Inconscio Surrealismo

L’Inconscio nel Surrealismo: Dalí ed Ernst

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L’inconscio, quella parte nascosta della mente che custodisce pensieri, desideri e ricordi nascosti, ha influenzato profondamente l’evoluzione dell’arte nel ventesimo secolo. Grazie al contributo della psicoanalisi di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, gli artisti iniziarono a esplorare queste dimensioni interiori, trasformando l’arte in qualcosa di più intimo e profondo e rompendo con i canoni rigidi dell’Ottocento. Tra i movimenti che hanno incarnato questo cambiamento, il Surrealismo si rivelò senza dubbio il principale. I surrealisti si proposero di dare forma all’inconscio, liberandosi dalle costrizioni razionali che avevano dominato l’arte fino ad allora. Questa ricerca si tradusse nell’adozione di tecniche innovative come l’automatismo, che permetteva gesti spontanei e non mediati dalla coscienza, e il frottage.

A dare vita al movimento fu il poeta e scrittore André Breton, autore del celebre Manifeste du surréalisme (Manifesto del surrealismo). In questo testo fondamentale, André Breton introdusse i temi cardine del movimento: l’esplorazione dell’inconscio, il rapporto tra sogno e realtà e l’automatismo come mezzo di espressione.

Esponenti del Surrealismo come Salvador Dalí, Max Ernst e René Magritte cercarono di rappresentare i temi presentati nel manifesto, esplorando il mondo interiore dell’uomo in tutta la sua complessità. Salvador Dalí è noto per le sue immagini oniriche e per la sua stravaganza. Le sue opere, come La persistenza della memoria, non sono solo riflessi dei suoi sogni, ma veri e propri tentativi di esplorare le paure e i desideri nascosti dell’uomo. Max Ernst, invece, attraverso il frottage e altre tecniche innovative come il collage, diede vita a un universo visivo che sembra provenire direttamente dalle profondità della psiche.

Arianna Trombaccia

Romana, classe 1996, ha conseguito la laurea magistrale con lode in Storia dell'arte presso l’Università La Sapienza. Appassionata di scrittura creativa, è stata tre volte finalista al Premio letterario Chiara Giovani. Lettrice onnivora e viaggiatrice irrequieta, la sua esistenza è scandita dai film di Woody Allen, dalle canzoni di Francesco Guccini e dalla ricerca di atmosfere gotiche.

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