La Galleria Moshe Tabibnia, da sempre dedita allo studio e alla divulgazione dell’arte tessile, si è affacciata al mondo contemporaneo attraverso la realizzazione di una mostra e la pubblicazione di una monografia, intitolate entrambe Intrecci del Novecento – Arazzi e tappeti di artisti e manifatture italiane, volute per dischiudere e ripercorrere la storia, i protagonisti e le affascinanti sfaccettature dell’arte della tessitura artistica lungo il XX secolo, con uno sguardo particolare sulle realtà produttive italiane che hanno realizzato arazzi in sinergia con i grandi artisti del nostro tempo.
Usati fin dall’alto Medioevo come elemento decorativo, ma soprattutto per proteggere gli ambienti dal freddo e suddividere gli spazi di castelli e chiese, gli arazzi dopo aver conosciuto nel Rinascimento il periodo di massimo splendore vanno incontro ad un rapido declino con la Rivoluzione Francese, che in essi identifica la rappresentazione dell’opulenza aristocratica. La loro rinascita è riconducibile al periodo a cavallo tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, quando l’arte della tessitura assume una connotazione politica, letta in chiave anticapitalistica ed antiborghese.
La mostra, allestita dalla Galleria Moshe Tabibnia presso la Triennale di Milano, con i patrocini del Comune di Milano e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, resterà aperta al pubblico dal 12 settembre all’8 ottobre 2017. Nel corso del vernissage, di fronte ad un foltissimo pubblico, l’ideale taglio del nastro è stato appannaggio di uno dei più significativi artisti e critici d’arte dello scorso secolo, l’ultracentenario artista e critico Gillo Dorfles che nel suo intervento ha sottolineato che «una mostra come questa è la migliore dimostrazione che la nostra arte tessile è più che mai viva e vegeta».
Nei saloni della Triennale sono esposti per la prima volta 107 tra arazzi e tappeti, grazie a prestiti provenienti da musei d’arte contemporanea di tutto il mondo e da collezioni private, firmati da 61 artisti (di cui 12 ancora viventi) che spaziano dai Futuristi italiani a Remo Salvadori, da Giacomo Balla a Lucio Fontana, da Mario Sironi a Renato Guttuso, da Fortunato Depero a Ugo Nespolo, da Ettore Sottsass a Gillo Dorfles, solo per citarne alcuni, e realizzati con abilità dalle principali manifatture italiane. Curata da Moshe Tabibnia e da Virginia Giuliano, la mostra è un complesso caleidoscopio di forme e colori che si dipana in un percorso espositivo che rivela per la prima volta l’interesse di questi artisti per un banco di prova visivamente e tecnicamente originale e stimolante. Dice Moshe Tabibnia:
«Molti sono gli artisti del passato come del presente che si sono interessati e continuano a interessarsi ad arazzi e tappeti li hanno collezionati, li hanno tessuti loro stessi o ne hanno affidato la realizzazione ad abili tessitori e manifatture, mettendo a disposizione la loro creatività. Il Novecento è stato un secolo fondamentale per il mondo del tessile: sin dai primi decenni in tutta Europa artisti e movimenti riscoprono le antiche tecniche del tessere, per dar vita a opere dal linguaggio moderno. Grazie alla loro forte valenza funzionale e decorativa l’arazzo e il tappeto, in particolar modo, hanno affascinato gli artisti, desiderosi di sperimentarsi in un ambito nuovo. Arte tessile e pittura s’intrecciano sempre più. Non mera riproduzione, l’opera tessile si mostra come un’interpretazione critica della pittura, un’originale rielaborazione di un’immagine attraverso il proprio linguaggio».
Il canovaccio della mostra è suddiviso in quattro sezioni che riportano in ordine cronologico il susseguirsi degli eventi che prendono avvio dall’imprescindibile ruolo dei Futuristi, pionieri delle arti figurative per antonomasia, nel rilancio dell’arte tessile. I loro atelier, da Casa Balla a Casa d’Arte Futurista Depero, sono vere e proprie fucine di opere tessili che restituiscono dignità artistica all’elemento architettonico ed all’oggetto di uso comune attraverso nuovi linguaggi artistici. Non da meno sarà il ruolo, nel ventennio tra le due Guerre, della Biennale di Arti Decorative Moderne di Monza, dei concorsi dedicati al decoro del tessuto banditi nell’intento di stimolare lo sviluppo di nuovi linguaggi figurativi, e la nascita della Manifattura MITA di Genova Nervi (1926) che dialogherà con i maggiori artisti ed architetti del tempo.
Sono invece le grandi commesse per i transatlantici italiani, e l’istituzione di un’apposita sezione dedicata all’Arazzeria alla Triennale di Milano, il potente stimolo per la ripresa produttiva negli anni ’50, periodo a cui è dedicata la seconda sezione della mostra che ha tra i protagonisti l’Arazzeria Esino Lario.
Ma il periodo di maggiore splendore lo si raggiunge negli anni ’60, cui è dedicata la terza sezione. Alla celebre Arazzeria Scassa, che traduce sul tessuto opere di Mario Sironi, Paul Klee, Corrado Cagli, Renzo Piano, si aggiunge l’Atelier di Arte Tessile Elio Palmisano, grande esperto di arte contemporanea, che lavora in sinergia con designer, architetti, pittori, spaziando dai grandi astrattisti a UgEttore o Nespolo a Sottsass, dando vita ad una delle più imponenti collezioni di tappeti e arazzi d’artista. Mentre la Sardegna, forte della sua tradizione artigianale, avvia produzioni originali mettendo all’opera ricamatrici come Niki Berlinguer che con ago e filo, attraverso la tecnica del piccolo punto, traduce i capolavori dei Maestri della pittura.
Infine, nella quarta sezione, la frontiera del linguaggio contemporaneo: la cosiddetta Fiber Art, nata in seno alla Biennale di Losanna a partire dal ’62, e divenuta terreno di sperimentazione in cui l’arazzo diviene scultura affiancando al tessuto materiali quali metallo, juta, pelle. Tre nomi femminili utilizzano questo linguaggio con particolare maestria, Paola Besana, Paola Bonfante, Maria Luisa Sponga.
La rassegna Intrecci del Novecento – Arazzi e tappeti di artisti e manifatture italiane è legata, come già anticipato, alla pubblicazione di un volume che in 500 pagine raccoglie una selezione di 182 opere e dei contributi critici di studiosi ed esperti ripercorrendo la storia, i protagonisti e le affascinanti sfaccettature dell’arte della tessitura artistica del Novecento, che evidenziano come l’arte tessile, un tempo relegata nella zona di confine tra arte ed artigianato, sia riuscita oggi ad affermare la sua indipendenza ed il suo valore intrinseco di arte a se stante.