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mare nel cinema

Il mare nel cinema

dalla newsletter n. 41 - luglio/agosto 2024

11 minuti di lettura

Non è un mistero il fatto che il mezzo cinematografico fin dai suoi albori ha avuto come obiettivo quello di far viaggiare con la fantasia i suoi spettatori. La sala cinematografica era e rimane tutt’oggi un luogo in cui abbandonarsi all’immaginazione e togliersi di dosso la monotonia della tanto odiata routine. In questo articolo approfondiremo due film e una saga che hanno innestato in noi spettatori il desiderio, la paura e l’emozione di un luogo che, forse più di tutti gli altri, s’avvicina al concetto di avventura e di sublime: il mare.

Il vecchio e il mare

Nel lontano 1958 il grande regista John Sturges (I Magnifici Sette, La grande fuga, solo per citarne un paio) confeziona la sua personale versione dell’omonima opera di Ernest Hemingway, arruolando il magistrale Spencer Tracy per interpretare il protagonista de Il vecchio e il mare.

Il vecchio e il mare incarna appieno la costante lotta tra uomo e natura, mettendo in primo piano il coraggio e la tenacia di un uomo che, dopo diverse pesche andate male, sceglie di non rinunciare e d’imbattersi ancora una volta nel suo grande amore, il mare per l’appunto. Qui, con sua somma sorpresa, abboccherà un marlin che richiederà tutta la sua forza ed esperienza per domarlo e quindi catturarlo. Ma una volta catturato il vecchio andrà incontro ad un triste fato, si scontrerà con la crudele realtà della catena alimentare: nonostante siamo dei predatori, ci sarà sempre un predatore più grande pronto a metterci alle strette…

Il vecchio e il mare è il ritratto di un uomo che nonostante l’età è ancora pieno di grinta e cerca disperatamente di avere la meglio sull’impassibile mare e i suoi spietati abitanti. Solo alla fine capirà che, sebbene la sua sconfitta sia stata più dolorosa delle altre, non ha nulla di cui vergognarsi, poiché il mare insegna e non umilia mai; la lezione che il vecchio ha imparato in quella tanto agognata pesca è stata la più importante della sua vita.

Spencer Tracy è l’emblema dell’Uomo che vuole conquistare e imporsi, ma che alla fine deve sottostare alla legge della natura tornando a casa a mani vuote. John Sturges quindi con la sua pellicola spinge lo spettatore ad interrogarsi su ciò che non si può controllare e che dev’essere prima di tutto compreso. Nello sguardo affaticato di Spencer Tracy, che con il volto contorto in un ghigno cerca di tenere salda la lenz…

Matteo Favero

Ogni qualvolta che posso Ritorno al cinema, del resto la cinefilia è una malattia alla quale però, fortunatamente, non è ancora stata trovata una cura.

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