il Magnifico nel lontano 1487. Possiamo solo immaginare lo stupore dei presenti nel vedere un animale esotico così strano agli occhi degli occidentali. Un regalo così particolare che Giorgio Vasari ne immortala l’arrivo nel dipinto Il Magnifico che riceve l’omaggio degli ambasciatori che possiamo ammirare a Palazzo Vecchio.
Se vi state chiedendo se la giraffa visse una vita lunga e felice, purtroppo ci sono cattive notizie: morì dopo solo due mesi. L’habitat costruito per lei infatti non si rivelò idoneo e il povero camelopardo incastrò la testa fra le travi della sua stalla dove si ruppe il collo.
Un viaggio nel tempo
Islam e Firenze prosegue aprendoci un varco tra il ‘400 e i primi del ‘900 dove possiamo ammirare l’incredibile tecnica e arte importata ed esportata dall’antico mondo islamico a Firenze e viceversa.
Immensi tappeti, oggetti in avorio minuziosamente intagliati, ceramiche pregiate e libri antichi tra cui il preziosissimo Libro dei Re del persiano Firdusi risalente al 1217.
Una mostra ricca e varia che sottolinea l’importanza degli scambi tra culture diverse che si sono influenzate tra loro come si può vedere ad esempio nel dipinto di Bronzino dove Eleonora di Toledo indossa un abito dall’impronta orientale che esalta la moda fiorentina dell’epoca.
Senza lo scambio culturale portato avanti dai Medici in poi non saremmo mai diventati la culla del Rinascimento
Eike Schmidt
Un’affermazione che sicuramente fa riflettere quella di Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, che ci fa capire quanto il dialogo e l’apertura possano essere un ponte tra una cultura e l’altra.
La creazione della mostra
Tutti gli oggetti che possiamo ammirare agli Uffizi sono stati prestati da molti altri istituti d’arte tra cui il Museo Stibbert, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il Museo Bardini e la Villa medicea di Cerreto Guidi. Ci sono voluti più di due anni di studi per selezionare le opere esposte e il risultato ne ripaga gli sforzi: la mostra è un’occasione unica per vedere riuniti in un unico spazio le creazioni più rappresentative dell’epoca. Un’esposizione che vi lascerà a bocca e cuore aperti.
Immagine di copertina: giornalesentire.it