Non è un mistero il fatto che il mezzo cinematografico fin dai suoi albori ha avuto come obiettivo quello di far viaggiare con la fantasia i suoi spettatori. La sala cinematografica era e rimane tutt’oggi un luogo in cui abbandonarsi all’immaginazione e togliersi di dosso la monotonia della tanto odiata routine. In questo articolo approfondiremo due film e una saga che hanno innestato in noi spettatori il desiderio, la paura e l’emozione di un luogo che, forse più di tutti gli altri, s’avvicina al concetto di avventura e di sublime: il mare.
Il vecchio e il mare
Nel lontano 1958 il grande regista John Sturges (I Magnifici Sette, La grande fuga, solo per citarne un paio) confeziona la sua personale versione dell’omonima opera di Ernest Hemingway, arruolando il magistrale Spencer Tracy per interpretare il protagonista de Il vecchio e il mare.
Il vecchio e il mare incarna appieno la costante lotta tra uomo e natura, mettendo in primo piano il coraggio e la tenacia di un uomo che, dopo diverse pesche andate male, sceglie di non rinunciare e d’imbattersi ancora una volta nel suo grande amore, il mare per l’appunto. Qui, con sua somma sorpresa, abboccherà un marlin che richiederà tutta la sua forza ed esperienza per domarlo e quindi catturarlo. Ma una volta catturato il vecchio andrà incontro ad un triste fato, si scontrerà con la crudele realtà della catena alimentare: nonostante siamo dei predatori, ci sarà sempre un predatore più grande pronto a metterci alle strette…