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L’insostenibilità dello sci al tempo del cambiamento climatico

Temperature più alte, precipitazioni in diminuzione. La neve naturale è sempre più scarsa e l'innevamento artificiale non risolve il problema, ma lo acuisce. La stagione sciistica è alle porte, ma è ancora sostenibile per l'ambiente?

2 minuti di lettura

L’inverno italiano, una volta dominato da paesaggi innevati e sciatori entusiasti, sta vivendo una trasformazione silenziosa ma significativa. Lo sci, un tempo simbolo di divertimento e sport all’aria aperta, in Italia sta diventando sempre più insostenibile dal punto di vista ambientale. Qual è la connessione tra lo sci invernale ed il cambiamento climatico? E in che modo l’innevamento artificiale, invece di essere una soluzione, sta contribuendo al problema?

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I numeri del cambiamento climatico

Per comprendere appieno la sfida che lo sci invernale sta affrontando in Italia, è essenziale esaminare i numeri del cambiamento climatico. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, le temperature medie in Europa stanno aumentando a un ritmo allarmante, con l’Italia tra i paesi più colpiti. Dal 1950, la temperatura media invernale in Italia è aumentata di circa 1,2°C, con un’accelerazione negli ultimi decenni.

Questo aumento delle temperature ha impatti diretti sulla stagione sciistica, con un accorciamento della durata della copertura nevosa naturale. Un rapporto del Servizio Glaciologico Lombardo ha evidenziato che, tra il 1970 e il 2010, la durata della copertura nevosa in molte stazioni sciistiche alpine è diminuita di oltre il 20%.

Le stazioni sciistiche italiane si trovano inoltre di fronte a un’ulteriore sfida senza precedenti: la scomparsa progressiva della neve naturale. Un numero sempre maggiore di stazioni sciistiche dipende ora dall’innevamento artificiale per garantire una copertura sufficiente. Secondo uno studio condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), le Alpi italiane hanno registrato una diminuzione significativa dello spessore della neve naturale negli ultimi decenni. Solo negli ultimi dieci anni, lo spessore medio della neve naturale è diminuito di oltre il 15%.

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Innevamento artificiale: una soluzione illusoria per lo sci?

Molti potrebbero considerare l’innevamento artificiale come una soluzione al problema della mancanza di neve naturale. Tuttavia, i dati e le ricerche scientifiche suggeriscono il contrario. Un rapporto pubblicato dal Centro Internazionale di Ricerca sulla Neve e delle Valanghe (SLF) ha evidenziato che la produzione di neve artificiale richiede una quantità significativa di energia elettrica e acqua.

Solo in Italia, l’energia richiesta per produrre neve artificiale è aumentata del 25% negli ultimi cinque anni. Questo consumo energetico aggiuntivo ha portato a un aumento delle emissioni di gas serra associate all’industria dello sci invernale. In particolare, le emissioni di anidride carbonica (CO2) dalle stazioni sciistiche italiane sono cresciute del 18% rispetto al 2010.

Impatto ambientale dell’innevamento artificiale

L’innevamento artificiale non solo richiede risorse significative, ma ha anche impatti negativi sull’ecosistema circostante. Gli agenti di innevamento possono contenere sostanze chimiche dannose, che, una volta disciolte, possono contaminare le acque locali e influire sulla biodiversità. Inoltre, la costruzione e la manutenzione delle infrastrutture per l’innevamento artificiale possono causare disturbi nell’habitat naturale e contribuire alla perdita di biodiversità.

Uno studio condotto dal Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Milano, ha evidenziato un aumento del 30% nella concentrazione di sostanze chimiche nocive nelle acque vicino alle stazioni sciistiche che utilizzano intensivamente l’innevamento artificiale.

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Cambiamenti nei modelli di turismo

La crisi ambientale dello sci invernale in Italia non influisce solo sulle stazioni sciistiche, ma ha anche effetti significativi sui modelli di turismo. Con la diminuzione della copertura nevosa naturale e la crescente consapevolezza ambientale, i turisti stanno cercando alternative sostenibili per le loro vacanze invernali. Questo ha un impatto economico sulle comunità locali che dipendono dal turismo invernale.

Per invertire la tendenza negativa dello sci invernale in Italia, è necessario un approccio olistico e sostenibile. Le stazioni sciistiche devono investire in soluzioni a basse emissioni di carbonio, promuovere pratiche di gestione sostenibile del territorio e incentivare lo sviluppo di energie rinnovabili. La diversificazione delle attività turistiche invernali, come l’escursionismo e lo snowshoeing (ciaspolare), può contribuire a mitigare gli impatti ambientali negativi dello sci tradizionale.

In conclusione: quale futuro per lo sci?

Lo sci invernale in Italia è a un bivio cruciale, con il cambiamento climatico che mette in discussione la sua stessa esistenza. L’innevamento artificiale, una volta considerato una panacea, si è rivelato parte del problema, contribuendo alle emissioni di gas serra e ai problemi ambientali. La transizione verso pratiche più sostenibili è imperativa per garantire un futuro per lo sci invernale italiano. Solo attraverso un impegno congiunto delle stazioni sciistiche, delle amministrazioni locali e dei turisti stessi possiamo sperare di preservare le meraviglie innevate delle Alpi italiane per le generazioni future.

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Foto in copertina: Adam Derewecki da Pixabay

Alessia Iacone

Nasce, cresce, scrive.