Ali Shaw è un giovane scrittore inglese che, nel 2010, debutta proprio con La ragazza dai piedi di vetro che gli vale svariati riconoscimenti dalla critica e dal pubblico di tutto il mondo, facendolo diventare in poco tempo una promessa letteraria.
Romanzo dai toni fantastici, caricato di un’energia squisitamente fiabesca, La ragazza dai piedi di vetro è in grado di entrare nelle emozioni ovattate di un amore sensibile e del tutto fuori dal comune. L’amore tra Midas e Ida, i protagonisti del romanzo, scorre tra le pagine come se fosse immerso nelle vie tortuose e aspre di un bosco, con i sentieri che fanno da sfondo alle vicende.
«Midas Crook i giornali non li leggeva, il suo interesse era tutto rivolto alle fotografie. […] Ce n’era una tale moltitudine che, inquadrata una, gli capitava di vederne passare davanti all’obiettivo una seconda e, mentre la rincorreva, ne avvistava una terza».
È il remoto arcipelago di St. Hauda Land a fare da cornice alla storia di un giovane fotografo solitario, Midas Crook e una giovane donna nomade che ha un segreto scomodo da nascondere, Ida McLaird.
Le parole levigate di Ali Shaw, in grado di scrivere seguendo la tradizione dei realisti come Haruki Murakami e Gabriel García Márquez, arrivano a toccare le invisibili corde dei sentimenti in un resoconto singolare, sdrucciolevole e di difficile categorizzazione. La ragione di vita per Midas è la fotografia, che condisce il susseguirsi delle vicende con la cattura di luci timide e ombre lunghe.
Finalista al Guardian First Book Award, vincitore del Desmond Elliott Prize e tradotto in più di venti paesi, Ali Shaw è riuscito con La ragazza dai piedi di vetro Ali Shaw, il suo romanzo d’esordio a creare un nuovo linguaggio, in grado di descrivere la fotografia in un modo inedito e strettamente legato ai circuiti emotivi, una scrittura che convince anche chi non ama il fantasy.
«Un ululato echeggia tra i pendii.
Un tordo ha attraversato l’acqua
e poi ne è stato travolto in un crepitio di ossa infrante.
Qui la natura si rivolge con odio contro se stessa,
ogni spuntone di roccia è un’offesa.
Bene».
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