Il gioco può essere considerato una delle attività più ataviche dell’uomo, un modo non soltanto per divertirsi ma anche per sviluppare, come accade in tutto il regno animale, abilità specifiche da sfruttare nelle diverse attività quotidiane. Vediamo in questo articolo come si è evoluto il concetto di gioco nei secoli e quali sono le prospettive per il prossimo futuro.
Il gioco come istinto naturale
Quello del gioco è un vero e proprio istinto primordiale per gli animali, che, come spiega anche la nota rivista scientifica Focus, sin da cuccioli interagiscono gli uni con gli altri o con degli oggetti, per testare le proprie abilità motorie, la coordinazione e vari altri aspetti della propria personalità. Accade in natura ogni giorno, com’è facile osservare anche nei documentari o semplicemente scrutando il comportamento dei nostri amici a quattro zampe più piccoli, e non sono estranei a queste attività gli animali adulti, inclusi gli esseri umani.
Giocare resta infatti una delle attività preferite anche una volta raggiunta la maturità, sebbene lo scopo non sia più quello di allenarsi a crescere ma quello di divertirsi, liberarsi dallo stress e, perché no, cercare un’interazione con altri individui. In tutte queste accezioni, il gioco è dunque un qualcosa che fa parte della nostra natura, un bisogno primario a cui non possiamo rinunciare.
Evoluzione del gioco dalla preistoria ai giorni nostri
Trattandosi, come visto, di un’attività insita nell’animo umano, il gioco può essere ravvisato sin nei primi insediamenti preistorici, lì dove i nostri antenati si dilettavano con i pochi mezzi a disposizione presi in prestito dalla natura, come ramoscelli, foglie e altri oggetti, a svolgere passatempi molto semplici ma, per l’epoca, altrettanto divertenti e rilassanti.
Già la civiltà egizia e quella sumera, secoli dopo, iniziarono a dedicarsi ad attività ludiche più complesse, sia di natura più prettamente sportiva e atletica, che di strategia o più semplicemente di fortuna. Spesso legati a eventi di stampo religioso, i giochi in quest’epoca prevedevano l’utilizzo di biglie, piccoli ossicini e, addirittura, di dadi primordiali. Proprio i dadi possono essere ritrovati in molte civiltà successive come uno dei giochi preferiti in assoluto: basta pensare ai greci e soprattutto agli antichi Romani.
Questi ultimi furono dei veri appassionati del gioco, tanto da dare vita a luoghi interamente dedicati a questo scopo e ai piaceri del buon cibo: parliamo in particolare delle tabernae lusoriae, spazi che oggi, come racconta anche Il Mattino, potremmo assimilare a delle sale da gioco primordiali, ma in grado di contenere tutti gli elementi tuttora ravvisabili in tali ambienti.
Anche il medioevo fu un’età ricca dal punto di vista ludico. Sia il popolo che i ceti sociali più elevati, infatti, si dilettavano con passatempi di varia natura e con eventi e manifestazioni dedicati proprio al divertimento e allo svago. Giocare rappresentava in molti casi una temporanea fuga dalle asperità della vita e un ottimo modo per ritrovare il sorriso in compagnia di amici e compaesani.
Nel corso dei secoli, il gioco muta spesso la forma ma non la sostanza: gli svaghi che ritroviamo nell’età medievale, infatti, si tramandano di generazione in generazione fino ad arrivare ai giorni nostri. Passatempi come la tombola, i giochi di carte, ma anche lotterie e scommesse oggi tanto in voga, non sono che evoluzioni di giochi già presenti a quei tempi, solo continuamente aggiornati in base alle mutate condizioni ambientali.
L’avvento della tecnologia nel mondo del gioco
Se, come visto, gran parte dei giochi oggi conosciuti non sono che un’eredità di passatempi molto antichi, in realtà il concetto di gioco si è trasformato e ampliato particolarmente negli ultimi anni grazie alle evoluzioni tecnologiche, che hanno portato a modalità del tutto nuove per fruire anche di passatempi “tradizionali” e legati generalmente a una dimensione fisica. È quello che accade, per esempio, nei casino digitali, che attraverso app per device mobili come quella di Betway, offrono la possibilità di accedere a slot, roulette e tanti altri giochi utilizzando smartphone e tablet. Essere presenti in una sala da gioco virtuale, esattamente come se si fosse in una fisica, è ciò che siti web e applicazioni mobili rendono oggi possibile con una semplicità fino a pochi anni fa inimmaginabile.
Già in questi anni stiamo vivendo, peraltro, l’avanzata dei sistemi di realtà virtuale, capaci di catapultarci direttamente nello scenario del gioco in prima persona. Titoli come Edge of Nowhere, videogioco di azione e avventura dalle sfumature horror, o Astro Bot di Play Station rappresentano solo due dei tantissimi esempi di videogame giocabili indossando i classici occhiali da VR. Il gioco si avvicina dunque sempre di più alla realtà, talvolta quasi sovrapponendosi alla stessa, e non è difficile ormai immaginare un’epoca in cui questa tipologia di svaghi sarà in grado di raggiungere livelli di coinvolgimento totale.
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook, Instagram e Spotify, e iscriviti alla nostra Newsletter
Sì, lo sappiamo. Te lo chiedono già tutti. Però è vero: anche se tu lo leggi gratis, fare un giornale online ha dei costi. Frammenti Rivista è edita da una piccola associazione culturale no profit, Il fascino degli intellettuali. Non abbiamo grandi editori alle spalle. Non abbiamo pubblicità. Per questo te lo chiediamo: se ti piace quello che facciamo, puoi iscriverti al FR Club o sostenerci con una donazione. Libera, a tua scelta. Anche solo 1 euro per noi è molto importante, per poter continuare a essere indipendenti, con la sola forza dei nostri lettori alle spalle.