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Cos’è il Green Management, il lavoro che rende il cinema sostenibile

7 minuti di lettura

Da cinefili spesso si riflette sul lavoro autoriale, registico e tecnico che porta alla realizzazione dei film che guardiamo e che amiamo. Più raramente ci si sofferma, invece, sull’impatto ambientale delle produzioni, animate da un numero considerevole di professionisti e lavoratori che lasciano un’impronta ecologica da analizzare. La vita di un set cinematografico o televisivo tocca tutte le sfere del nostro consumo quotidiano – combustibili, rifiuti, cibo e packaging, per citarne solo alcuni – ma su scala più ampia.

Da qualche anno a questa parte in Italia alcune organizzazioni, imprese, case di produzione e film commission stanno trasformando il mondo delle produzioni audiovisive tramite l’implementazione di pratiche virtuose che riducono gli sprechi e l’inquinamento. Questa trasformazione, lenta e complessa ma fondamentale, agisce su un settore altamente inquinante attraverso l’introduzione di una serie di figure chiave che costituiscono il Team ECO: il/la Sustainability Manager, l’Eco Manager, l’Eco Coordinator.

Il fatto che i nomi di questi ruoli siano in inglese non è un caso: i primi a mostrare una certa sensibilità nei confronti del cambiamento climatico all’interno dell’industria cinematografica sono stati gli inglesi che, con realtà come Albert, hanno dato il via a un sostanziale cambiamento 

Fondata nel 2011, Albert è un’organizzazione che da più di dieci anni fornisce supporto alle produzioni, assicurandosi che queste rispettino determinate linee guida per un consumo energetico più consapevole sui set. Sulla base del rispetto di queste norme, rilascia un certificato che attesta l’ecosostenibilità di una produzione. L’obiettivo è di arrivare a certificare produzioni Carbon Free entro il 2030.

In anni più recenti anche in Italia sono nate realtà che rappresentano un punto di riferimento per tutte quelle società di produzione che puntano a essere riconosciute come sostenibili: la Green film è una delle prime tra queste. Voluta e creata dalla Trentino Film Commission e dall’Agenzia Provinciale Per l’Ambiente di Trento, Green Film è un progetto di ricerca che rilascia alle produzioni un certificato sulla base di un punteggio, stabilito seguendo criteri che fanno capo a diversi ambiti di consumo – energia, trasporti, alloggi, ristorazione, materiali, rifiuti e promozione.

Per approfondire queste tematiche così urgenti abbiamo parlato con chi ha fatto della sostenibilità sui set il focus del proprio impegno professionale (e non solo).

Stefano Boscherini è ingegnere e si occupa del green management per le società di produzione più attente e innovative del settore che richiedono la sua consulenza per raggiungere obiettivi di sostenibilità.

Qual è la tua formazione? Hai sempre lavorato nel settore dell’audiovisivo? Quand’è stata la prima volta che hai sentito parlare di sostenibilità nell’ambito delle produzioni televisive e cinematografiche e come sei entrato in contatto con queste realtà?

Sono un ingegnere civile. Da molti anni mi sono specializzato nell’applicazione di criteri e certificazioni di sostenibilità in edilizia: da questa esperienza sono partito per esplorare il tema della sostenibilità nel settore della produzione audiovisiva, per soddisfare la mia curiosità nata dall’approfondimento dell’attività di qualche amico che lavorava nel settore, che scoprii essere totalmente (all’epoca) digiuno di sostenibilità! Il mio è un approccio tecnico puro legato alla sosteni…

Chiara Passoni

Nata e cresciuta a Milano, laureata in lettere ed editoria, appassionata e lavoratrice del cinema. Trovo nel documentario in tutte le sue forme e modalità il mezzo ideale per rappresentare, conoscere e riflettere sulla realtà.

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