Nella giornata del 19 luglio è arrivata una svolta storica da parte del Parlamento greco in materia di intersessualità e Diritti umani. La Grecia, infatti, ha ufficialmente vietato la pratica di “correzione sessuale” sui bambini. Il disegno legge prevede due punti: il primo che le operazioni di modifica per gli organi sessuali e le cure ormonali si effettuano solo su richiesta del paziente. Il secondo invece che, nel caso di interventi su minori non consenzienti, i medici riceveranno pene detentive.
Non solo Grecia ma anche Malta, Germania, portogallo hanno precedentemente esteso la tutela che garantisce dignità alle persone intersessuali spesso dimenticate.
La percentuale mondiale di persone intersessuali è stimata all’1,7%. Di questo gruppo minoritario si parla e si conosce ben poco, per questa ragione le sofferenze che lo affliggono sono sconosciute. Appartengono a questa minoranza invisibile tutte quelle persone che non sono nate con uno dei generi su cui si basa il tradizionale binarismo. L’Alto Commissariato delle Nazione Unite per i diritti umani ha definito le persone intersex “con un corpo che non corrisponde alla dicotomia maschile/femminile”.
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Concretamente si tratta di variazioni di cromosomi, ghiandole ormonali e genitali. Una persona intersex può avere genitali femminili ma essere geneticamente maschio e disporre di testosterone e prostata in assenza di ovaie e utero.
Origine e scoperta dell’intersessualità
Storicamente nel 1971 venne pubblicato un articolo di Jones e Park il quale esponeva un caso raro. Dopo un accurato studio da parte di alcuni medici su una donna di 26 anni senza ciclo mestruale, i medici capirono che era donna esteticamente ma uomo geneticamente. Da questo caso si scoprì la sindrome di Morris: tramite una mutazione genetica, un neonato può avere un cromosoma XY ma sviluppare tratti femminili e viceversa.
Ad oggi la parola “intersex” è considerata un termine ombrello per raggruppare tutte le variazioni di sesso genetico, cromosomico ed ormonale. Inoltre nella sfera dei diritti umani e della lotta all’accettazione, si identifica nella “i” della comunità LGBTQIA+.
L’attenzione alla tutela per i diritti delle persone intersex nasce nei primordi degli anni ’80. In quegli anni infatti sono cominciate le prime iniziative di attivismo e solidarietà condotte sia in prima persona sia da ricercatori dell’argomento. Ma solo grazie alla pubblicazione di un articolo scientifico della biologa Anne Fausto-Sterling del 1993 il mondo ha conosciuto l’affascinante mistero dell’intersessualità.
Con l’articolo dal titolo “I 5 sessi” in riferimento esclusivamente agli apparati riproduttivi, l’autrice stilò una lista in cui affermava che oltre al binarismo maschile/femminile, esistevano anche casi in cui le persone potevano avere i testicoli pur avendo tratti genetici femminili e viceversa.
La realtà che vivono le persone con queste caratteristiche non è affatto semplice. Ci sono ancora paesi, come l’Italia, che mantengono tuttora la pratica di correzione genitale per i bambini. Questo genere di intervento, che ha l’acronimo IGM mutilazioni genitali intersessuali, culturalmente si esegue per rendere un bambino conforme all’uno o l’altro genere.
Ad ogni modo le operazioni di correzione genitale sono diverse. L’intervento preso in esame è comunemente chiamato “sindrome da insensibilità agli androgeni”. L’operazione non è unica perché l’iter dipende dalla situazione clinica del paziente. Durante queste procedure, il medico agisce o sulla parte clitoridea o sulla parte riservata ai testicoli. Inoltre varia in base alla formazione fisica del soggetto operato. Infatti l’operazione chirurgica può essere sia parziale che totale. Questi interventi non gravano solo sulla salute fisica del bambino ma anche su quella psichica. Sottoporre un minore ad un trattamento del genere significa negargli dignità ed accettazione di sé con aggravate condizioni di disagio anche nel costruire una vita sociale e relazionale.
Il 5 ottobre del 2021, durante il consiglio dei Diritti umani delle NU, alcuni paesi, tra cui l’Italia, hanno firmato una dichiarazione che mira a proteggere l‘intersessualità. Tuttavia alcuni paesi si sono già mobilitati precedentemente in favore di questo diritto. La Germania nel 2019 ha avviato le pratiche per il riconoscimento del “terzo sesso”. Malta, nel 2015, con la promulgazione della legge sull’omosessualità, condannava espressamente ogni tipo di operazione chirurgica su minori intersex.
Nel nostro paese non esiste una legge che condanni e vieti questi interventi. Nel 2016 il Comitato delle NU sui diritti delle persone disabili ha ammonito l’Italia proprio per le pratiche IGM.
Peraltro il senatore Sergio Lo Giudice del PD, nel 2013, aveva presentato il testo del ddl 405 (non ancora preso in esame). L’argomento era sesso, sessualità, anagrafe dello stato civile e documenti di riconoscimento. Tra i vari punti vi era anche quello che invitava a preservare la salute dei bambini intersex vietando gli interventi tranne in caso di pericolo di vita.
All’alba della legge approvata dal parlamento greco, si spera che questo si possa realizzare anche nel nostro paese affinché le minoranze vengano ascoltate.
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