A febbraio esce in Italia Il filo nascosto, ultimo film interpretato da un attore che non ha bisogno di presentazioni: Daniel Day-Lewis. Famoso per le sue interpretazioni realistiche che gli hanno valso ben tre Oscar, lo stile di recitazione di Day-Lewis si basa sull’ immedesimazione totale sia durante le riprese che a telecamere spente con risultati davvero sorprendenti.
Inutile dire che il mondo del cinema ha subito un grosso smacco con la sua ultima decisione di abbandonare il palcoscenico, decisione che aveva già espresso molte volte durante la sua carriera, con un ritiro durato quattro anni in cui l’attore si era trasferito a Firenze per diventare calzolaio.
Aspettando dunque il film di Paul Thomas Anderson, vediamo quali sono state le migliori interpretazioni dell’attore britannico.
Il mio piede sinistro (1989)
In un’Irlanda povera degli anni ’30, in una famiglia proletaria nasce Christy Brown, un bambino paraplegico incapace di parlare e muoversi ad eccezione del suo piede sinistro. Considerato incapace persino di pensare, Christy stupisce tutti quando finalmente riesce a scrivere la sua prima parola con un gesso usando il piede. Da qui inizia il racconto della sua crescita fino all’età adulta.
In questo film Daniel Day-Lewis dà il meglio di sé interpretando Christy Brown, personaggio realmente esistito, imparando a scrivere davvero con il piede sinistro. L’immedesimazione dell’attore è totale tanto che sembra realmente affetto da atetosi cerebrale. Durante le riprese l’attore non abbandonava mai la sua sedia a rotelle come se non fosse davvero più autonomo. Pare che addirittura volesse essere imboccato, proprio come nella realtà cinematografica. La sua interpretazione gli è valsa l’Oscar come miglior attore protagonista.
Gangs of New York (2002)
1846. Tra le strade di New York nel quartiere dei Five Points scorrono sangue, violenza e corruzione. Due bande principali si scontrano: i Conigli Morti, capeggiati da Padre Vallon (che verrà sostituito dal figlio interpretato da Leonardo DiCaprio) e i Nativi capeggiati dal Macellaio interpretato da Daniel Day-Lewis, il tutto sullo sfondo di una sanguinosa guerra civile tra nordisti e sudisti.
Un personaggio, quello del Macellaio (anche questo realmente esistito), entrato nell’immaginario comune col suo occhio di vetro e la sua spietata abilità nell’usare i coltelli. Per immedesimarsi nel personaggio, pare che l’attore abbiamo preso lezioni da un macellaio e che abbia vissuto, anche fuori dal set, come un uomo del XIX secolo. Fu candidato all’Oscar come miglior attore protagonista.
Il Petroliere (2007)
Da cercatore d’argento a cercatore di oro nero. Il protagonista Daniel Plainview insieme al figlio adottivo cerca di raggiungere la ricchezza estraendo petrolio. Un film drammatico con lunghi silenzi e con un’introspezione psicologica che fa brillare ancora di più le doti interpretative di Day-Lewis.
«Io sono convinto che per recitare la vita di un altro bisogna sporcarsi le mani, bisogna viverla». Così dice Daniel Day-Lewis in un’intervista e, in questo film, le mani se le sporca letteralmente di petrolio scendendo nel profondo pozzo nero del suo personaggio, tirandone fuori un essere ambizioso e violento, ma anche capace di amore nonostante non riesca a dimostrarlo. Non volendo controfigure, l’attore, durante le riprese, si ruppe una costola cadendo in un pozzo. Vinse l’Oscar come miglior attore protagonista.
Nel nome del padre (1993)
Irlanda. 1974. Un gruppo di ragazzi viene accusato ingiustamente di aver compiuto un attacco terroristico e vengono tutti condannati all’ergastolo. Con loro viene incarcerato anche Giuseppe il padre di uno dei ragazzi, Gerry, interpretato da Daniel Day-Lewis. La lotta per dimostrare la propria innocenza è lunga e difficile, ma riusciranno alla fine a riscattarsi grazie al loro avvocato. Purtroppo per uno dei due sarà troppo tardi. Tratto dall’autobiografia del vero Gerry Conlon.
Per prepararsi ad una scena di interrogatorio pare che Daniel Day-Lewis abbia passato tre giorni senza dormire e, dal momento che gran parte del film è ambientato in carcere, abbia trascorso delle notti in isolamento in una prigione abbandonata. Ha avuto la nomination al Golden Globe come miglior attore in un film drammatico.
Sicuramente Daniel Day-Lewis non è l’attore più prolifico della sua generazione (in oltre 30 anni di carriera ha interpretato solo 20 personaggi), ma è di sicuro il più stimato. È proprio questa sua accurata scelta dei ruoli e il suo essere così distante dallo star system che hanno contribuito a creare la sua immagine di attore vecchio stile, preoccupato più del suo lavoro piuttosto che a sterili apparizioni da salotto. Aspettiamo di vederlo nell’ultimo ruolo della sua carriera, nella speranza che, nel frattempo, abbia cambiato idea.
Immagine in copertina: Moviemagazine.it