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Isis rade al suolo il sito di Nimrud: nuovi danni alla cultura

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I miliziani dell’Isis hanno raso al suolo con una colonna di bulldozer il sito archeologico di Nimrud, nei pressi della città di Mosul, occupata dal Califfato islamico di Abubakr al Baghdadi.
A darne la notizia il ministero del Turismo e delle Antichità irachene, con una foto dello scempio postata di Facebook.
Nimrud, la biblica Calah, è un sito assiro che si trova a sud di Mosul, seconda città irachena identificata come l’antica Ninive che si trova sotto il contro dei miliziani dal giugno scorso sulle sponde del Tigri. Nimrud fu fondata dal re Shalmaneser (1274-1245 avanti Cristo) e divenne capitale dell’impero assiro sotto Assurbanipal II (883-859 avanti Cristo) arrivando ad avere 100.000 abitanti.
Il sito archeologico, tramite gli scavi, aveva riportato alla luce numerose testimonianze di una civiltà che, senza l’archeologia, sarebbe rimasta sconosciuta, essendo priva di fonti scritte: resti del palazzo reale, basamenti, sculture, statue, tra cui quella di Assurbanipal II.
Dopo la distruzione del 26 febbraio del museo di Mosul l’ISIS colpisce ancora il patrimonio archeologico e culturale. All’inizio di quest’anno gli uomini di al Baghdadi avevano annunciato l’intenzione di distruggere i reperti archeologici con la motivazione che secondo loro offendevano l’Islam.

L’operazione dei fondamentalisti è mirata a distruggere ciò che potrebbe distruggere il fondamentalismo, ovvero la cultura, base del libero pensiero. D’altronde il controllo dell’istruzione è del patrimonio culturale è uno degli strumenti più forti su cui si fondarono, si fondano e si fonderanno i totalitarismi di qualsiasi genere, sia esso religioso (come il periodo della Santa Inquisizione), sia esso politico.


C.M.

Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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